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LA TEMPESTA (regia di Andrea Lucchetta)

Questa recensione fa parte di Cordelia

Nato come saggio del corso di recitazione di primo e secondo livello dell’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio d’Amico”, oggi La tempesta di Shakespeare per la regia dell’ex allievo Andrea Lucchetta ha debuttato nell’arena estiva del Globe Theatre, proseguendo l’impegno della direzione del teatro di permettere agli allievi e alle allieve di cimentarsi nel mestiere fuori dal contesto scolastico. Con la supervisione di Arturo Cirillo, Lucchetta sceglie del testo la versione di Eduardo De Filippo, commissionata e pubblicata da Einaudi nel 1984. «Una lingua che ha, dentro e fuori dalla pagina, ancor prima di venire concepita, suoni, melodie, espressioni, movimenti e gesti, ascoltati, compiuti, guardati, o pensati da chi ha orecchie e corpo e occhi veri solo in palcoscenico. Forse è questa la via lungo la quale sembra avverarsi maggiormente la corrispondenza tra l’originale del Bardo e la versione eduardiana, il piano su cui assurge più alta al concetto di traduzione», spiegavamo in un articolo apparso su queste pagine. Della complessità del testo shakesperiano, godiamo nella sua restituzione vernacolare sul palco all’aperto che ricostruisce in parte l’architettura dell’originale elisabettiano, un allestimento desituato che vede in scena tanto il ferro delle americane quanto il legno del loggione. L’organico degli attori e delle attrici è opportunamente diretto con fedeltà al testo restituendone il gioco musicale della lingua napoletana, di cui si rende didattica esecuzione con leggerezza e divertimento ma poca fantasmagoria, che ritroviamo invece nella brillantezza dei costumi. Spiccano i ruoli di Ariele (Anna Bisciari, già vista a Spoleto in Sarto per Signora di Cecchi), Calibano (Vincenzo Grassi) e Prospero (Massimo Odierna). L’investimento produttivo dell’Accademia nel distribuire i propri spettacoli nelle piazze, non solo capitoline, è di valore: l’impegno profuso, l’armonica orchestrazione delle parti che non dimentica mai la relazione con la platea, ereditando la popolarità del teatro elisabettiano e il segno di una giovane regia agli inizi sono accolti con entusiasmo nel verde di Villa Borghese dai romani rimasti in città e/o dai turisti. (Lucia Medri)

Visto alla Globe Arena. Un progetto a cura di Arturo Cirillo; Regia di Andrea Lucchetta; Prodotto da Politeama s.r.l. e Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio d’Amico”; Foto di Manuela Giusto Vai alla pagina completa dei crediti

Recensioni su Cordelia, agosto 2023

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Lucia Medri
Lucia Medri
Laureata al DAMS presso l’Università degli Studi di Roma Tre con una tesi magistrale in Antropologia Sociale, sceglie di dedicarsi alla scrittura critica partecipando a workshop e seminari presso la Fondazione Romaeuropa. Dal 2013 è redattrice presso la testata online Teatro e Critica e approfondisce parallelamente la sua formazione editoriale in contesti quali agenzie letterarie e case editrici (Einaudi). Negli ultimi anni si specializza in web editing prendendo parte a master e stage dedicati al Social Media Management presso aziende operanti nel settore culturale (Fondazione Cinema per Roma). Nel 2018 riceve il Premio Garrone «al critico più sensibile nel leggere il teatro che muta».

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