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COME SE NIENTE FOSSE (di e con Davide Grillo)

Questa recensione fa parte di Cordelia, febbraio 2023

Purtroppo per una sola data al Centrale Preneste Teatro, Davide Grillo ha presentato la sua nuova interrogazione sull’esistente dal titolo Come se niente fosse, con l’aggiunta del primo sottotitolo Bollettini da un paese che ha perso i sensi e del secondo sottotitolo, Monologo per un approccio meteorologico all’insignificanza. Ma è il titolo ad essere definitivo di uno stato d’animo a cui Grillo dà complessità senza pesantezza, ragionamento senza elucubrazione, emozione senza moralismo. I semafori sono perennemente gialli in questa città colpita da un’allerta meteo caratterizzata da un «generale senso di vacuità», dove «il senso delle cose verrà a mancare» e la cui percezione giunge perché «me ne resi conto dal discorso di lei». La similitudine poetica che sottende alla drammaturgia è racchiusa nella corrispondenza tra la questione meteorologica e quella nichilista. Il protagonista non si chiude però nel disfattismo ma – con comiche digressioni e trovate musicali, come la sigla del TG1 suonata al trombone, alcune più incisive di altre che l’attore “prova” e sbaglia, volutamente chissà, testando la reazione del pubblico – reagisce a quel che accade e ha bisogno di parlare con la società, dal fattorino di Amazon agli amici, per arrivare a parlare con lei, a quel caffè delle 15. «Il vuoto si riempie con gli altri o si allarga?» è la domanda della nostra generazione ancora stupita dalla fine dei sentimenti nonostante il reale sia manifestazione di cose che finiscono, e lo dirà bene la prof. di filosofia, siamo nel «divenire, che significa venir giù». Con esaltazione durante il monologo – scritto e interpretato da Grillo che non ha presunzione da filosofo ma sa far emergere la filosofia del presente – ridiamo incastrati tra la paura del “come se niente fosse” e la sua stoica accettazione e poi, al termine dello spettacolo, saliti in macchina, restiamo da soli «con forti ventilate di ipotesi a più di dieci nodi alla gola», e ci auguriamo davvero che «una brezza di spensieratezza soffierà via alcune nubi di dubbi sparse». (Lucia Medri)

Visto a Centrale Preneste Teatro: di e con Davide Grillo; produzione indipendente. Foto di Natalia Alana

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Lucia Medri
Lucia Medri
Laureata al DAMS presso l’Università degli Studi di Roma Tre con una tesi magistrale in Antropologia Sociale, sceglie di dedicarsi alla scrittura critica partecipando a workshop e seminari presso la Fondazione Romaeuropa. Dal 2013 è redattrice presso la testata online Teatro e Critica e approfondisce parallelamente la sua formazione editoriale in contesti quali agenzie letterarie e case editrici (Einaudi). Negli ultimi anni si specializza in web editing prendendo parte a master e stage dedicati al Social Media Management presso aziende operanti nel settore culturale (Fondazione Cinema per Roma). Nel 2018 riceve il Premio Garrone «al critico più sensibile nel leggere il teatro che muta».

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