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Oltre i verdi campi. L’umanità di trincea

Oltre i verdi campi recensione dello spettacolo di Georgia Lepore tratto dal testo di Nick Withby.

Foto Ufficio Stampa
Foto Ufficio Stampa

Prendete una scrittura teatrale che non lasci respiro, Oltre i verdi campi di Nick Withby, un testo che sia lembo di Storia, cucito su un tempo indicativo nel quale coincidono fabula e intreccio, senza spaesamenti perché la riflessione è tutta nella trama verbale, nelle azioni misurate e nei volti. Prendete un manipolo di soldati, una squadra di carristi dell’esercito di Sua Maestà durante la Prima Guerra Mondiale, accampateli nella boscaglia francese in attesa della battaglia; niente di beckettiano sia chiaro: solo paura, quella vera, di qualcosa di definitivo che verrà a portarseli via per sempre. Prendete due fattori esterni al gruppo di affiatate reclute: una prostituta belga non più giovane che ha scoperto la propria missione nell’alleviare il peso della vita ai soldati, e un reporter americano a caccia di storie. Ora avete tutto, anzi no, avete bisogno di un particolare non proprio di secondo piano: un gruppo di giovani attori in grado di afferrare lo spettatore per il bavero e tirarlo dentro a quella boscaglia senza farlo scappare neanche per un minuto. Quante volte da queste pagine chi scrive si è scagliato su certo teatro che strizza l’occhio al cinema rincorrendone la capacità mimetica? Quante volte abbiamo affermato la necessità della verità più che del realismo? Il teatro naturalista richiede che il lavoro dell’attore sia di primissimo piano. In un teatro off romano da meno di cento posti, con uno spazio scenico tutt’altro che ampio, si muovono undici attori straordinari, abitando il Teatro dei Conciatori (che si dimostra ancora una volta un luogo in cerca della propria identità legata alla drammaturgia contemporanea) fino al 21 dicembre provando a rendere vivo ogni sera il testo di Withby.

Foto Ufficio Stampa
Foto Ufficio Stampa

Georgia Lepore, insieme a Francesca Silveri, traduce e dirige un testo tutt’altro che semplice, di puro dialogo, nel quale sono le relazioni tra i personaggi a innescare l’azione; sullo sfondo un destino che potrebbe essere tradito a patto che il gruppo scelga di tradire la divisa. Tema insomma a rischio di certa retorica nazionalista, ma che il drammaturgo inglese riesce a manipolare con cura e profondità mettendolo in crisi e inquadrandolo da diversi punti di vista: il bosco francese diventa nella seconda parte dello spettacolo una piccola agorà, gli otto soldati, alcuni di loro originari di etnie e religioni diverse, si trovano di fronte a un bivio, a dover scegliere sacrificando il pensiero del singolo per imprimere autorevolezza al gruppo. Si sperimenta la democrazia, la sua efficacia e giustezza anche di fronte al fallimento, anche quando la scelta brucia il corpo salvando (inutilmente?) gli ideali. Tutto accade in un’ora e mezza che quasi mai annoia e soprattutto, a parte qualche momento, resiste all’enfasi cinematografica nei volti e nei toni degli attori. Lo abbiamo detto, sono giovani eppure non mollano la presa, qua e là vi è un accento affettato, una smorfia di troppo, ma il livello di credibilità è alto. Georgia Lepore non cerca soluzioni di comodo anche dal punto di vista scenografico: appena entrato, lo spettatore percepisce il rumore delle foglie pressate sotto i suoi piedi, sul palco una vegetazione autunnale circonda gli attori, un fuori scena è delimitato da rami e piccoli tronchi e un bollitore sbuffa vapore da un fornelletto da campo: sceglieremo se sederci sul palco, di lato, oppure sui gradoni, sembra ci aspettino, ascolteremo attivamente, prenderemo parte alla riflessione e in silenzio diremo la nostra, fino all’attesa finale di un’alba tragica, ma spirituale.

Andrea Pocosgnich
Twitter @andreapox

visto al Teatro dei Conciatori nel mese di dicembre 2014

OLTRE I VERDI CAMPI
di Nick Withby
Traduzione Georgia Lepore e Francesca Silveri
Regia Georgia Lepore
con Alessandro Averone, Sonia Barbadoro, Alberto Basaluzzo, Michele Cesari, Federico Lima Roque, Gianluca Pantosti, Cristiano Priori, Marco Quaglia, Gabriele Sabatini, Mauro Santopietro
e con Antonio Serrano
Aiuto regia Emanuela Liverani
Scene e Costumi Annalisa Milanese
Trucco Lucia Pittalis
Georgia Lepore e Sycamore TCompany

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Andrea Pocosgnich
Andrea Pocosgnichhttp://www.poxmediacult.com
Andrea Pocosgnich è laureato in Storia del Teatro presso l’Università Tor Vergata di Roma con una tesi su Tadeusz Kantor. Ha frequentato il master dell’Accademia Silvio D’Amico dedicato alla critica giornalistica. Nel 2009 fonda Teatro e Critica, punto di riferimento nazionale per l’informazione e la critica teatrale, di cui attualmente è il direttore e uno degli animatori. Come critico teatrale e redattore culturale ha collaborato anche con Quaderni del Teatro di Roma, Doppiozero, Metromorfosi, To be, Hystrio, Il Garantista. Da alcuni anni insieme agli altri componenti della redazione di Teatro e Critica organizza una serie di attività formative rivolte al pubblico del teatro: workshop di visione, incontri, lezioni all’interno di festival, scuole, accademie, università e stagioni teatrali.   È docente di storia del teatro, drammaturgia, educazione alla visione e critica presso accademie e scuole.

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