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Estate Romana 2014? Rimandata a settembre

Estate Romana 2014. Con Short Theatre, Romaeuropa Festival, Teatri di Vetro settembre è il mese del teatro a Roma

 

romaeuropa festival short theatre teatri di vetro 2014SHORT THEATRE 2014
LA RIVOLUZIONE DELLE PAROLE – 4 / 14 SETTEMBRE

E allora si torni a dire, per aver chiaro, farsi carico di una semantica, pronunciare. La parola è un dono e insieme una condanna a prendere parte, affermare per afferrare il fiorire di un pensiero incasellato, solido. Pensare – dunque – poi tornare con l’espressione a chiudere il giro, innescando con essa altri e nuovi pensieri. Non è questo un atto rivoluzionario, circolare, ciclico? La rivoluzione delle parole si chiama Short Theatre 9, nuova edizione del festival romano che chiude l’estate e si promette di aprire invece una stagione rinnovata, arricchita dalla prossima, sperata, riapertura del Teatro India, dai nuovi progetti attorno al Teatro Valle, dal nuovo corso del Teatro di Roma. Questo è ciò che preannuncia Short Theatre? Lo scopriremo a La Pelanda dove da qualche anno il festival si concretizza, da giovedì 4 fino a domenica 14 settembre 2014, con una coda al Teatro Argentina e una ripresa al Teatro India il 25, per la presentazione dei lavori finali dell’École des Maîtres, diretta quest’anno da ricci/forte.
Come ogni anno sono molti gli spettacoli che, trovando minore spazio nelle stagioni invernali, svolgono maggiormente in estate, o a fine estate, il proprio arco evolutivo. Vedremo allora Babilonia Teatri e Antonio Latella, Teatro Sotterraneo, insieme ai Fratelli Dalla Via, vincitori dell’ultimo Premio Scenario. Ma è intensa anche la contaminazione tra drammaturgia e performance, ospitando spettacoli legati alla parola – da ricordare il progetto su Peter Handke già attivo nella scorsa stagione e il focus drammaturgico europeo di Fabulamundi/Playwriting Europe – e percorsi più squisitamente coreutici – tra questi è forse il caso di menzionare artisti come Barokthegreat, Dewey Dell, Kinkaleri, Zaches Teatro, e il progetto EVERY-BODY di Antonio Tagliarini – aprendo anche su panorami internazionali con TransArte e il focus svizzero Swiss Time.
Ma attorno si muove un mondo, un mondo che parla. Questo è l’importante. Questo sarà da verificare. La parola è cenno di coscienza di una comunità, il linguaggio forma e conforma i suoi confini nucleari, stimola l’atto e la potenza, il circuito chiuso in cui si produce pensiero. Insomma, estende conservazione e sviluppa rivoluzione. Che l’arte, per magia, sa legare a un solo filo.

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Simone Nebbia
Twitter @Simone_Nebbia

TEATRI DI VETRO 2014
SPECIE PROTETTA – 15/23 SETTEMBRE

Apriamo gli occhi e guardiamoci intorno. La Roma di questi mesi scorsi è stata teatro di esplosioni e rivolte, capovolgimenti di forze e di equilibri, mutamenti stagionali che hanno spostato eventi, messo in ginocchio rassegne che erano un’istituzione e istituzioni si sono rassegnate a dare e avere senza quasi più nessun criterio. Il panorama è un puntaspilli di crateri ancora fumanti, sulla superficie si muove solo chi ha compreso che fare cultura con le arti vive è qualcosa di costantemente spinto ai termini massimi della sostenibilità; chi si occupa di questo si sente sempre di più in via d’estinzione. E infatti Specie Protetta è il titolo dell’ottava edizione di Teatri di Vetro, un evento che da vetrina era diventato festival facendosi largo tra i ripidi e ombrosi (e storici) lotti popolari del quartiere Garbatella al giro della primavera, tra aprile e maggio, e che oggi tenta di rifiorire in autunno nonostante tutto, all’indomani della riassegnazione dello spazio del Teatro Palladium all’università Roma Tre, per definire, nelle parole della sua direttrice artistica Roberta Nicolai, un «fare» come un avere «cura» per un «oggetto da salvaguardare, perché bello, prezioso, utile, necessario. A tutti». L’habitat di questa specie protetta sarà diviso in pochi “lotti” nevralgici: Teatro Vascello (Monteverde), Scuderie del Villino Corsini (Villa Pamphjli) e Carrozzerie n.o.t. (Piazzale della Radio), con poche escursioni al MoLL – Monteverde Living Lab e a Fondazione Volume!. Si perde dunque – forzatamente – l’idea del teatro nel quartiere, ma si tenta di abitare una città che sempre di più è divisa, appunto, in lotti di quartiere, senza mai perdere la spinta politica. Tra teatro, danza, performance, musica e videosonorizzazioni, il programma è fitto e va dalle eccellenze del contemporaneo locale come Clinica Mammut, Paola Bianchi, Helen Cerina, Leviedelfool, Opera, Valerio Malorni, Nano Egidio e Federica Santoro a generosi innesti di altre latitudini come Carrozzeria Orfeo, Civilleri/Lo Sicco, Fibre Parallele, Garten, Menoventi, gruppo nanou, Punta Corsara e Quotidiana.com, senza farsi mancare momenti musicali come quello di Canio Loguercio, One Circle, Parislamour, Phlox, Tempelhof, Rinus Van Alebeek. Una biodiversità tutta da preservare, come aprendo un libro di botanica e cominciando a contare, figura dopo figura, tutte le venature di una stessa ma plurale famiglia di piante.

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Sergio Lo Gatto
Twitter @silencio1982

Romaeuropa Festival 2014
Linfa vitale – 26 settembre / 29 novembre

Torniamo dove abbiamo cominciato, nel primo paragrafo di questa pagina, alla Pelanda animata da Short Theatre perché una delle novità di questo Romaeuropa Festival è proprio l’adozione degli spazi del ex mattatoio in una forma più attiva degli anni scorsi: la new wave musicale accanto alla consueta Digitalife e ad altri eventi performativi. Spicca in questo contesto il lavoro de Le luci della centrale elettrica, uno spettacolo non solo di canzoni dal titolo Cronache emiliane.
Ma è il tempo delle trasformazioni profonde, come accaduto per Teatri di Vetro anche Romaeuropa ha dovuto rinunciare ad abitare lo spazio storico del Palladium, ora in gestione completa all’Università Roma Tre, ecco allora la nuova collocazione di alcuni importanti interventi al Teatro Brancaccio, luogo che permetterà al festival di misurarsi anche con un pubblico abituato a un approccio meno radicale ai nuovi linguaggi.
Come sempre gli appuntamenti saranno numerosi e interdisciplinari cerchiamo allora un nostro percorso tra le proposte performative più interessanti. L’apertura (24, 25, 26 settembre) è dedicata alla danza, si comincia con Akram Khan e Israel Galván all’Auditorium Conciliazione, per capire invece in che direzione si stiano muovendo le giovani sperimentazioni coreografiche italiane e internazionali basta segnarsi gli appuntamenti della piattaforma DNA. Attesissimo a Roma e non solo è Hamlet di Andrea Baracco (realizzato con un cast d’eccezione, la drammaturgia di Francesca Macrì di Biancofango e scene e luci di Luca Brinchi e Roberta Zanardo (26,27 e 28 settembre), ovvero la scena indipendente alla prova del palco dell’Argentina con il prezioso materiale scespiriano tra le mani. Di seguito due appuntamenti da sold out con ricci/forte e Angelica Liddell. A novembre il festival si incammina per una gita fuori porta, i fiorentini avranno il piacere di assistere a Ubu and the Truth Commission di William Kentridge al Teatro La Pergola. La linea internazionale si rafforza anche con il teatro di Alain Platel e Les Ballets Contemporaines de la Belgique, Coup fatal, sarà all’Argentina il 14 e 15 ottobre. Ma tra gli ensemble italiani da tenere d’occhio troviamo anche Motus con King Arthur, Anagoor con Virgilio Brucia e il ritorno di Giorgio Barberio Corsetti a Roma con un nuovo spettacolo, Gospodin, testo del giovane autore tedesco Philipp Löhle, interpretato tra gli altri da Claudio Santamaria.

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Andrea Pocosgnich
Twitter @andreapox

E POI?…

Alle grandi manifestazioni teatrali che ormai di consueto accolgono il rientro in città quest’anno si affiancano molteplici realtà, attese, travagliate, discusse, attestando la complessità atipica del quadro capitolino, in un mix di forze a volte dispersive, altre corroboranti. Troveremo festival impegnati tra arte e sociale come la II edizione di Fuori Posto (dal 6 al 25 settembre in zona Pietralata) o giovani proposte a cavallo tra cinema libri e palcoscenico, come Gaiaitaliapuntocom Teatro Fest allo Studio Uno (nei week end dal 26 settembre al 2 novembre). Nelle novità di quest’anno rientra Ossigeno, rassegna che dal 16 fino a fine mese aprirà le porte di due importanti luoghi: il Palladium e il più nascosto Istituto Elsa Morante. Sebbene appaia preponderante l’universo musicale – interessante il programma che spazia tra jazz, sonorità etniche e rock – non mancano alcuni momenti performativi, tra l’Emily Dickinson recitata da Manuela Mandracchia o Pasolini filmato di Gianni Borgna, passando infine, come per contrappasso dalla poesia alla cruda realtà, allo spettacolo “più” teatrale, 456 di Mattia Torre.
Più breve, ma non per questo meno interessante, è la XXI edizione di Garofano Verde, rassegna dedicata alla tematica GLBT curata dal critico Rodolfo di Giammarco che per tanti anni fu ospitata dal Teatro Belli e vittima anch’essa degli oramai consueti tagli. L’adesione e il seguito che negli anni è stata in grado di consolidare tuttavia, ne ha permesso però la resistenza. Tale costanza (assieme alla storia e alla qualità dei progetti) è stata riconosciuta dal Teatro di Roma, che inaugurerà la stagione dell’Argentina proprio con quest’iniziativa, ospitando dall’8 al 10 tre spettacoli con un taglio scenico e uno sguardo personali, uniti forse dall’istante anagrafico fotografato: che si tratti della Sicilia di Io, mai niente con nessuno avevo fatto (della giovane ma consolidata Vuccirìa Teatro), dell’America de Un bacio (scritto da Ivan Cotroneo), o semplicemente di un tavolo da bar per Birre e rivelazioni di Tony Laudadio, ancora troppi sono i luoghi dove il primo incontro con l’amore si scontra – ingenuamente, in maniera distaccata oppure con oscura brutalità – con il pregiudizio.

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vai al programma di Garofano Verde

Viviana Raciti
Twitter @Viviana_Raciti

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Sergio Lo Gatto
Sergio Lo Gatto
Sergio Lo Gatto è giornalista, critico teatrale e ricercatore. È stato consulente alla direzione artistica per Emilia Romagna Teatro ERT Teatro Nazionale dal 2019 al 2022. Attualmente è ricercatore presso l'Università degli Studi Link di Roma. Insegna anche all'Alma Mater Studiorum Università di Bologna, alla Sapienza Università di Roma e al Master di Critica giornalistica dell'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica "Silvio d'Amico" di Roma. Collabora alle attività culturali del Teatro di Roma Teatro Nazionale. Si occupa di arti performative su Teatro e Critica e collabora con La Falena. Ha fatto parte della redazione del mensile Quaderni del Teatro di Roma, ha scritto per Il Fatto Quotidiano e Pubblico Giornale, ha collaborato con Hystrio (IT), Critical Stages (Internazionale), Tanz (DE), collabora con il settimanale Left, con Plays International & Europe (UK) e Exeunt Magazine (UK). Ha collaborato nelle attività culturali e di formazione del Teatro di Roma, partecipato a diversi progetti europei di networking e mobilità sulla critica delle arti performative, è co-fondatore del progetto transnazionale di scrittura collettiva WritingShop. Ha partecipato al progetto triennale Conflict Zones promosso dall'Union des Théâtres de l'Europe, dove cura la rivista online Conflict Zones Reviews. Insieme a Debora Pietrobono, è curatore della collana LINEA per Luca Sossella Editore e ERT. Tra le pubblicazioni, ha firmato Abitare la battaglia. Critica teatrale e comunità virtuali (Bulzoni Editore, 2022); con Matteo Antonaci ha curato il volume Iperscene 3 (Editoria&Spettacolo, 2018), con Graziano Graziani La scena contemporanea a Roma (Provincia di Roma, 2013). [photo credit: Jennifer Ressel]

1 COMMENT

  1. Andrea, che fine ha fatto la prima del “Macello di Giobbe” di Paravidino, prevista per il 23 settembre al Valle occupato? Avrà luogo lo stesso, e dove?
    Grazie

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