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Paranza. Un cammino di passione verso la resistenza

foto ufficio stampa
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Siamo abituati a dirci che abbiamo visto tutto, siamo inclini a riporre l’oggetto artistico in un apposito contenitore nello scaffale della nostra memoria. Spesso questa memoria diventa collettiva, nel caso del critico è d’obbligo, e allora usciamo da teatro con l’etichetta pronta da apporre sulla scatola. Così, nella serata del 10 dicembre scorso, al Teatro Tor Bella Monaca, da subito è stato chiaro che vi fosse la necessità di uno sguardo altro, in grado di mettersi in ascolto di un canto poetico e lontano, spirituale e terreno.

Paranza Il miracolo scritto da Katia Ippaso (drammaturga, scrittrice nonché importante voce della critica) e messo in scena da Clara Gebbia e Enrico Roccaforte, comincia con il canto di una donna in rosso – Germana Mastropasqua, soprano dalla presenza magnetica – nel quale viene evocata la “madre di semenza”: siamo in un territorio di mezzo, dove si incontrano religiosità e spiritualità laica. Ma gli spazi si aprono ancora, le carte si mescolano quando dal rosso di una torretta in mezzo al palco spunta una voce: legge il giornale a salti, evidenzia le parole, cerca di resistere al vuoto di locuzioni che narrano di curve economiche, di crisi e ripresa, di un governo che costruisce «case di bambole» per i cittadini dell’Aquila (ma la città non viene mai citata esplicitamente) e pretende che vengano restituite così come le ha fornite, bicchieri e posate compresi.

foto ufficio stampa
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La sfida dello spettacolo è proprio in questo passaggio, nel tentativo di tenere insieme la carne sofferente, dilaniata dalla realtà che ci circonda e lo spirito che trascende il reale rivolgendosi all’assoluto, non a caso il progetto è uno dei vincitori dell’ultimo bando dei  Teatri del Sacro. I testi dell’autrice si muovono in questi territori di scambio con maestria, passando da registri lirici (con versi anche in rima) a dialoghi, mantenendo però la rarefazione necessaria all’impianto scenico.

La regia di Gebbia e Roccaforte procede con delicatezza tenendo le fila di un lavoro di cui si intravede un progetto di compagnia: nelle luci chiaroscurali di Michelangelo Vitullo, nella scenografia dinamica realizzata da Kallipigia architetti – totem e quinto attore della compagnia – , nella direzione musicale di Antonella Talamonti, vi è un disegno complessivo che certamente ha bisogno di un periodo di rodaggio e di messa a punto di certi equilibri, ma che già mostra un progetto di ricerca di ampia portata.

Agli attori (oltre alla già citata Mastropasqua, Nenè Barini, Alessandra Roca e lo stesso Enrico Roccaforte) sta l’arduo compito di traghettare i fantasmi di quattro personaggi dispersi tra le macerie del presente. La giovane donna senza casa a causa del sisma, l’anziana malata che vede il suo futuro in una clinica, il rampante responsabile delle risorse umane che per un perverso contrappasso perde il posto e non può più vedere in faccia il figlio, «non voltarti» gli dice, la cantante a cui non è permesso lavorare con la propria arte. Ippaso è abile a far camminare queste anime in un percorso esistenziale che vede però la propria origine nei mali concreti del quotidiano. Non c’è assoluzione, sono vittime e colpevoli, quando sulla strada trovano «il benefattore, l’uomo che fa i miracoli» all’unisono scandiscono la misera preghiera vendendo anche la propria coscienza: «io ti faccio il voto, io te lo do il voto». Gli sfortunati debbono misurarsi in un percorso di sacrificio verso la resistenza (non a caso la paranza è anche una barca), con la struttura sulle spalle, come in quelle feste dei piccoli centri della nostra Italia dove tutto il paese si unisce per portare il peso del santo tra urla, preghiere, doni e fiori. Qui il trono è vuoto: non c’è santo a cui votarsi, ma c’è la volontà di resistere, fino al Giorno del Giudizio.

Andrea Pocosgnich
twitter @andreapox

Visto al Teatro Tor Bella Monaca [cartellone 2013/2014] dicembre 2013

prossime date:
– 11 dicembre Teatro Elsa Morante
– 12 dicembre-Teatro del Lido di Ostia

PARANZA
IL MIRACOLO

progetto C. Gebbia, K. Ippaso, E. Roccaforte, A. Talamonti
drammaturgia Katia Ippaso
con Nené Barini, Germana Mastropasqua, Alessandra Roca, Enrico Roccaforte
musiche originali e direzione musicale Antonella Talamonti
regia Clara Gebbia ed Enrico Roccaforte

Umane Risorse, Teatro Iaia e Teatri del Sacro

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Andrea Pocosgnich
Andrea Pocosgnichhttp://www.poxmediacult.com
Andrea Pocosgnich è laureato in Storia del Teatro presso l’Università Tor Vergata di Roma con una tesi su Tadeusz Kantor. Ha frequentato il master dell’Accademia Silvio D’Amico dedicato alla critica giornalistica. Nel 2009 fonda Teatro e Critica, punto di riferimento nazionale per l’informazione e la critica teatrale, di cui attualmente è il direttore e uno degli animatori. Come critico teatrale e redattore culturale ha collaborato anche con Quaderni del Teatro di Roma, Doppiozero, Metromorfosi, To be, Hystrio, Il Garantista. Da alcuni anni insieme agli altri componenti della redazione di Teatro e Critica organizza una serie di attività formative rivolte al pubblico del teatro: workshop di visione, incontri, lezioni all’interno di festival, scuole, accademie, università e stagioni teatrali.   È docente di storia del teatro, drammaturgia, educazione alla visione e critica presso accademie e scuole.

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