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Buonanotte ai sogni e alla vita. Istantanee di Quartiatri

foto di Igor Scalisi Palminteri

Giovani annichiliti, dormono aspettando di vivere, li culla il nulla, ammortizza il peso della loro fragile esistenza il vuoto. La vita scorre accanto a loro, ma questi esseri assistono in terza persona, nessuno allunga una mano per sentirne il sapore, guardarla in faccia. Forse sonnecchiano dietro quegli occhiali che nascondono lo sguardo, sognano, si illudono, si sentono schiacciati da un avvenire senza volto, senza spessore, senza peso. Si identificano in un gruppo-massa, ma poi cercano disperatamente la loro identità, la possibilità di emergere da un magma in cui l’assenza è il peggiore rischio. Sono cinici, crudeli, vuoti, avvolti dall’onda del tempo, ora lento e piatto, ora schizofrenico e martellante, come un ritmo da discoteca. Sembrano la materializzazione di un fumetto a cui dicono di ispirarsi, queste giovani promesse del teatro siciliano contemporaneo, i Quartiatri che, dal loro debutto, si sono imposti sulla scena con questo spettacolo Buonanotte, lavoro nuovo e intelligente, alla ricerca di un linguaggio corporeo originale, immediato, mai banale.

La regia è di Dario Muratore e in scena ci sono Dario Mangiaracina, Chiara Muscato, Marcella Vaccarino, Gisella Vitrano, tutti giovanissimi, ma davvero bravi a dare caratteristiche giocose, grottesche, allampanate a quattro ragazzi parcheggiati su un muretto, tutti uguali, tutti diversi, inquieti, annoiati, alla deriva dei loro stessi sogni: il successo a tutti i costi, un successo facile, immediato, immotivato. Il mondo della televisione viene studiato dalla “secchiona” del gruppo con accanimento, ma senza cogliere il senso profondo di quelle parole ripetute in modo meccanico, a-critico. Si coglie forse una sfiducia anche nei confronti del sapere quando si limita ad essere una superficiale ripetizione di conoscenze. Chiusi in un mondo cristallizzato dove non accade nulla, ogni evento è una successione infinita di banalità, quasi istantanee che, a lampi, illuminano una vita incomprensibile. Si lasciano vivere come bloccati da una prospettiva asfittica, limitata, bidimensionale, hanno ormai assorbito il senso del ridicolo, dell’impotenza, della frustrazione che sono diventati linguaggio comune, orizzonte condiviso, parametro riconoscibile e, perfino, rassicurante. Anche il tempo è vuoto e non esiste, a volte si inceppa il meccanismo che rende fluida l’esistenza e allora, si affacciano le incertezze, si annullano quelle spinte positive che pure tentavano di emergere, si vanifica ogni tensione verso l’affermazione di sé e del proprio modo di essere. Nonostante qualche incertezza nella costruzione drammaturgica, si apprezza dello spettacolo questa critica feroce, attraverso l’arma dell’ironia e dell’alternarsi dei punti di vista, verso un mondo giovanile contagiato da una progressiva e profonda insicurezza.

Filippa Ilardo

BUONANOTTE
testo originale e regia Dario Muratore
con Dario Mangiaracina, Chiara Muscato, Marcella Vaccarino, Gisella Vitrano
scenografia e foto di scena Igor Scalisi Palminteri
disegno luci Daniela Lo Re
produzione Compagnia Quartiatri
in collaborazione con Teatro dei Cantieri

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