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Il giardino dei ciliegi: Paolo Magelli e la promessa mancata di un Cechov contemporaneo

Il ventre del teatro, le mura nude del Metastasio con tutti i suoi spazi interni, le porte aperte dove lo sguardo rincorre i personaggi fino a un mondo sconosciuto, ecco la scena dove Paolo Magelli fa muovere – si tenga presente il verbo propulsore di un teatro che ha ambizioni fisiche palesemente est-europee (Nekrosius e certi artisti baltici) – i personaggi di questo suo terzo appuntamento con Il giardino dei ciliegi di Anton Cechov. Terzo perché il neo direttore dello stabile toscano ne avena già messi in scena due, uno a Zagabria e uno a Wuppertal. Una spinta irrefrenabile insomma quella del regista pratese per il classico del drammaturgo russo ed è proprio una ventata dal sapore est-europeo quella che ha invaso il Metastasio fino a domenica scorsa, data dell’ultima replica dello spettacolo in casa prima di raggiungere l’altro polo produttivo dell’impresa, quello Stabile della Sardegna che la ospiterà al Teatro Massimo di Cagliari dal 9 al 18 dicembre e che ha contribuito anche con i propri attori.
Un Giardino dei ciliegi che nasce nel segno dell’incontro, a detta del regista, tra Stanislavskij e Mejerchol’d. Ma quale Stanislavskij? Quello istituzionalizzato del metodo e del realismo a ogni costo oppure quello ultimo che si contraddice abbandonando proprio quel realismo?

Il tentativo di strappare via dalle corde degli attori cliché e impostazioni accademiche è apprezzabilissimo: Magelli li fa correre continuamente, si abbracciano, divincolano, si spogliano e si lasciano andare perfino ad accenni di acrobatica o inattesi slanci muscolari. Ljubov’ interpretata da Valentina Banci si misura ad esempio con una spaccata in proscenio, Sarlotta Ivanovna (Valeria Cocco) non si risparmia tra giochi di prestigio e improbabili contorsioni. Ma non è questa la cifra “problematica” dello spettacolo, è il lavoro fatto sulla recitazione a non convincere del tutto. Poche le sfumature colte in voci e volti sin troppo contriti (Varja interpretata da Elisa Cecilia Langone) oppure ottusamente spensierati come per Anja di Sara Zanobbio e Leonid Andeevi Gaev al quale Mauro Malinverno presta la proria maschera. La straripante allegria che fino a poco prima della perdita della tenuta con il famoso giardino dei ciliegi è il motore dello spettacolo e delle interpretazioni attoriali non è portata alle estreme conseguenze – quando invece avrebbe potuto rappresentare la frivola borghesia che continua a giocare di fronte alla disfatta, come se in abiti da sera danzassero su un vecchio ponte al di sopra del nulla – ma sembra più che altro essere il contraltare misurato di un pathos pronto a cadere nel tranello di parodiare involontariamente se stesso. La vocalità degli attori raramente si lega al piano performativo ricercato da Magelli creando così uno spettacolo a due binari che non illumina in modo particolare il testo nelle sue possibili interpretazioni.
Nelle tre ore di spettacolo assistiamo a una serie infinita di affondi, le scene madri si moltiplicano verso un finale che si tradisce continuamente in un’affaticante altalena emotiva, con tratti di rara bellezza, senza però riuscire a compiersi definitivamente.

Andrea Pocosgnich

visto al Teatro Metastasio [programma 2011/2012] Prato

IL GIARDINO DEI CILIEGI
di Anton Pavlovič Čechov
traduzione di Paolo Magelli
drammaturgia Željka Udovičić
scene Lorenzo Banci
progetto luci Roberto Innocenti
costumi Leo Kulaš
musiche Arturo Annecchino
con Valentina Banci, Francesco Borchi, Valeria Cocco,
Daniel Dwerryhouse, Corrado Giannetti, Elisa Cecilia Langone,
Mauro Malinverno, Fabio Mascagni, Paolo Meloni,
Silvia Piovan, Luigi Tontoranelli, Sara Zanobbio
regia Paolo Magelli
Produzione TEATRO METASTASIO STABILE DELLA TOSCANA / TEATRO STABILE DELLA SARDEGNA

Prossime date tournée:

dal 9 al 18 dicembre > teatro massimo cagliari

19 e 20 dicembre > teatro verdi sassari

dal 12 al 15 gennaio > arena del sole bologna

17 gennaio > teatro comunale gorizia

dal 18 al 22 gennaio > teatro goldoni venezia

24 gennaio > teatro comunale montegrotto padova

25 gennaio > teatro bojardo scandiano reggio emilia

27 gennaio > teatro della rosa pontremoli massa

28 gennaio > teatro dei coraggiosi pomarance

dall’1 al 4 febbraio > teatro nuovo giovanni da udine

6 febbraio > teatro zancanaro sacile

dal 9 al 12 > teatro comunale bolzano

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Andrea Pocosgnich
Andrea Pocosgnichhttp://www.poxmediacult.com
Andrea Pocosgnich è laureato in Storia del Teatro presso l’Università Tor Vergata di Roma con una tesi su Tadeusz Kantor. Ha frequentato il master dell’Accademia Silvio D’Amico dedicato alla critica giornalistica. Nel 2009 fonda Teatro e Critica, punto di riferimento nazionale per l’informazione e la critica teatrale, di cui attualmente è il direttore e uno degli animatori. Come critico teatrale e redattore culturale ha collaborato anche con Quaderni del Teatro di Roma, Doppiozero, Metromorfosi, To be, Hystrio, Il Garantista. Da alcuni anni insieme agli altri componenti della redazione di Teatro e Critica organizza una serie di attività formative rivolte al pubblico del teatro: workshop di visione, incontri, lezioni all’interno di festival, scuole, accademie, università e stagioni teatrali.   È docente di storia del teatro, drammaturgia, educazione alla visione e critica presso accademie e scuole.

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