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Cantare l’enciclopedia. L’ordine del discorso di Joris Lacoste

Al Kunstefestivaldsarts di Bruxelles abbiamo visto Suite N°3 ‘Europe’ di Joris Lacoste, terza tappa dell’imponente progetto Encyclopédie de la parole. Recensione

Joris Lacoste
Ph. Frédéric Iovino

Se la frammentarietà caratterizza il ritmo della modernità, la post-post-modernità in cui navighiamo si può raccontare con tracce sincopate, con frammenti di realtà che riflettano – come tasselli di un mosaico in costante formazione – i colorati riflessi dell’amalgama complessa in cui l’umanità, chiassosa, si avvicenda. Così l’ultima grande opera del critico tedesco Walter Benjamin – Passagenwerk – è un montaggio di impressioni, idee, riferimenti, frammenti, “stracci”, che nel loro accostarsi fanno emergere significati inediti.
Così – seguendo un tracciato di senso altrettanto discontinuo – appare la drammaturgia composta da Joris Lacoste per il più recente appuntamento della Encyclopedie de la parole, progetto artistico collettivo che riunisce diverse personalità dall’arte e dalla sociolinguistica intorno al tema dell’oralità, nelle sue varie forme, con l’intento di costruire un inventario di parole registrate.

Il terzo raccordo di questo prospetto si chiama Suite N°3 ‘Europe’ e lo abbiamo visto al KVS Box, in occasione del Kunstenfestivaldasarts, a Bruxelles. Lo spazio scenico è stagliato da morbide stoffe candide, drappeggi che disegnano un luogo abitato da Bianca Iannuzzi, Laurent Deleluil e dal pianoforte a coda, suonato da Denis Chouillet. Mentre Suite N°1 ha impresso lo sguardo sull’evoluzione del parlato, tra vagiti neonatali e articolazione del discorso, Suite N°2 (visto a Oporto nel 2016) – attraverso le armonie di un coro di cinque performer – ha intrapreso lo studio dei frammenti, restituiti con una polifonia vocale, indagando gli effetti – in particolare quelli non desiderati – delle parole. Questo esperimento costituisce il passo preliminare al più ambizioso Suite N°3 – Europe, dove due cantanti e un pianista articolano una composizione cantata di estratti in ventiquattro lingue. Il repertorio è vasto e varia di registro e coloritura: dai sermoni paternalistici e omofobici di un imam, al linguaggio neutro e pulito di un europarlamentare danese, passi di opera in italiano, canzoni squisitamente pop, recriminazioni xenofobe, istruzioni di salvataggio, chiacchiericcio di una youtuber così fino a costruire un tappeto vocale intarsiato e contraltato dalla composizione sonora e musicale firmata di Pierre-Yves Macé, dove trovano spazio – tra gli altri – Lieder tedeschi, melodie francesi, fados portoghesi. Questo mélange musicale proviene da un’analisi e trascrizione delle parole, estratte dai documenti sonori, che ha fornito un’impalcatura a partire dalla quale capire e interpretare il mondo.

Joris Lacoste
Ph. Frédéric Iovino

Le 24 lingue parlate provengono dall’Unione Europea e compongono il ritratto di una mescolanza di tracce reali del mondo che, giustapposte secondo l’acuta logica drammaturgica e estetica di Joris Lacoste, si illuminano reciprocamente di senso, dando di volta in volta una gradazione differente: all’orrore della xenofobia più esplicita cede il passo il divertimento per il vociare disordinato di una youtuber, riproducendo da un punto di vista formale lo stilema, a tutti noto, del musical ma creando un attrito fertile tra la forma e il contenuto.
Sconquassando l’ordine dei discorso, Joris Lacoste con sguardo penetrante e sarcastico – che non diventa mai sardonico o giudicante – propone uno spettacolo elegante ed efficace. A tratti duro, capace com’è di tenere insieme schegge di passato e presente, da cui intravedere minacciosi i frammenti di futuro.

Giulia Muroni

Tournée
04/07/2018 > 07/07/2018 — Rakvere — Baltoscandal

ENCYCLOPÈDIE DE LA PAROLE – Suite n°3 Europe
Conception Encyclopédie de la parole
Composition et mise en scène Joris Lacoste
Composition et création musicale Pierre-Yves Macé
Interprétation Bianca Iannuzzi, Laurent Deleuil et Denis Chouillet (piano)
Collaboration artistique Elise Simonet
Chorégraphie Lenio Kaklea
Scénographie et lumière Florian Leduc
Son Stéphane Leclercq
Costumes Ling Zhu
Chef de chant Vincent Leterme
Coaching vocal Valérie Philippin
Stagiaire à la mise en scène François Bourrier
Traduction – gestion de projet Marie Trincaretto
Relecture et corrections Julie Etienne

Langues anglais, français, néerlandais, allemand, portugais, hongrois, polonais, roumain, croate, danois, maltais, italien, gaélique, tchèque, slovaque, espagnol, finnois, bulgare, grec, estonien, letton, lituanien, suédois, slovène, flamand

Coordinateurs de collecte, Joris Lacoste, Valérie Louys, Marion Siéfert, Elise Simonet

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Giulia Muroni
Giulia Muroni
Giulia Muroni, giornalista pubblicista, lavora per Sardegna Teatro dal 2017. Per il TRIC cura la programmazione artistica del festival Giornate del Respiro, è referente di alcuni progetti europei larga scala, è direttrice responsabile del magazine anāgata, componente della giuria del Premio Scenario e è responsabile dell'ufficio stampa. Lavora inoltre per Fuorimargine – Centro di produzione di danza e delle arti performative della Sardegna, per il quale si occupa di programmazione artistica e ufficio stampa. Ha pubblicato su diverse testate giornalistiche e scientifiche, riguardo ai temi dell'arte performativa, della filosofia del corpo e del portato politico dei processi artistici nei territori e nelle marginalità. Nata a Cagliari, è laureata in filosofia all'Università di Siena, si è specializzata all'Università di Torino e ha conseguito all’Università di Roma3 un Master di II livello in Arti Performative e Spazi Comunitari. Ha effettuato un tirocinio alla DAS ARTS di Amsterdam, nel periodo della direzione di Silvia Bottiroli. Ha beneficiato del sostegno Assegni di Merito e Master&Back della Regione Autonoma della Sardegna per i risultati del percorso accademico.

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