Il Teatro Biblioteca Quarticciolo ha da poco riaperto, tra i primi spettacoli abbiamo visto Tranquillo Prof la richiamo io, di Christian Raimo con Carlo De Ruggieri. Recensione
C’è un quartiere che attendeva da più di un anno la riapertura del proprio teatro, da tempo ostaggio di beghe, cavilli e lentezze burocratiche. Qualche settimana fa nella serata di riapertura sembrava che la cittadinanza volesse prendere d’assalto palco e platea. Un’occupazione, di gioia. Ora però quelle poltrone devono essere occupate quotidianamente, di sera in sera, per ricostruire il rapporto assopito con il territorio. Riportare l’abitudine all’acquisto del biglietto, alla scelta dello spettacolo, a una serata fuori casa – tra i prossimi appuntamenti di caratura nazionale Oscar De Summa e Frosini/Timpano. Insieme a Veronica Cruciani e allo staff si sta spendendo anche Ascanio Celestini; tutto è valorosamente tenuto in piedi con l’esiguo finanziamento del Comune di Roma, ma solo fino a giugno 2017. In questi mesi, si spera il prima possibile, l’amministrazione dovrà capire che strada prendere, se un’estensione della convenzione con l’attuale gruppo di lavoro oppure se bloccare tutto per l’ennesima volta e riassegnare gli spazi utilizzando lo strumento del bando.
Tra i primi lavori, in un cartellone che gestisce con parsimonia le esperienze popolari e quelle più ricercate, si è messo in mostra anche un progetto ai primi (ma promettenti) passi, Tranquillo Prof la richiamo io, presentato come un reading di un testo di Christian Raimo, diretto da Veronica Cruciani e con l’interpretazione di Carlo De Ruggieri. Ma i fogli, che solitamente nelle letture fungono da quarta parete inviolabile, allontanando lo spettatore dall’azione teatrale, qui spariscono dopo poco tempo dall’attenzione. Il lavoro di De Ruggeri (a teatro lo incontrammo qualche anno fa con Stare meglio oggi) non potrebbe abbinarsi meglio con la scrittura di Raimo – in questo caso derivata anche dalla personale esperienza di insegnante. Se l’attore incarna perfettamente un certo stereotipo di intellettuale (in questo caso sarebbe meglio dire di ex intellettuale) allampanato, un po’ goffo, stempiato e con gli occhiali; il testo dello scrittore romano lavora su un ribaltamento estremizzato (ma credibile a giorni nostri) per il quale il professore in virtù della ricerca di amicizia con i suoi alunni ne diventa l’ombra, quasi lo stalker. Si nutre della loro giovinezza per lenire la propria nostalgia. In questo mondo al contrario immaginato da Raimo (dall’omonimo romanzo pubblicato con Einaudi) sono gli stessi alunni a pretendere un approccio più ortodosso, a chiedere Leibniz invece del dibattito, a preferire Vienna ad Amsterdam per l’abituale gita scolastica.
Il racconto procede per salti, dal primo giorno di scuola, nel quale il professore arriva in anticipo per assaporare l’atmosfera, desiderando lasciarsi subito andare – vorrebbe aspettare i ragazzi sotto la scrivania –, fino alle vacanze estive. È metodico questo insegnante interpretato da De Ruggeri, dedito più a cercare di consolare gli studenti dopo una disavventura amorosa che a lavorare sulla lezione. Lentamente la sua diventerà una mania, tanto folle quanto comica, che lo porterà a chiamare i ragazzi nelle ore e nei momenti più improbabili, o addirittura a seguirli fino a Vienna, dove non era stato invitato.
Ma c’è anche qualcosa di apertamente umano e genuinamente patetico nel personaggio reso con sincerità e precisione: è proprio in questo scivolamento del prof nelle giovani vite dei suoi alunni, nel bisogno primario di appropriarsi di un’immagine passata o di una visione di sé stesso mai esperita, per vincere la solitudine e il dolore.
Andrea Pocosgnich
Ottobre 2016, Teatro Biblioteca Quarticciolo, Roma
Tranquillo Prof la richiamo io
di Christian Raimo
reading teatrale con Carlo De Ruggieri
a cura di Veronica Cruciani
CrAnPi Associazione