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Residenze artistiche: piccoli e grandi presidi culturali del Lazio e d’Italia

Residenze artistiche: a Frosinone e Montopoli in Sabina una due giorni di discussione sui temi legati alle residenze artistiche. Ecco un diario ragionato dell’evento organizzato da Errare Persona (residenza Multidisciplinare di Frosinone) e Teatro delle Condizioni Avverse  (Residenza Multidisciplinare della Bassa Sabina)

Emergono soprattutto due riflessioni in seguito alla serie di appuntamenti organizzati da alcune residenze teatrali del Lazio vincitrici del contributo ministeriale relativo all’articolo 45 del DM 1 luglio 2014, una è di tipo regionale e riguarda la possibilità delle residenze e dei teatri del Lazio di guadagnarsi quella visibilità che da sempre in questa zona è appannaggio solo della capitale. Roma è una sorta di città estesa che rischia di drenare attenzione, fondi e pubblico a quelle iniziative che virtuosamente nascono e operano fuori dal GRA. L’altro dato emerso, sia nell’incontro di Arsoli che nella due giorni di Frosinone e Montopoli, riguarda l’eterogeneità dei soggetti che beneficiano dell’Art 45, ovvero di quelle residenze finanziate anche dal Mibact attraverso un capitolo del Fus. Bisogna sottolineare – come ha evidenziato Lucio Argano (docente e presidente della Commissione Teatro al Mibact) dopo il suo intervento in risposta a una domanda nella giornata organizzata dal Teatro delle Condizioni Avverse a Montopoli in Sabina – che in questo caso il Ministero non fa altro che finanziare i soggetti indicati dalle regioni.

Una delle ripercussioni positive della riforma (abbiamo parlato spesso della nuova gestione del Fus) è legata certamente alla messa in moto di una serie di dinamiche di sistema che finalmente possono far emergere e mettere in relazione le compagnie e gli artisti che gestiscono le residenze. È un primo passo, però la responsabilità è nelle mani delle regioni, alcune infatti non hanno partecipato e non si sono occupate di selezionare le residenze, come accaduto nel caso della Liguria nonostante la presenza di nuclei artistici e produttivi ormai affermati come quello del Teatro Akropolis.
Ecco la possibilità è proprio questa, per una volta, mettere a confronto esperienze diverse vuol dire anche svolgere un lavoro comparativo tra i numerosi esempi di politiche locali. E qualcosa che potrebbe apparire banale si manifesta invece come la spinta a interessarsi dell’altro, di qualcuno che a distanza di centinaia di chilometri svolge un lavoro simile, ma con metodi diversi e una diverso accompagnamento istituzionale.

Nella prima dei due giorni di confronto, a Frosinone, ospitati da Errare Persona nella nuova Accademia delle Belle Arti, questo tema della “diversità” è emerso in maniera netta negli interventi. Se dell’esperienza napoletana di Lello Serao (Residenza Teatri Associati di Napoli) colpisce la dedizione verso la frontiera, dove il teatro contemporaneo non è così lontano dalla terra dei fuochi, dell’esperienza pugliese raccontata da Francesca D’Ippolito (Residenza Ass. Tra il Dire e il Fare) emerge ancora una volta la capacità della passata gestione politica di organizzare una filiera produttiva efficace, ma anche la prospettiva ottimista di chi, guardando a un futuro non più certo come quello degli anni passati, si rimbocca le maniche senza abbattersi rivendicando anche la necessità di soffermarsi sui contenuti invece che sulle problematiche. Non manca la prospettiva di chi è diventato residenza come ulteriore sviluppo di un lungo processo, è il caso di Cirko Vertigo. Fondato da Paolo Stratta, è una scuola di circo contemporaneo riconosciuta come ente di formazione dalla regione Piemonte, produce spettacoli e ora è anche un polo per l’accompagnamento nella creazione dei nuovi artisti e gruppi. Da Sansepolcro, Caterina Casini (Laboratori Permanenti) ha raccontato come il lavoro a stretto contatto con l’istituzione comunale negli anni abbia dato notevoli risultati e lasciato sul territorio la presenza di un importante polo culturale come una scuola di teatro comunale; percorso da cui è nata, insieme a Kilowatt Festival, la residenza.

Determinante per la discussione anche l’apporto degli artisti in residenza: Mauro Santopietro mette al centro la problematica relativa all’intermittenza. A fronte di una importante possibilità data all’artista, questi spesso è costretto a proseguire il lavoro in altri modi e luoghi. Inoltre per il regista e attore «l’esperienza andrebbe accompagnata da un referente politico che viva le stesse difficoltà».

Ma ciò che accomuna le diverse specificità è il radicamento sul territorio. A Frosinone per lo sviluppo del progetto di Indigena Teatro, Padre e Figlio sotto spirito, è stata centrale la collaborazione del conservatorio. E anche quando non gestiscono veri e propri spazi teatrali molti dei soggetti in residenza dimostrano una propensione per l’adattamento. Serena Facchini spiega come il luogo abitato da Residenza Is (Cooperativa Sociale Circolo Industria Scenica Onlus) si sia innestato in una vecchia balera a Vimodrone in provincia di Milano.
Nel capoluogo laziale la stagione del contemporaneo avviene all’interno di una ex palestra. Damiana Leone di Errare Pesona spiega come gli artisti coinvolti in residenza, debbano alternare il proprio lavoro con quello di compagnie e associazioni dilettantistiche. Una carenza di spazi che in questo caso verrà sopperita da una futura ristrutturazione del vecchio macello cittadino promessa dal Sindaco.

Emergenza emersa anche nella seconda giornata di incontri organizzata dalla residenza multidisciplinare della Bassa Sabina, ovvero Teatro delle Condizioni Avverse. Anche qui la questione principale rimane la connessione che nel migliore dei casi dovrebbe esserci tra questo principio di radicamento nel territorio e la fase di creazione artistica. Insomma un artista ospitato in residenza per sviluppare una fase del proprio lavoro deve necessariamente essere permeabile a ciò che accade intorno? E come può restituire l’ombra di un gesto artistico alla collettività senza proporre un’apertura pubblica del proprio percorso?

Moderatore dell’incontro pomeridiano a Montopoli, Lucio Argano sottolinea come alcuni caratteri delle residenze artistiche siano da preservare, nello specifico Argano ha parlato di libertà e auto-organizzazione.
Nella biblioteca intitolata ad Angelo Vassallo la discussione si sposta anche sull’opportunità di agire sul pubblico con un lavoro di formazione, per poi tornare sulle testimonianze delle singole esperienze e sulla relazione tra artista e territorio. Anna Maria De Luca della residenza calabrese di Badolato sottolinea l’importanza di un teatro partecipato, di coinvolgere il pubblico anche semplicemente invitandolo alle prove aperte. Giancarlo Luce, del Teatro delle forche di Massafra, in Puglia, evidenzia ancora il fattore legato al decentramento, ovvero la necessità di lavorare su un pubblico periferico, lontano dalle possibilità culturali dei grandi centri.

E a pensarci bene questa rimane  forse  la ricchezza più evidente nella geografia sempre più dinamica delle residenze legate alle arti performative: questi progetti, ora premiati anche dal Ministero (ma il medesimo discorso vale anche per alcuni di quelli che il traguardo ministeriale ancora non lo hanno raggiunto) sono dei veri e propri presidi culturali. Basta guardarsi intorno proprio qui a Montopoli e dare uno sguardo al lavoro del Teatro delle condizioni Avverse, raccontato efficacemente con una serie di fotografie di Francesco Galli. Sbaglia dunque chi tra politici e dirigenti li considera come Start Up, come se potessero sviluppare il loro business al pari di un’azienda, come se loro, appunto, si occupassero di business.

D’altra parte però è lo stesso Argano – nonostante i numerosi problemi, su tutti il ritardo di molte regioni nel confermare (o non confermare) i finanziamenti alle residenze tramite bando – a fine incontro a parlare di una situazione che si rispecchia nell’immagine del bicchiere mezzo pieno e sprona i soggetti a lavorare su un doppio piano di valutazione, rispetto a quello che è stato l’accompagnamento istituzionale (nazionale e locale), ma anche rivolgendo uno sguardo al proprio lavoro.

Andrea Pocosgnich

visita il sito residenzeartistiche.it

visita il sito dedicato alla residenza Errare Persona

su Twitter tutti gli interventi con l’hashtag #residenzeartistiche

maggiori info sul programma Residenze A Confronto | 23 E 24 Marzo | Frosinone E Montopoli Sabina

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Andrea Pocosgnich
Andrea Pocosgnichhttp://www.poxmediacult.com
Andrea Pocosgnich è laureato in Storia del Teatro presso l’Università Tor Vergata di Roma con una tesi su Tadeusz Kantor. Ha frequentato il master dell’Accademia Silvio D’Amico dedicato alla critica giornalistica. Nel 2009 fonda Teatro e Critica, punto di riferimento nazionale per l’informazione e la critica teatrale, di cui attualmente è il direttore e uno degli animatori. Come critico teatrale e redattore culturale ha collaborato anche con Quaderni del Teatro di Roma, Doppiozero, Metromorfosi, To be, Hystrio, Il Garantista. Da alcuni anni insieme agli altri componenti della redazione di Teatro e Critica organizza una serie di attività formative rivolte al pubblico del teatro: workshop di visione, incontri, lezioni all’interno di festival, scuole, accademie, università e stagioni teatrali.   È docente di storia del teatro, drammaturgia, educazione alla visione e critica presso accademie e scuole.

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