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Maniaci d’Amore. Un gioco, sul serio.

QUINTA DI COPERTINA. Trilogia del gioco. Tre testi di Maniaci d’Amore con una postfazione di Dario Tomasello

maniaci damore
Foto Marta Gentilucci

Seguiamo gli sviluppi della drammaturgia testuale, lo facciamo con la curiosità dovuta a un’intenzione teatrale in cui intercettare la prossima fertilità scenica. Eppure il teatro di fine Novecento ha prodotto sempre maggiori risultati da un’articolazione linguistica partorita per impeto giocoso, per abitazione di una situazione drammatica che fosse scaturigine di parole quindi già adattate, in contrasto con la tradizione più letteraria di una testualità conclusa in pagina e, almeno in parte, schematizzata. La generazione più giovane ha dunque trovato esempio di un crescente teatro d’attore-autore che ricercava la propria espressione direttamente dallo spazio scenico, inabissando parole nel proprio corpo affinché ne escano cariche di una forza organica, intima.
Maniaci d’Amore (Luciana Maniaci e Francesco d’Amore) si sono incontrati artisticamente a Torino, mossi entrambi da una vocazione che credevano scritta, fissa in una gabbia attraverso le cui inferriate cercare una fuga d’evocazione, come capita alla buona letteratura. Ma in quell’incontro si annidava una vocazione limitrofa, la parola agita e l’eco mascherata di una drammatizzazione in divenire, svelata per quella scoperta sorprendente del teatro.

Da questo incontro nascono i tre testi, scritti tra il 2010 e il 2014, che compongono la Trilogia del gioco e sono contenuti nel volume omonimo edito da Editoria & Spettacolo per la collana Faretesto, diretta da Dario Tomasello (Roma, 2015): Il nostro amore schifo, Biografia della peste, Morsi a vuoto. Gli autori, anche interpreti di ognuno dei tre spettacoli, sviluppano dinamiche di relazione cercando di evidenziarne i punti nevralgici, quando non nevrotici, di cui è frutto ogni particolare connubio, che sia di affinità o di distanza. Che si tratti della coppia, di un rapporto familiare, dell’indagine psicanalitica, i personaggi tratteggiati aspirano a far nascere una comprensione delle proprie necessità quasi infantile eppure coerente, ognuno animato da un’espressività immediata, che giunge a noi con una caratura ironica e una spigliatezza d’opinione non comune in esperienze coeve. Sarà proprio questo a stimolare il loro «scrivere sulla sabbia», la convinzione un po’ sfrontata che un’azione sul palco sia davvero un atto in platea, quella dedizione al “gioco” del teatro che appena lo dici non è più, che se lo afferri è un’ombra, se lo metti in scena, lo togli da te. Perché ci resti più a lungo. Forse.

Simone Nebbia

TRILOGIA DEL GIOCO
Il nostro amore schifo / Biografia della peste / Morsi a vuoto
di Maniaci d’Amore
(collana Faretesto. Direttore Dario Tomasello)
edizione Spoleto (PG)/Roma
Pagine 124
Prezzo € 13,00
ISBN 978-88-97276-66-1

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Simone Nebbia
Simone Nebbia
Professore di scuola media e scrittore. Animatore di Teatro e Critica fin dai primi mesi, collabora con Radio Onda Rossa e ha fatto parte parte della redazione de "I Quaderni del Teatro di Roma", periodico mensile diretto da Attilio Scarpellini. Nel 2013 è co-autore del volume "Il declino del teatro di regia" (Editoria & Spettacolo, di Franco Cordelli, a cura di Andrea Cortellessa); ha collaborato con il programma di "Rai Scuola Terza Pagina". Uscito a dicembre 2013 per l'editore Titivillus il volume "Teatro Studio Krypton. Trent'anni di solitudine". Suoi testi sono apparsi su numerosi periodici e raccolte saggistiche. È, quando può, un cantautore. Nel 2021 ha pubblicato il romanzo Rosso Antico (Giulio Perrone Editore)

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