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Michele Beltrami nella rete di Straligut Teatro

Michele Beltrami con Buonasera. Il disumano e disperato caso di Michele Beltrami inserito nella rassegna Teatrinscatola. Recensione

 

Foto di Alessia Bruchi
Foto di Alessia Bruchi

Lo spettacolo è finito, il teatro è ormai chiuso e la nostra serata si appresta a concludersi in un’osteria senese a pochi passi da Piazza del Campo. Nell’attesa che si liberi il tavolo proseguiamo a chiacchierare con Michele Beltrami. Si discute della necessità sempre più incombente di reti, ponti e incontri che leghino insieme artisti e critici, il pubblico, i direttori dei teatri e i teatri stessi, i cui confini solo negli ultimi anni stanno smussandosi grazie al lavoro congiunto di molte realtà, una strada ancora lunga e rispetto alla quale siamo solo all’inizio. Di questi sforzi e anche traguardi, sono consapevoli Fabrizio Trisciani e Francesco Perrone di Straligut Teatro che dopo essersi visti «tagliare le gambe» dal crack della banca Monte dei Paschi – il cui tracollo è pesato in particolar modo sulla gestione delle piccole realtà teatrali – sono tornati dopo quattro anni di assenza con la rassegna Teatrinscatola. Dal 26 marzo al 30 aprile nove spettacoli di drammaturgia contemporanea vanno in scena al Teatro del Costone di Siena e al Supercinema di Monteroni d’Arbia, uniti a una serie di iniziative parallele tra cui Momenti Critici: interessanti venticinque minuti di dialogo, ulteriore tassello verso la condivisione di pratica e pensiero.

Il “momento” è infatti uno spazio e tempo privilegiato in cui ad artista e critico è offerta una serata di confronto, l’uno per replicare il proprio lavoro, l’altro per conoscerlo o rivederlo, in presenza del pubblico che partecipa alla discussione. Nulla di nuovo, vero, ma tantomeno nulla di scontato. Così abbiamo incontrato il nostro interlocutore Michele Beltrami e la pièce di cui è autore e attore Buonasera. Il disumano e disperato caso di Michele Beltrami vincitore nel 2011 del Premio Godot. «Unico spettacolo fatto con una sola parola» che insieme a C credo e Opera ad Orologeria Rapsodia in O (in gara nell’edizione 2015 del Premio rete In-Box  creato e promosso sempre da Straligut Teatro) fanno parte del filone dedicato al teatro dell’assurdo della compagnia Belcan Teatro fondata nel 2009 dall’attore bresciano insieme a Paola Cannizzaro. «La parola usata in questo spettacolo non è stata maltrattata» è la puntualizzazione posta in basso nel programma di sala per spiegare, anticipandola, la follia di un personaggio un po’ maestro un po’ asino, che entra a gamba tesa in una scuola di chissà quale anno o di chissà quale storia. Sciorinando un funambolico acrostico esploso in una serie di incalzanti riflessioni, l’attore attraversa la storia politica e sociale del nostro paese, l’attualità, i luoghi comuni, le frasi fatte e le invettive, accompagnate dall’Inno di Mameli e da Le Beatitudini di Rino Gaetano. L’intera architettura linguistica è costruita tramite la raccolta di innumerevoli elenchi costituiti da termini le cui iniziali sono le lettere che compongono la parola “buonasera”, successione estatica dove il senso è associato al suono in un connubio volto a riscoprire le potenzialità semantiche della lingua italiana sempre più scevra di vocaboli.

Foto di Alessia Bruchi
Foto di Alessia Bruchi

Una sorta di rifondazione della parola approfondita dal lavoro assiduo che Beltrami svolge nei laboratori coi bambini delle elementari e delle scuole medie, vicinanza che gli ha permesso di osservare una sempre maggiore esiguità di vocabolario, riconducibile all’egemonia degli strumenti tecnologici che tra smartphone, tablet e pc dominano la quotidianità dei ragazzi. La struttura di questo spettacolo consta inoltre di alcuni appigli funzionali a facilitare il lavoro mnemonico che l’autore confessa essere molto difficile e soggetto alle dimenticanze; si dispiega dunque sulla scena una drammaturgia degli oggetti che oltre ad aiutare la memorizzazione del testo, possiede un valore simbolico rispetto alle tematiche affrontate. Con curiosità accattivante Buonasera diverte gli spettatori, soprattutto quelli chiamati a salire sul palco e a partecipare alla lezione. Cosa proverebbe a insegnare lo stravagante maestro dai capelli rossi e scapigliati che ha perso la sua autorevolezza in questa scuola fuori dal tempo? Forse l’importanza delle parola e la sua silenziosa e progressiva scomparsa, una materia fantastica da affrontare con l’assurda serietà di un gioco, un lazzo, un indovinello unita alla «leggerezza della pensosità», come la definì Italo Calvino in una delle sue Lezioni americane.

Dalla fine siamo partiti e abbiamo ripercorso a ritroso la nostra serata senese, abbiamo salutato il nuovo inizio di Straligut e assistito allo spettacolo di Michele Beltrami: una tappa anacronistica in un tempo teatrale che inciampa nelle difficoltà ma non cade continuando a scorrere con l’obiettivo costante di farsi rete.

Lucia Medri
Twitter @LuciaMedri

visto al Teatro del Costone di Siena – aprile 2015

BUONASERA. IL DISUMANO E DISPERATO CASO DI MICHELE BELTRAMI
di e con Michele Beltrami
regia Michele Beltrami e Paola Cannizzaro

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Lucia Medri
Lucia Medri
Giornalista pubblicista iscritta all'ODG della Regione Lazio, laureata al DAMS presso l’Università degli Studi di Roma Tre con una tesi magistrale in Antropologia Sociale. Dopo la formazione editoriale in contesti quali agenzie letterarie e case editrici (Einaudi) si specializza in web editing e social media management svolgendo come freelance attività di redazione, ghostwriting e consulenza presso agenzie di comunicazione, testate giornalistiche, e per realtà promotrici in ambito culturale (Fondazione Cinema per Roma). Nel 2018, vince il Premio Nico Garrone come "critica sensibile al teatro che muta".

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