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HomeArticoliTeatro Villino Corsini: un bando per nuovi autori senza pretese

Teatro Villino Corsini: un bando per nuovi autori senza pretese

Al Teatro Villino Corsini c’è il bando per giovani autori ma non c’è l’ombra di un rimborso spese, anzi per gli artisti solo costi

 

teatro scuderie villino corsini
foto www.donnaolimpia.it

A volte ritornano! Ricordate il bando del Ministero che chiedeva ad artisti di lavorare gratuitamente nei musei organizzando performance musicali o teatrali? Il Ministro Franceschini lo fece ritirare a seguito delle proteste. Su Teatro e Critica cerchiamo sempre di pubblicare opportunità lavorative legate a bandi, provini e concorsi nelle quali sia chiaro e tangibile il beneficio per l’artista (leggi 10 motivi per stare alla larga da bandi e rassegne a pagamento). Un teatro finanziato da un ente pubblico non può pubblicare un  concorso nel quale chiede all’artista vincitore di «provvedere indipendentemente a formare una compagnia/gruppo di lavoro che possa realizzare il laboratorio per la messa in scena del testo. L’autore dovrà ottemperare alle norme di legge per la replica della messa in scena ed in particolare dovrà provvedere all’agibilità ENPLAS per gli artisti e i tecnici impiegati». Questo è quello che si legge nel bando pubblicato dal Teatro Scuderie Villino Corsini di Roma, spazio gestito dalla compagnia Teatro Verde e dalla Scuola Popolare di Musica Donna Olimpia, con la direzione di Veronica Olmi, all’interno del sistema Casa dei Teatri e della Drammaturgia Contemporanea. Il concorso denominato Incubatrici è dedicato alla drammaturgia contemporanea, gli agnelli sacrificali sono dunque i giovani autori, una delle categorie più in difficoltà nel panorama teatrale. Del sistema diretto da Emanuela Giordano abbiamo parlato più volte, abbiamo spesso scritto della necessità di un ripensamento dell’intero meccanismo; sappiamo che chi gestisce quei teatri deve farlo con una cinghia tiratissima e con mille problemi da affrontare quotidianamente, ma inventarsi finti bandi di concorso non è la soluzione. È scritto nero su bianco: «Per la replica/debutto non è previsto cachet» e non viene specificato se ci sarà un rimborso derivante dallo sbigliettamento. Insomma il tranello è sempre lo stesso: questo è un mestiere per privilegiati, devi fare gavetta prima di guadagnare qualcosa, devi lasciarti sfruttare ogni tanto; vuoi farti conoscere? Sacrificati! Noi ti diamo lo spazio, ma a tutto il resto pensi tu. Che ricadute culturali può avere un modello del genere? Quali giovani Tom Stoppard si aspettano di trovare con un’offerta simile? E soprattutto: il gioco, in questo caso, vale la candela?
Tutto ciò avviene, è bene ripeterlo, in un teatro comunale, uno di quei fiori all’occhiello dell’amministrazione; la direzione centrale della Casa dei Teatri, che lì ha sede, ovvero lo strumento del Comune di Roma che dovrebbe fare da raccordo tra gli spazi e avere una funzione di monitoraggio, ne sa qualcosa?
Anche in questo periodo di scioperi sociali (il #bastagratis degli addetti ai beni culturali è partito il 29 novembre) sembra ci sia sempre un motivo per il quale qualcuno riesca a giustificare scelte eticamente inaccettabili. Oggi una drammaturga sulla propria bacheca Facebook, in coda a una serie di esclamazioni di indignazione per la scoperta del bando, scriveva con amara ironia parole che facciamo nostre «Dite onestamente: “dobbiamo riempire un buco […] Qualcuno ci fa un favorone?”».

Andrea Pocosgnich
Twitter @Andreapox

Leggi tutti gli articoli su LA CASA DEI TEATRI E DELLA DRAMMATURGIA CONTEMPORANEA

Leggi tutti gli articoli di POLITICA CULTURALE

Qui il bando:

 

Incubatrici

CONCORSO DRAMMATURGIA CONTEMPORANEA
SCUDERIE TEATRALI
stagione 2014- 2015

Premessa

Per la stagione 2014-2015 il Teatro Villa Pamphilj Scuderie Villino Corsini indice un Concorso di drammaturgia contemporanea rivolto a ad autori di età compresa tra i 18 e i 40 anni con l’obiettivo principale di stimolare e valorizzare nuove drammaturgie.

E’ previsto un vincitore unico del concorso al quale viene offerta la possibilità di testare la propria pièce: sperimentandola in prova ed in scena negli spazi del Teatro. Un duplice obiettivo quindi: autoriale e performativo.

Con queste intenzioni nasce il progetto “incubatrici: concorso di drammaturgia contemporanea”.

Crediamo che la drammaturgia contemporanea sia una necessità non solo artistica ma anche etica e sociale e che fornisca un punto di vista attivo e propositivo della realtà che ci circonda, proprio per questo crediamo che i testi inediti e mai rappresentati debbano uscire dalle cartelle dei computer e dai cassetti degli scrittori e trasformarsi in esperienze culturali per i giovani artisti e per il pubblico che li fruisce. Mettere a disposizione e condividere il nostro spazio ci sembra un punto di partenza per questo percorso.

Condizioni di partecipazione e scadenze

Il testo dovrà essere inviato , completo di scheda di partecipazione e breve sinossi, entro e non oltre il 15dicembre 2014 alla mail: scuderieteatrali@gmail.com, specificando nell’oggetto

INCUBATRICEDRAMMATURGIA CONTEMPORANEA

L’esito sarà comunicato il 15 gennaio 2015

Il Testo inviato dovrà essere inedito e non dovrà essere mai stato rappresentato prima; potrà essere ispirato ad un libro, un film o un dramma esistente ma dovrà prevedere un carattere di forte originalità rispetto alle fonti di partenza; potrà essere scritto sia in forma monologica che dialogica e potrà prevedere interazioni tra diversi linguaggi; non dovrà attenersi ad un tema specifico.

La direzione artistica si riserva il diritto inappellabile della selezione del testo vincitore e s’impegna a comunicare l’esito nei tempi stabiliti.
Non sono ammesse deroghe al presente regolamento.

L’autore del testo vincitore sarà premiato in un evento pubblico e avrà inoltre la possibilità metterlo in scena al Teatro Villa Pamphilj – Scuderie Villino Corsini.

Il Teatro Villa Pamphilj – Scuderie Villino Corsini offre un periodo di 10 giorni (compresi tra il 2 ed il 13 Marzo 2015 per un totale di 50 ore)di residenza all’autore del testo e la possibilità di debuttare all’interno della Rassegna di prosa per adulti “Sabato al tramonto” il giorno 14 marzo 2015 alle ore 17.00.

Il drammaturgo vincitore dovrà provvedere indipendentemente a formare una compagnia/gruppo di lavoro che possa realizzare il laboratorio per la messa in scena del testo. L’autore dovrà ottemperare alle norme di legge per la replica della messa in scena ed in particolare dovrà provvedere all’agibilità enpals per gli artisti e i tecnici impiegati.

Per la replica/debutto non è previsto cachet.

Soggetti ammissibili

Possono partecipare al bando autori italiani e non (ma con un testo in lingua italiana) di età compresa tra i 18 e i 40 anni.

Ogni autore può partecipare con una sola opera.

L’opera può appartenere a qualunque genere teatrale (comico, drammatico,…) e può essere scritta in forma di monologo/i o dialogo.

Il testo deve essere inedito e mai rappresentato.

Al testo inviato via mail deve essere allegata la scheda di partecipazione e una breve sinossi.

Ogni autore deve dichiarare la paternità e l’originalità delle opera inviata e del loro contenuto. Deve dichiarare inoltre di avere il pieno possesso dei diritti dell’opera. L’organizzazione del Premio non risponde di eventuali plagi o violazioni di legge. Ai fini della messa in scena, si fa presente che l’autore dovrà essere in condizione di ottemperare agli obblighi di legge e all’apertura dell’agibilità Enpals per artisti e tecnici per il giorno di replica presso il teatro.

Per qualunque informazione la segreteria del teatro è a disposizione

scuderieteatrali@gmail.com

al numero 065814176.

info: www.casadeiteatri.roma.it/incubatrici-bando-di-drammaturgia

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Andrea Pocosgnich
Andrea Pocosgnichhttp://www.poxmediacult.com
Andrea Pocosgnich è laureato in Storia del Teatro presso l’Università Tor Vergata di Roma con una tesi su Tadeusz Kantor. Ha frequentato il master dell’Accademia Silvio D’Amico dedicato alla critica giornalistica. Nel 2009 fonda Teatro e Critica, punto di riferimento nazionale per l’informazione e la critica teatrale, di cui attualmente è il direttore e uno degli animatori. Come critico teatrale e redattore culturale ha collaborato anche con Quaderni del Teatro di Roma, Doppiozero, Metromorfosi, To be, Hystrio, Il Garantista. Da alcuni anni insieme agli altri componenti della redazione di Teatro e Critica organizza una serie di attività formative rivolte al pubblico del teatro: workshop di visione, incontri, lezioni all’interno di festival, scuole, accademie, università e stagioni teatrali.   È docente di storia del teatro, drammaturgia, educazione alla visione e critica presso accademie e scuole.

4 COMMENTS

  1. faccio una provocazione…
    la solita, l’ennesima…
    Sono stato a riunioni su riunioni con compagnie che chiedevano spazi…
    in una con Lisa F. Natoli in testa in cui si diceva che non dovevamo chiedere al comune soldi ma spazi.
    Per lo stesso motivo, il Rialto da gratuitamente spazi per provare. In cambio mi sembra non chiedi nulla, ma chiaramente chi prova lo fa in maniera non lecita (come tutti), non pagando gli attori e le agibilità.
    Ma non credo che il Rialto si opponga se una compagnia decida di pagare per le prove i propri attori.
    Qui si è in un contesto (lasciamo perdere l’assurdità del contesto “casa dei teatri”) legale e lo spazio lo danno, ma gli obblighi di legge sono a carico della compagnia (come da legge, non dovrebbero nemmeno scriverlo, perché ENPALS e pagamento degli attori non spetta ai teatri).
    C’è scritto che non è disponibile un cachet. Non è spiegata la ripartizione del pagamento a fine spettacolo, ma conoscendo il luogo, gli spettacoli fuori dal progetto iniziale prendono l’incasso.
    A parte questo che c’è di strano rispetto a quello che la maggior parte degli artisti chiede?
    Forse l’autore dell’articolo non conosce le richieste degli artisti?
    Ci dobbiamo attendere anche un articolo che dica le stesse cose del Rialto, dell’Angelo Mai, del Tordinona, dell’argot e dell’Orologio?

    L’articolo sottintende “tu sei Stato/Comune/Regione e mi dai solo uno spazio e non di più?”
    Beh non danno di più perché non possono…
    Soprattutto non possono garantire pubblico e perciò entrate e perciò non possono sbilanciarsi sul cachet!!!

    Questa è la cosa… non hanno soldi, ma hanno un luogo e quello offrono.
    Un luogo che è ultra frequentato dai bambini e ragazzi, ma per gli spettacoli per adulti no.

    Io mi chiederei piuttosto a prescindere da questo bando “tu sei Stato/Comune/Regione e non hai Roma tappezzata delle programmazioni di questi teatri?”

    • Caro Dario,
      il problema va visto proprio all’interno del sistema Casa dei Tetri, che va riformato. Io mi oppongo a questa idea del “basta che le cose si facciano”. Accettando condizioni del genere facciamo sì che gli amministratori lascino tutto sulle spalle delle compagnie che gestiscono questi spazi senza rimettere mani al progetto. Che lo fanno a fare tanto sembra che funzioni tutto, i bandi si fanno senza un soldo, gli artisti lo accettano. Funziona tutto. Viva questo metodo!
      È così che la Roma teatrale si è ingigantita: livellando la qualità al ribasso. Abbiamo una proposta teatrale numericamente enorme, ma con una qualità media bassa, ti svelo un segreto: senza economie non si diventa grandi, non si diventa professionisti e non si può offrire allo spettatore qualcosa di decente.

      I teatri che hai citato non sono finanziati da enti locali (se non per progetti appositi), non sono sotto l’egida di un sistema chiamato Casa dei teatri… è proprio un altro discorso caro mio

      ciao

      a.

  2. ma non vorrai mica anche essere pagato?ma vai a lavorare vai..magari in un call center o se proprio vuoi essere pagato almeno fai l’acrobata con il cirque du soleil a milano per expo 2015….questi giovani!

  3. Queste cose sono ributtanti. In Italia ci sono i miliardi, nel teatro italiano ci sono i milardi. Li abbiamo visti nel napoliteatrofestival di Quaglia e Iggina di napoli che ci devono ancora pagare dal 2010 (pochi soldi, i miliardi non erano per noi). Cedere a ricatti come questi del villino scuderie è un suicidio, come tanti. Un inganno come tanti. Scarpellini, Pocosgnich e Nebbia nel 2009 scrissero del nostro “Il Premio Dostoevskij”: la memoria resta, anche di spettacoli così poco visti, se valeva la pena ricordare. Lì parlavamo, anche, di queste cose. Per fare un attore o un autore ci vogliono decenni, e quando la vita è finita, noi non abbiamo ancora finito. La mia vita forse è finita, tanto per fare un esempio. Cacciate i soldi, senza ricatti o condizioni. O andate a lavorare. Noi già lavoriamo, o vorremmo farlo. Lasciateci in pace. “Se in società gli artisti sono amati e rispettati più dei mercanti, quasto è nell’ordine delle cose: è idealismo” Il Gabbiano, Cechov.

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