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HomeArticoliFestival: reportage e articoliShort Theatre 2011, vedere per credere

Short Theatre 2011, vedere per credere

Carne Trita - Roberto Castello

Volendo presentare un evento teatrale sarebbe bello, ogni tanto, non essere costretti a parlare di quanto severi siano stati i tagli, di quanto ci si stia raccogliendo in una lenta processione verso il capezzale della cultura italiana, di quanto le varie sagre della pizza o del peperoncino abbiano comunque la meglio su chi va in cerca di ramoscelli per tener vivi altri fuochi. Sarebbe davvero un sollievo. Ma se adesso è ancora pura utopia, preferiamo comunque immaginare che la cosa più importante non sia quel che ci viene tolto, ma quello che riusciamo a trattenere e, andando oltre ogni commiserazione, dare voce ai nomi di Short Theatre 2011.

Per la seconda volta consecutiva il festival romano si divide tra gli spazi della Pelanda, al MACRO di Testaccio (ex Mattatoio), e del Teatro India e questa stessa scelta muove verso la definizione di un’identità, quella di “luogo d’incontro”, che Short ha sempre preferito a quella di “festival a tema”. È più importante che questo sia – parola di chi negli anni lo ha seguito da vicino – un’occasione di scambio, più di quanto non lo siano altri fenomeni modaioli che si proclamano tali.

I primi due giorni si distinguono per due progetti diversissimi nella struttura ma simili per ambizione: da un lato la conferenza-spettacolo del progetto “mai nato” dell’Accademia degli Artefatti One day – finalmente vivere servirà a qualcosa e dall’altro Black Market International, ciclo di performance a cura dell’omonimo collettivo di artisti, che culmina il 7 settembre con una maratona. Sempre al Macro esplode poi la grande danza dell’Aldes diretta da Roberto Castello (Macello – concerto per voce solista, coro e macchina del fango e Studio per il primo e secondo movimento di Carne Trita – Quintetto per voce e danza); si apre l’angolo dedicato alle performance con Joseph di Alessandro Sciarroni, Squartierati di Eleonora Danco e Ascesa & caduta, la Mahagonny rielaborata in one man show e firmata Kinkaleri.

Dall’8 settembre si salta sull’altra sponda del Tevere, al Teatro India, imbarcandoci sul Grand Tour di MK. Sandro Lombardi, presente lo scorso anno con Roberto Latini e L’uomo dal fiore in bocca, torna su Pirandello, questa volta confrontandosi con Arturo Cirillo ne La Morsa; Teatro Sotterraneo porta le due parti del Dittico sulla specie, Dies Irae_ 5 episodi intorno alla fine della specie. Eclettico e geniale, l’olandese Simon Tanguy è passato dall’arte del samurai alla filosofia, alla clownerie per fissare poi il fuoco della sua ricerca sul movimento; il suo Japan viene presentato nell’ambito di IYME – International Young Makers Exchange (network di festival europei di cui Area 06 fa parte già dalla scorsa edizione), così come As the flames rose we danced to the sirens di Sleepwalk Collective, sulla cultura pop e dei B-movies e Gaan della regista e performer olandese Fleur van den Berg. Vede poi la luce il nuovo spettacolo di Daniele Timpano Aldo Morto e torna Virgilio Sieni e la sua Accademia sull’arte del gesto con Fuga e Atlante del bianco, parte del progetto Damasco Corner, realizzato con danzatori non vedenti.

È in collaborazione con l’Istituto Cervantes che Short inaugura quest’anno il Progetto Iberscene – sguardi sulla creazione contemporanea nell’area iberica, in cui un workshop della Societat Doctor Alonso del regista Tomás Aragay e della danzatrice Sofía Asencio (che incontrerà artisti italiani come Andrea Cosentino, Daria Deflorian, Antonio Tagliarini e Luca Venitucci) si intreccia allo spettacolo Kaïros, sisifi e zombi del gruppo L’Alakran diretto da Oskar Gòmez Mata.
Il progetto FranceDanse propone poi lo spettacolo Improvisation di Boris Charmatz e Mederic Colignon e la conferenza tenuta da Nadia Berkani sugli atelier degli anni ’60 alla Judson Church: Danza-arti visive-performance: la Postmodern Dance. Due teatri differenti invece si incrociano tra la visualità di Cosmesi (Periodonero) e la drammaturgia tarantiniana di Medea, presentata da Alessandra Cutolo/ Frederique Loliee. La Scuola Roma, che verrà presentata in anteprima, è una rete di artisti della scena romana uniti dalla ricerca sulla pratica scenica, che si spera esportabile.
Mette “la lente di ingrandimento sul Sogno di una notte di mezza estate” skakespeariano Il sogno degli artigiani di Teatro Minimo, scritto da Michele Santeramo e diretto da Michele Sinisi; Fulvio Cauteruccio racconta in sei diversi dialetti l’emigrazione italiana durante l’unificazione in Terroni d’Italia, mentre Michela Lucenti e Maurizio Camilli di Balletto Civile danzano L’amore segreto di Ofelia di Steven Berkoff.

Ascesa & Caduta - Kinkaleri

I Sistemi Dinamici Altamente Instabili di Alessandra Sini replicano Cruor_errore; la Fondazione Teatro V.E. di Noto affronta il passaggio all’età adulta con Perthus di Jean Marie Besset; Marcido Marcidorjs e Famosa Mimosa affrescano una Loretta Strong in un “falso” one-man show, mentre PsicopompoTeatro di Manuela Cherubini torna su Spregelburd con La stupidità studio 1: verso il futuro incerto e limaccioso. Andrea Adriatico e i suoi Teatri di vita omaggiano l’amico Pier Vittorio Tondelli con lo spettacolo Biglietti da camere separate, mentre Valter Malosti (Teatro di Dioniso) dirige Federica Fracassi nell’atto unico Corsia degli incurabili di Patrizia Valduga e Ambra Senatore danza il suo Passo. Omonimo della celebre attrice degli anni 80-90 è il gruppo Sigourney Weaver, formato da Biagio Caravano e Daniela Cattivelli e presente con la performance You say goodbye, I say hello, you say stop, I say go go go!
C’è spazio per La stanza pinteriana di Teatrino Giullare; per i primi due passi del progetto Noosfera di Roberto Latini/Libero Fortebraccio Teatro (Lucignolo [leggi la recensione] e Titanic) e per il più recente progetto del Premio Scenario 2009 Codice Ivan (GMGS_ What the hell is happiness), mentre una vetrina è dedicata alla serie Il tempo libero del prolifico Gian Maria Cervo, drammaturgo che lavora a Viterbo con Quartieri dell’Arte.

Gli incontri prevedono la presentazione dei libri Prospettiva (edizioni Titivillus), sull’esperienza del Festival d’Autunno e Reality di Mariusz Szczygiel (edizioni nottetempo), in cui l’autore verrà intervistato da Irene Bignardi. Quest’ultimo libro è servito da ispirazione per la performance rzeczy / cose di Daria Deflorian e Antonio Tagliarini.
In contemporanea con Quirino Revolution Mad/Teatro Quirino [vai al programma] (il cui direttore Lorenzo Gleijeses è presente a Short con Cerimonia) è lo spettacolo di Fanny & Alexander TEL, che inaugura il nuovo progetto sulla figura di Lawrence d’Arabia, in collaborazione con Tempo Reale. Chiara Lagani e Marco Cavalcoli dialogheranno in due punti diversi della città, con due diversi pubblici. Il ferrarese Collettivo Cinetico presenta XD Scritture retiniche sull’oscenità dei denti e la performance interattiva site-specific I x I No, non distruggeremo il Teatro India; torna a Roma il W Niatri di Linda Dalisi diretto e interpretato da Fabrizio Ferracane, Daniele Pilli e Michele Riondino, mentre anche il teatro ragazzi è presente con i vincitori di Scenario Infanzia Cassepipe/Eventeatro, in cui Vincenzo Manna esplora Hansel e Gretel in una chiave politica riflettendo sull’abbandono, la fame e la possibilità di riscatto.

Short Theatre esprime innanzitutto il tentativo di portare a Roma la corrente di un fiume di creatività che – si stenta a crederlo – non riesce in questi anni a lambire le platee capitoline e c’è, evidente, la voglia di farlo nel senso più orizzontale possibile, tra innesti internazionali e spinte dal basso. In altre parole assestando una volta tanto un calcio a Cesare e dando ad altri quello che era suo.

Sergio Lo Gatto

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Sergio Lo Gatto
Sergio Lo Gatto
Sergio Lo Gatto è giornalista, critico teatrale e ricercatore. È stato consulente alla direzione artistica per Emilia Romagna Teatro ERT Teatro Nazionale dal 2019 al 2022. Attualmente è ricercatore presso l'Università degli Studi Link di Roma. Insegna anche all'Alma Mater Studiorum Università di Bologna, alla Sapienza Università di Roma e al Master di Critica giornalistica dell'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica "Silvio d'Amico" di Roma. Collabora alle attività culturali del Teatro di Roma Teatro Nazionale. Si occupa di arti performative su Teatro e Critica e collabora con La Falena. Ha fatto parte della redazione del mensile Quaderni del Teatro di Roma, ha scritto per Il Fatto Quotidiano e Pubblico Giornale, ha collaborato con Hystrio (IT), Critical Stages (Internazionale), Tanz (DE), collabora con il settimanale Left, con Plays International & Europe (UK) e Exeunt Magazine (UK). Ha collaborato nelle attività culturali e di formazione del Teatro di Roma, partecipato a diversi progetti europei di networking e mobilità sulla critica delle arti performative, è co-fondatore del progetto transnazionale di scrittura collettiva WritingShop. Ha partecipato al progetto triennale Conflict Zones promosso dall'Union des Théâtres de l'Europe, dove cura la rivista online Conflict Zones Reviews. Insieme a Debora Pietrobono, è curatore della collana LINEA per Luca Sossella Editore e ERT. Tra le pubblicazioni, ha firmato Abitare la battaglia. Critica teatrale e comunità virtuali (Bulzoni Editore, 2022); con Matteo Antonaci ha curato il volume Iperscene 3 (Editoria&Spettacolo, 2018), con Graziano Graziani La scena contemporanea a Roma (Provincia di Roma, 2013). [photo credit: Jennifer Ressel]

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