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Voci di Fonte 2011: 8° edizione, in fuga da confini artistici e geografici

Balletto Civile – Creole Performance Cycle

Un progetto culturale è un progetto politico, lo abbiamo affermato molte volte sulle pagine di questa rivista, è una risposta propositiva al presente, è la costruzione di una realtà possibile, è dunque un’ipotesi alternativa anche (o meglio – soprattutto) se il materiale di questa costruzione è l’arte. Quella performativa che dal vivo svolge il proprio ruolo di messa in crisi e ripensamento del reale insieme a quella del racconto fermo, impassibile all’esterno, ma saturo di movimenti interni, come nel caso della fotografia.

E allora non scomodiamo più di tanto le intuizioni di Barthes per giustificare una relazione assai esplicita tra fotografia e teatro, relazione che mi pare essere centrale proprio in un progetto come quello di Voci di Fonte. Nel lavoro di ripensamento del presente relativo all’edizione 2011, laLut – Centro di Produzione e Ricerca Teatrale, soggetto organizzatore del festival insieme al Comune di Siena, salda il rapporto tra i due linguaggi innescandoli attorno a temi oggi sempre più centrali: identità, creolizzazione e lavoro.

Non a caso la dedica è per lo scrittore martinicano Edouard Glissant, da poco scomparso e da sempre impegnato proprio nel raccontare di un mondo dove le diversità si uniscono per creare qualcosa di migliore, qualche anno fa venne anche a Roma dove all’Auditorium Parco della Musica tenne una lectio magistralis dal titolo decisamente più evocativo ed esplicativo delle mie parole: ”Gli arcipelaghi non conoscono frontiere”.

Da oggi gli incontri, le esposizioni fotografiche, la musica, il teatro, l’incrocio con il progetto Playing Identities, messo in campo anche grazie all’ Università degli Studi di Siena e ad altri paesi, saranno i veicoli di questi valori verso il pubblico che fino al 24 di giugno passerà per le fonti di Pescaia, Santa Maria della Scala e la Sala Lia Lapini. In questo percorso, dove il teatro arriva in seconda battuta, si comincia da fermi, con gli scatti di Daniela Neri e Mattia Insolera per poi passare agli assoli di chitarra di Giulio Stracciati. Dal 21 il teatro diventa protagonista: prima con Silenzio de La Compagnia dei Girasoli (a scavare nel triste terreno della produzione televisiva per parodiarlo con ironia e comicità), poi con l’esperienza di Balletto Civile (integrata proprio in Playing Identities), con la riflessione grottesca e giocosa di Teatro Inverso, compagnia bresciana che propone il proprio cavallo di battaglia, Joy. Il 22 e 23 la rassegna si apre alla sperimentazione dei 5 lavori giunti alla finale del Premio Lia Lapini che potremmo definire come “studi in divenire per un teatro possibile”: Effetto Larsen, Giovannini-Aidoru, Massimiliano Venturi, Retablo, Alessandro Berti

L’incontro con Contemporaneamente Barocco sugli sviluppi futuri del festival, la riunione del C.Re.S.C.O. (Coordinamento delle Realtà della Scena Contemporanea) e poi le mostre di Voci di Foto, vera e propria rassegna nella rassegna, insieme al teatro di Ascanio Celestini (Fabbrica, 23 giugno), a Sonno, ultimo lavoro di Vincenzo Schino – prodotto anche grazie alla vittoria proprio del Lia Lapini 2010 – e il tagliente finale in reading di Spinoza.it (controcanto satirico alle notizie sul bel paese e non solo) saranno tutti insieme i tasselli di quel progetto culturale che da otto edizioni è Voci di Fonte.

Andrea Pocosgnich

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Dal 18 al 24 giugno 2011
Siena – www.vocidifonte.org

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