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HomeArticoliLa casa che non c'è, di Bartolini/Baronio

La casa che non c’è, di Bartolini/Baronio

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Bartolini/Baronio abitano Roma nel progetto 16,9 Km. Home Concert Esercizi sull’abitare, presentato in prima assoluta durante il Romaeuropa Festival. Recensione

Foto Margherita Masè

Avere una storia e saperla raccontare è una forma di resistenza, oggi che tutto sembra riluttante al pensiero, al fermarsi, sedersi e donare a qualcuno, renderlo un testimone. Passaggio che implica necessariamente la perdita, lasciare e lasciarsi per poter proseguire, costruendo però un reticolo innervato, pulsante di scambi che alimenta un non luogo sia fisico che mentale, che nel darsi, dà. Gli occhi si spalancano, incuriositi vagano, la postura è nell’ascolto composto, le labbra si allungano in una linea distesa, sorridono e l’emozione è sempre condivisa. Nel Teatro di Bartolini/Baronio lo spettatore non è mai uno, non può essere considerato come parte di un insieme, non si potrebbe neanche pensare di vedere Tamara e Michele parlare di fronte a un singolo individuo. No, nel loro Teatro non può accadere, nel loro Teatro non c’è univocità. 16,9 Km. Home Concert Esercizi sull’abitare è una casa troppo grande per avere un solo inquilino.

Foto Margherita Masè

Si comincia sempre da Dove tutto è stato preso, da una caduta, un passo falso, l’inciampo durante un cammino e poi il trasloco, la partenza e l’incontro con altre case di cose, di idee e azioni che smuovono discorsi e iniziano a viaggiare, pericolosamente in bilico su quella vertigine tra il sé e il noi. Con la consapevolezza che è la mancanza ad alimentare il pieno di questa drammaturgia empirica, per la quale ciò che Bartolini/Baronio scrivono è innanzitutto esperito sulla propria pelle: “già ha viaggiato” prima ancora di consegnarsi alla traccia. Dicono che alcuni amano viaggiare per poter poi tornare a casa, e allora l’ultima esperienza fatta “per la luna” questa estate (con il progetto 9 Lune che ha visto 9 allunaggi in 9 case del borgo di Sansepolcro durante Kilowatt Festival) ha preparato questo esercizio di ritorno nel GRA, «abbraccio chiuso del Raccordo, un abbraccio soffocante, anche un po’ imbarazzante. Comunque un abbraccio irrinunciabile». Roma è una casa scomoda, dove sembra che appena tu ti sia ambientato, te ne debba andare, cedere il posto; è una casa per questo in grado però di educare, chi vuole essere educato, alla coabitazione, alla compresenza all’interno di spazi confusionari, disordinati, intasati, inquinati.

Foto Margherita Masè

Bartolini/Baronio hanno percorso questi 16,9 Km non da soli, ma portando nella pratica di scrittura la mole di una conoscenza sedimentata in conversazioni, video, progetti, scambi, ospitalità, ma anche ritrosie, chiusure, rifiuti. Qualora volessimo, non riusciremmo a delimitare nella definizione quali siano le parole di Tamara e Michele perché, in quanto testimoni a loro volta, sono nutriti dall’incontro con la parola dello sconosciuto: variabile della pratica, base di partenza e fine ultimo. Sono stati capaci di aprire la loro casa che non c’è a colleghi per poterla costruire insieme, in un mutuo soccorso artistico che ha visto esplodere di furia i petali di rosa dell’artista performativa Elena Bellantoni, l’assurdo abitativo di John Cascone e i lares familiares in terracotta dello scultore Raffaele Fiorella; uniti alla memoria storica dell’intervento di Roberta Nicolai, del commento situazionista di Gianluca Brogna e l’incursione sul relativismo dell’abitare condotta dall’antropologo Andrea Staid. In questi chilometri che uniscono insieme i luoghi del Palazzo delle Esposizioni, dei Mercati di Traiano fino ad arrivare al Teatro Biblioteca Quarticciolo, si sono succeduti e stratificati esercizi di prossimità, un’indagine lunga prodotta e sostenuta da 369gradi e coprodotta dagli enti e realtà romani di Romaeuropa Festival, Teatro Biblioteca Quarticciolo, PAV, in collaborazione con Palazzo delle Esposizioni, Mercati di Traiano della Regione Lazio e il sostegno di Angelo Mai e Carrozzerie Not.

Foto Margherita Masè

La casa-concerto finale del Quarticciolo è meta – non finale ma di passaggio – di un percorso che si rappresenta nell’allestimento del luogo stesso. Non parleremmo infatti di messinscena poiché quella scenica è una dimensione in questo caso superata e sconfinata nella cura con la quale sono stati pensati gli spazi a margine: il cortile laterale del teatro, i camerini, il palcoscenico, la platea, il foyer… Questi sono diventati giardino, camere, bagni, salotto, anticamera, cucina…riempiti dal paesaggio sonoro e dalle canzoni di Michele Baronio, Renato Ciunfrini, Sebastiano Forte e dal Coro Quintaumentata. Sono stati decorati dalle immagini proiettate di Raffaele Fiorella e illuminati dal disegno di Gianni Staropoli. E in questa casa, per una sera e un pomeriggio, ci si è consegnati al tempo del racconto che si fa letteratura, perché Tamara apre il libro There is a Planet dell’architetto Ettore Sottsass e lo legge ad alta voce, si fa antropologia, perché nella dimensione partecipativa non ci sono attori e spettatori ma chiunque può parlare e dire di sé, si fa politica, perché stare insieme è sempre stato un atto sovversivo.

Gli esercizi sull’abitare di Bartolini/Baronio insegnano a “essere casa” a coabitare con noi stessi convivendo con gli altri. Dopo la pratica del farsi luogo, è ora di farsi tempo, attraverso la processualità insita nell’atto del racconto, la sua difesa, insegnamento e trasmissione. Incidere nel tempo che ci annulla nel caos di una quotidianità distratta, oggi è più che mai quell’atto politico di ascolto, abitato da tanti.

Lucia Medri

Teatro Biblioteca Quarticciolo, Roma – ottobre 2019

16,9 Km. Home Concert Esercizi sull’abitare

Un progetto di Bartolini/Baronio
In collaborazione con Elena Bellantoni, John Cascone, Raffaele Fiorella
Regia e voci: Tamara Bartolini / Michele Baronio
Drammaturgia: Tamara Bartolini
Paesaggio sonoro e canzoni: Michele Baronio, Renato Ciunfrini, Sebastiano Forte, Fabrizio Spera
con la partecipazione del Coro Quintaumentata e di alcuni abitanti della città di Roma e provincia
Immagini e regia video: Raffaele Fiorella
Disegno luci: Gianni Staropoli
Direttore del suono: Paolo Panella
Identità visiva, collaborazione al progetto e organizzazione: Margherita Masè

Produzione: Bartolini/Baronio, 369gradi
Coproduzione: Romaeuropa Festival, Teatro Biblioteca Quarticciolo in collaborazione con Palazzo delle Esposizioni e “LIVE MUSEUM, LIVE CHANGE”, progetto di PAV, ECCOM, Melting Pro e Visiva Lab, Vincitore del bando POR FESR Atelier Arte Bellezza Cultura (ABC) – Mercati di Traiano della Regione Lazio
Con il sostegno di: Angelo Mai, Carrozzerie n.o.t
Partner culturale: Wunderbar Cultural Project

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Lucia Medri
Lucia Medri
Giornalista pubblicista iscritta all'ODG della Regione Lazio, laureata al DAMS presso l’Università degli Studi di Roma Tre con una tesi magistrale in Antropologia Sociale. Dopo la formazione editoriale in contesti quali agenzie letterarie e case editrici (Einaudi) si specializza in web editing e social media management svolgendo come freelance attività di redazione, ghostwriting e consulenza presso agenzie di comunicazione, testate giornalistiche, e per realtà promotrici in ambito culturale (Fondazione Cinema per Roma). Nel 2018, vince il Premio Nico Garrone come "critica sensibile al teatro che muta".

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