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Odissea a/r, la tela di Emma Dante

Debutta al Festival dei Due Mondi di Spoleto lo spettacolo Odissea a/r di Emma Dante con gli allievi della Scuola dei mestieri e dello spettacolo. Recensione

foto ML Antonelli/AGF
foto ML Antonelli/AGF

«Il motore di tutto è il movimento verso la propria origine», Emma Dante lo dichiara nelle note di regia e ne insegue l’onda, che porta alla patria di ogni eroe — Itaca — nella messa in scena di Odissea a/r. Lo spettacolo, giunto al termine del primo biennio formativo della Scuola dei mestieri dello spettacolo diretta dalla regista presso il Teatro Biondo di Palermo, debutta in occasione del cinquantanovesimo Festival dei Due Mondi di Spoleto completando il primo studio andato in scena a Vicenza nel settembre 2015 al termine del primo anno di corso. Dopo Io, Nessuno, Polifemo. Intervista impossibile, la regista palermitana tesse il mito omerico portando stavolta lo sguardo sulle sponde di Itaca e affacciandosi verso il Mar Ionio, verso la Telemachia, con alle spalle un’orda di Proci siculo-achei, stuzzicadenti in bocca e millanteria volgare di chi pretende per sé un posto che non gli appartiene. Lì, nel salone della reggia di Itaca, del ritorno dell’eroe si conosce soltanto l’ironico e straziante lamento dell’assenza e l’inganno dell’attesa tessuto da Penelope.

foto ML Antonelli/AGF
foto ML Antonelli/AGF

La struttura montata all’interno dell’ex Chiesa di San Simone per ospitare il pubblico è piena; per Atena che esorta Telemaco a diventare uomo, per il ritorno di Odisseo e per una schiera di serve che attende di potersi finalmente unire alle smorfie dei Proci. Dall’iconica “schiera” iniziale che marcia nell’eco di una Sicilia greca, lo spettacolo alterna epifanie sceniche alla parodia del vernacolo, chitarre alla danza, in una trasfigurazione di oggetti e segni fusi nel lirismo visivo al quale la regista sa attingere da sempre, senza mai perdere stravaganza e leggerezza; così, quando la moglie di Odisseo tesse il proprio lutto e vi si ricopre, Emma Dante sembra farsi essa stessa Penelope, muove gli attori come fusi di un telaio scenico dando alle fibre giovani degli allievi il senso compiuto della tela. Sarà Telemaco a salvare la madre, a riportarla in vita in una nuova genesi oltre il lutto del corpo.

foto ML Antonelli/AGF
foto ML Antonelli/AGF

Il plauso, oltre a ciò che emerge dal lavoro fisico, coreografico e musicale, va fatto alla scelta di presentare  — al termine del biennio di formazione — uno spettacolo di tale calibro che si svincola dalle attenuanti del saggio e che si confronta con la scena teatrale in maniera complessa, completa. E proprio in merito a questo, però, è necessario notare come in Odissea a/r la struttura proposta dalla regista siciliana sia assecondata dagli interpreti sebbene fatichino a darle davvero vita, emozione. Se l’ironia è presente, ammiccando tra il siciliano dei Proci e le pose di uno Zeus che, sminuito da una versione narcisistica del dio, fa dell’espansione toracica mostra d’onnipotenza, tuttavia la carnalità e la passione restano i tratti tipici di Emma Dante che più mancano in un questo lavoro. Il corpo è sì monumento nella composizione dei quadri scenici, ma così come San Simone, l’edificio che ospita la messa in scena di Odissea a/r, appare sconsacrato, smette di essere dedicato al culto del teatro inteso come sacrificio (rendere sacro) del reale rimanendo struttura architettonica che si limita all’incanto. Perché di questo si tratta e il pubblico lo riconosce e applaude, ma di quell’incanto che reiterato perde lo stupore di chi a un certo tipo di segno è abituato; così, la mancanza di partecipazione o smarrimento nel pubblico smette in fine di avvolgere, di interrogare.

Luca Lòtano

Festival dei Due Mondi, San Simone, Spoleto – luglio 2016

ODISSEA A/R
testo e regia Emma Dante
liberamente tratto dal poema di Omero
costumi ed elementi scenici Emma Dante
luci Cristian Zucaro
suono Gabriele Gugliara
con gli allievi attori della “Scuola dei mestieri dello spettacolo” del Teatro Biondo di Palermo: Manuela Boncaldo, Sara Calvario, Toty Cannova, Silvia Casamassima, Domenico Ciaramitaro, Mariagiulia Colace, Francesco Cusumano, Federica D’Amore, Clara De Rose, Bruno Di Chiara, Silvia Di Giovanna, Giuseppe Di Raffaele, Marta Franceschelli, Salvatore Galati, Alessandro Ienzi, Francesca Laviosa, Nunzia Lo Presti, Alessandra Pace, Vittorio Pissacroia, Lorenzo Randazzo, Simona Sciarabba, Giuditta Vasile, Claudio Zappalà
e con l’amichevole partecipazione di Rocco, attore a quattro zampe
assistente ai costumi Italia Carroccio
adattamenti e modifiche sartoriali Silvia Di Giovanna
assistente alle coreografie Sandro Maria Campagna
assistente di produzione Daniela Gusmano
canzoni Serena Ganci (Zeus, La canzone delle ancelle) e Bruno Di Chiara (Rapimi la porta)
direttore dell’allestimento scenico Antonino Ficarra
produzione Teatro Biondo di Palermo
in collaborazione con Spoleto 59 Festival dei 2Mondi

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Luca Lòtano
Luca Lòtano
Luca Lòtano è giornalista pubblicista e laureato in giurisprudenza con tesi sul giornalismo e sul diritto d’autore nel digitale. Si avvicina al teatro come attore e autore, concedendosi poi la costruzione di uno sguardo critico sulla scena contemporanea. Insegnante di italiano per stranieri (Università per Stranieri di Siena e di Perugia), lavora come docente di italiano L2 in centri di accoglienza per richiedenti asilo politico, all'interno dei quali sviluppa il progetto di sguardo critico e cittadinanza Spettatori Migranti/Attori Sociali; è impegnato in progetti di formazione e creazione scenica per migranti. Dal 2015 fa parte del progetto Radio Ghetto e sempre dal 2015 è redattore presso la testata online Teatro e Critica.

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