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Residui e altri testi. Quel che resta di Jan Fabre

QUINTA DI COPERTINA: Residui e altri testi scritti da Jan Fabre e tradotti da Franco Paris, pubblicato da Editoria & Spettacolo.

20160401_095344Finito di stampare nel mese di ottobre 2015, proprio in contemporanea con l’arrivo in Italia di Mount Olympus – To Glorify the Cult of Tragedy l’incredibile evento dalla durata di 24 ore, Residui e altri testi è il libro edito da Editoria & Spettacolo e inserito nella collana Percorsi che racchiude cinque scritture dell’artista Jan Fabre, tradotte in italiano da Franco Paris. Definite “scritture” perché sarebbe difficile trovare altro termine; lontane da una classificazione tranquillizzante sono intrise tanto di lirismo poetico che di nuda prosa. Con Residui (titolo originale Restanten) attraversiamo gli abissi violenti dell’attività onirica, contrapposta alla passività del sonno. Rifugio, abbraccio, consolazione capace però di tramutarsi in incubo, passaggio che dallo stato di veglia proietta l’uomo nell’esistente potenziale in cui si realizza il teatro. Anarchia del tutto, illusione squilibrata i cui protagonisti sono i “guerrieri della bellezza”, gli stessi che, in quell’apparente stato larvale del dream time della performance in Mount Olympus, non stanno in realtà dormendo ma danno spazio alla creazione di quella vita parallela e sregolata fatta di carne e sangue. E Aspetta, aspetta, aspetta (per mio padre) dedicato al performer Cédric Charron, in cui la metrica dei versi incede gradualmente seguendo il ritmo del tempo, fino a rincorrerlo, a pregare di aspettarlo affinché non porti via con sé ciò che si ama. Vivere di una vita estatica, performando la tragedia del reale, sembra impossibile senza il piacere scaturito dall’uso di droghe: Drugs kept me alive è il testo diventato sudore e malattia nel corpo di Antony Rizzi. «Perché tutti vogliono prolungare la vita? Può qualcuno o qualcosa vivere davvero per sempre?» così nel profluvio di un delirio sintetico si brama quel sentire sensibile e totale. Simon, gangster dell’arte è invece invettiva spietata contro quel capitalismo commerciale dominato da «la grande C e la grande A» cocaina e arte, prigione in cui si cerca uno spiraglio di luce e aria, dove si divorano maciullandoli pezzi di quadri e si sniffa effimera polvere bianca.
We need heroes now è la scritta che il 12 settembre 2001 campeggiava su uno striscione davanti le macerie di Ground Zero e che dà il nome all’ultimo lascito che chiude questa raccolta. Parallelamente alla sua rappresentazione, il teatro della parola scritta di Jan Fabre potenzia, droga e violenta l’esistenza stessa. Che l’eclettismo sconvolgente e provocatorio non sia altro che un esorcismo contro l’orrore per una realtà asettica? E cosa resta quando il clamore della furia orgiastica di Dioniso muore?

Lucia Medri

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RESIDUI E ALTRI TESTI
ISBN 978-88-97276-76-0
Autore Jan Fabre
Collana Percorsi
Pagine 135
Data di pubblicazione ottobre 2015
Prezzo 15,00 euro

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Lucia Medri
Lucia Medri
Giornalista pubblicista iscritta all'ODG della Regione Lazio, laureata al DAMS presso l’Università degli Studi di Roma Tre con una tesi magistrale in Antropologia Sociale. Dopo la formazione editoriale in contesti quali agenzie letterarie e case editrici (Einaudi) si specializza in web editing e social media management svolgendo come freelance attività di redazione, ghostwriting e consulenza presso agenzie di comunicazione, testate giornalistiche, e per realtà promotrici in ambito culturale (Fondazione Cinema per Roma). Nel 2018, vince il Premio Nico Garrone come "critica sensibile al teatro che muta".

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