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HomeArticoliTempera su tela: La Jura e l’affresco sonoro di Gabriel e Taraborrelli

Tempera su tela: La Jura e l’affresco sonoro di Gabriel e Taraborrelli

La Jura. L’opera di Gavino Gabriel in prima assoluta al Lirico di Cagliari racconta le tradizioni musicali della Sardegna. Recensione e intervista

La Jura
Foto Priamo Tolu

Un’opera che appare al pubblico come un affresco e si snoda in scena come un racconto. È La Jura di Gavino Gabriel, rappresentata al Teatro Lirico di Cagliari per la prima volta dopo oltre cinquant’anni in una nuova edizione mai eseguita prima.
Protagonista di questo dipinto musicale è la Gallura, brulla regione nord-orientale della Sardegna che con la sua piccola comunità di pastori canta le tradizioni di una terra densa di storia. A tracciarne le pennellate sono la regia, le scene e i costumi di Cristian Taraborrelli, artista eclettico quanto il compositore sardo Gabriel e, come lui, fautore di un teatro in grado di coniugare memoria e innovazione.
È proprio da qui che emerge il racconto de La Jura, una storia stratificata su più livelli: quello visivo, appunto, che avvolge lo spettatore con le immagini e i colori di una Sardegna talvolta dimenticata; quello musicale, fatto di suoni “colti” e popolari perfettamente fusi tra loro e orchestrati dalla sapiente bacchetta del direttore sardo Sandro Sanna; e infine il livello narrativo, che abbraccia gli altri due seguendo un andamento quasi cinematografico.

L’ouverture dell’opera viene accolta dall’ampio respiro – un lungo sospiro, così arriva in platea – delle vallate galluresi riprese dall’alto. Una panoramica immortalata dalle telecamere dei droni e riproposta a tutto schermo sull’intera scena che lentamente si apre: una piazza, una folla confusa, la festa popolare della Madonna del Rimedio. Per qualche secondo il paesaggio continua a scorrere davanti alle figure sul palcoscenico, come un sottile velo di luci e di ombre, poi lascia spazio al crescendo musicale del coro tradizionale sardo, la tàsgia, che risuona a scandire i tempi della funzione religiosa appena conclusa, la “Missa Manna”. È il segnale che dà inizio alla festa, una fiera in cui si contratta di tutto: bestiame, terreni, matrimoni. E così il ritmo musicale e scenico si fa incalzante, preparando la cornice per il dramma che sta per compiersi.

La Jura
Foto Priamo Tolu

«Il mio punto di partenza è stato il libretto, scritto dallo stesso Gavino Gabriel – spiega il regista Cristian Taraborrelli – Ho cercato prima di tutto di pensare le scene come lui le avrebbe immaginate. La musica per me ancora non esisteva: l’ho sentita per la prima volta a dieci giorni dalla prima».
Ecco un altro aspetto che rende questa produzione decisamente straordinaria: la totale assenza di modelli precedenti. Non esistono registrazioni dell’opera, così come non esisteva una partitura univoca: la versione del Lirico di Cagliari nasce dalla collaborazione con la musicologa Susanna Pasticci, che ha curato il progetto. È proprio questa edizione, presto disponibile anche in cd e dvd, a essere stata incisa per la prima volta e trasmessa su Radio 3 sabato 28 novembre.
«Partendo dal libretto, che è stato la mia sceneggiatura, ho lavorato sui quadri dell’opera come fossero dei piani sequenza – prosegue Taraborrelli – Il mio obiettivo era far vedere anche ciò che nel testo era inespresso: così ho utilizzato le potenzialità del video, per amplificare i dettagli delle azioni tra i personaggi».

La Jura
Foto Priamo Tolu

Personaggi che, in tutta l’opera, sono in balia di un alternarsi di passioni e tradimenti, violenza e vendetta: per dirlo con le parole del regista, «un binomio di volontà e destino».
La volontà è quella del poeta-cantore Jacòni, innamorato della bella Anna. Lei ricambia il suo amore, ma è promessa al ricco pastore Burédda: incarna così il destino, nelle cui maglie è imprigionata. Una condizione resa perfettamente dalla splendida immagine del quarto quadro, dove Anna appare avvolta da un telaio formato da nove chilometri di filo.
Destino e volontà si fondono poi nella figura di Pasca, a sua volta amante di Burédda, resa folle dalla perdita della figlioletta avuta da lui. Ed è proprio Pasca il cardine della regia di Taraborrelli, che in lei intravede il fulcro del dramma interiore che attraversa l’opera. Un’anima tormentata, inquieta, nera; e nero è il suo vestito, come un bozzolo di falena, unico elemento completamente scuro nei costumi.
«Pasca è come una pennellata che attraversa la scena. Ho scelto di rappresentarla in questo modo ispirandomi a La madre dell’ucciso, scultura di Francesco Ciusa dei primi del Novecento. Attorno a Pasca ruotano i colori forti degli altri costumi, ed è lei il personaggio che innesca il meccanismo delirante del dramma. Nei suoi gesti risuona l’importanza delle pause della musica di Gabriel: per questo le ho attribuito una gestualità quasi ossessiva, in una sequenza di movimenti che mi ricordava quella di un corvo» racconta Taraborrelli.

La regia sottolinea così l’importanza della gestualità, così cara allo stesso Gabriel. Del resto poco più che un gesto è anche il solenne rituale che dà il titolo all’opera: la jura, il patto di sangue stipulato giurando sullo scapolare con le immagini sacre. Patto tra Jacòni e Gjompaulu Filianu, padre di Anna, che promette di dare la figlia in sposa al poeta solo a condizione che questi uccida il suo acerrimo nemico Peppe Medonna.
Il delitto si compie, mettendo in moto una catena di eventi resi ineluttabili dall’onnipresente idea di destino che tutto permette e tutto giustifica: quasi a confermare il monito apparso in scena appena prima dell’incontro iniziale tra Anna e Jacòni: «e ci liberi dall’errore». Una luminosa scritta al neon che richiama le parole del coro, «E ci salvia da l’arrori»: voce del popolo sardo e specchio di questo ricco e intarsiato affresco sonoro che è La Jura.

Giulia Bonelli

Teatro Lirico, Cagliari – novembre 2015

LA JURA
libretto e musica Gavino Gabriel
personaggi e interpreti
Cicciottu Jacòni Rubens Pelizzari (20, 22, 25, 27, 29)/Giuseppe Talamo (21, 24, 27 scuole)
Gjompàulu Filianu Gianluca Lentini
Anna Paoletta Marrocu (20, 22, 25, 27, 29)/Tiziana Caruso (21, 24, 27 scuole)
Matalèna Francesca Pierpaoli
Pasca Ucchjtta Nila Masala (20, 22, 25, 27, 29)/Barbara Crisponi (21, 24, 27 scuole)
Anghilesa Furitta Lara Rotili (20, 22, 25, 27, 29)/Luana Spinola (21, 24, 27 scuole)
Battista Burédda Nicola Ebau
Diécu Fasciòla Enrico Zara (20, 22, 25, 27, 29)/Mauro Secci (21, 24, 27 scuole)
Ciccittu Frési Stefano Cianci (20, 22, 25, 27, 29)/Alessandro Porcu (21, 24, 27 scuole)
Un pastore/Un vendemmiatore Moreno Patteri
maestro concertatore e direttore Sandro Sanna
Orchestra e Coro del Teatro Lirico di Cagliari
maestro del coro Gaetano Mastroiaco
Coro a tàsgia dell’Accademia Popolare Gallurese “Gavino Gabriel”
regia, scene, costumi Cristian Taraborrelli
luci Guido Levi
video Fabio Massimo Iaquone
coreografia Antonella Agati
nuovo allestimento del Teatro Lirico di Cagliari
finanziato dalla Regione Autonoma della Sardegna nell’ambito del progetto “Smart Business Factory” – il progetto è ammissibile al Programma Operativo FESR 2007-2013 della Regione Autonoma della Sardegna
prima esecuzione assoluta dell’ultima versione della partitura (1959)
edizione a cura di Susanna Pasticci

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