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Luigi Morra TVATT, ti colpisce allo stomaco

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TVATT di Luigi Morra al Teatro Tordinona di Roma. Recensione in Taccuino Critico.

 

Foto ufficio stampa
Foto Mena Rota

Le belle sorprese, ormai, bisogna andarsele a cercare. Il nostro impegno per mettere accanto, nelle stesse pagine, il teatro delle grandi sale e quello degli scantinati ci porta a volte a non riuscire a giustificare questa stessa scelta. A volte, invece, le sorprese arrivano ed è un piacere prezioso. Ci è capitato di essere stipati nella piccola sala Strasberg alla prima di TVATT, «un esperimento performativo ideato da Luigi Morra e liberamente ispirato a East e West del drammaturgo inglese Steven Berkoff». Il sottotitolo ci aveva incuriosito, così come la provenienza partenopea. Tre sedie, un microfono su asta e una loop station che monta sequenze parlate dal vivo ad altre pre-registrate è quanto occorre a Luigi Morra, Eduardo Ricciardelli e Pasquale Passaretti nell’angusto spazio della sala piccola del Tordinona per raccontare una parabola sulla violenza che respira in ogni angolo di strada, come dire in ogni svolta delle vene. È un terzo «round», quello a cui assistiamo, e si chiama così perché il titolo, acronimo di Teorie Violente Aprioristiche Temporali e Territoriali, è in realtà la traslitterazione di «T’ Vatt’», ti batto, che «in una parte del Sud Italia è un modo per dire “ti picchio”». Mentre gli altoparlanti rimandano, in uno strascicato dialetto napoletano, la voce di qualcuno che pianifica un pestaggio, gli spettatori si trovano bersaglio degli sguardi minacciosi dei tre, zoccoli ai piedi e petto nudo, come belve feroci confinate in una gabbia, impegnati e però a proprio agio in quell’atteggiamento di sfida tipico delle periferie attraversate di notte, da estraneo, da straniero. È così che ci si sente, al cospetto di questa semplice e intelligente performance, che usa il pubblico come elemento attivo, coinvolgendolo con un’esemplare fredda autorità dentro a un gioco di autoironia e denuncia: registrati brevi pattern alla loop station, alcuni spettatori vengono invitati a mimare le azioni, sotto lo sguardo severo dei tre, pronti a insultarli, a deriderli, a cacciarli dalla scena. Subito dietro a un’apparente sciatteria, a quella povertà di orpelli cui ormai siamo serenamente assuefatti, subito accanto a una prima resistenza di fronte all’ennesimo “grido dalle periferie dell’Italia”, si cela invece e colpisce allo stomaco l’evidenza del controllo, l’abilità scenica che manda in fumo quasi tutte le etichette preconfezionate. La consueta “immunità” del pubblico viene rotta con efficacia e gelida eleganza e – mentre storie di vita di quartiere raccontate ora con una maschera in volto e i movimenti della Commedia dell’Arte si mescolano ai brani crudi di Berkoff letti direttamente dal libro – ci si sente degli intrusi, con un sorriso che piano piano si spegne. Prede di una violenza diretta e disperata, che potrebbe già aver portato a casa il round decisivo.

Sergio Lo Gatto
Twitter @silencio1982

[Questa recensione appartiene al Taccuino Critico]

visto al Teatro Tordinona, Roma, aprile 2015

TVATT – Teorie Violente Aprioristiche Temporali e Territoriali
un esperimento performativo ideato da Luigi Morra liberamente ispirato a EAST e WEST di Steven Berkoff
con Luigi Morra, Eduardo Ricciardelli, Pasquale Passaretti
musiche e suono: Camera
luci e video: Domenico Catano
drammaturgia e regia: Luigi Morra

produzione: Etérnit e Teatraltro in collaborazione con Lunarte

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Sergio Lo Gatto
Sergio Lo Gatto
Sergio Lo Gatto è giornalista, critico teatrale e ricercatore. È stato consulente alla direzione artistica per Emilia Romagna Teatro ERT Teatro Nazionale dal 2019 al 2022. Attualmente è ricercatore presso l'Università degli Studi Link di Roma. Insegna anche all'Alma Mater Studiorum Università di Bologna, alla Sapienza Università di Roma e al Master di Critica giornalistica dell'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica "Silvio d'Amico" di Roma. Collabora alle attività culturali del Teatro di Roma Teatro Nazionale. Si occupa di arti performative su Teatro e Critica e collabora con La Falena. Ha fatto parte della redazione del mensile Quaderni del Teatro di Roma, ha scritto per Il Fatto Quotidiano e Pubblico Giornale, ha collaborato con Hystrio (IT), Critical Stages (Internazionale), Tanz (DE), collabora con il settimanale Left, con Plays International & Europe (UK) e Exeunt Magazine (UK). Ha collaborato nelle attività culturali e di formazione del Teatro di Roma, partecipato a diversi progetti europei di networking e mobilità sulla critica delle arti performative, è co-fondatore del progetto transnazionale di scrittura collettiva WritingShop. Ha partecipato al progetto triennale Conflict Zones promosso dall'Union des Théâtres de l'Europe, dove cura la rivista online Conflict Zones Reviews. Insieme a Debora Pietrobono, è curatore della collana LINEA per Luca Sossella Editore e ERT. Tra le pubblicazioni, ha firmato Abitare la battaglia. Critica teatrale e comunità virtuali (Bulzoni Editore, 2022); con Matteo Antonaci ha curato il volume Iperscene 3 (Editoria&Spettacolo, 2018), con Graziano Graziani La scena contemporanea a Roma (Provincia di Roma, 2013). [photo credit: Jennifer Ressel]

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