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Fabio Sargentini. E alla fine arriva Superman

Fabio Sargentini alle prese con Otello. E Superman. Vola via con me, Desdemona!. Recensione in Taccuino Critico.

 

Foto Ufficio Stampa
Foto Ufficio Stampa

Gli artisti sono quelli che non hanno paura di bombardare il senso di una parola, mettiamo, e farla diventare altro dal suo significato, quelli che non si fermano in contemplazione di un’opera ma la interrogano creandone un’altra. È proprio così che Fabio Sargentini, animatore della galleria L’Attico al centro di Roma attiva dal 1957 e saltuariamente prestata al teatro, insieme a Elsa Agalbato ha dato modo a un’idea non di sorgere ma di “insorgere” e imporsi dentro un classico, l’Otello shakespeariano, per dar vita a una visione astratta, impossibile, e per questo ricca di densa probabilità. Vola via con me, Desdemona! è il nuovo corso della nota tragedia, il cui epilogo, apparentemente segnato, svela una sorpresa: Otello (Francesco Biscione) vuole uccidere Desdemona (Maria Chiara Augenti), Jago (Giuseppe Bisogno) è quasi riuscito nel suo intento, se non fosse per l’arrivo di Superman (Mauro Racanati) dalle spalle degli spettatori, perché salvi la ragazza.
Ma andiamo con ordine: un talamo principesco e dietro il mare di Venezia da una finestra balconata, luci e seta vibrano onde suadenti. Cassio è stato allontanato, tra i due amanti l’ombra pianificata da Jago che resta sul fondale, sibillino. L’erotismo di pari passo al sospetto, cresce una tensione nel dialogo dei due sposi, il dubbio affligge il Moro, fino alla decisione: la morte, per una moglie che ama ma di cui teme l’infedeltà, al punto da privarsene. Proprio allora, in quell’amara morte per troppo amore, l’intervento di Superman pone l’arte al servizio del pensiero, invita a una riflessione. «Perché non lasci Otello? È un uomo brutale che vuole strangolarti da secoli!», osserva giustamente il supereroe. Ma la quarta parete, per quanto bucata da un intervento estremo, disperato, resiste e respinge, Otello e Desdemona sanno che il corso delle cose è inalterabile, sanno che anche distruggendo l’archetipo in macerie esse saranno di nuovo erette sempre nello stesso identico edificio. Perché interrompere, placare, l’ira di Otello, non fermerà l’ira di cui esso è esemplare, motivo per il quale il teatro è materia di ogni tempo. Poi, certo, ogni tanto un po’ di movimento per allenare il pensiero a porsi delle domande non fa male. Perché alla fine di tutto, con le mani del marito al collo, anche Desdemona lo ammetterà: «Riconoscilo, una ventata di aria fresca ce l’ha portata…».

Simone Nebbia
Twitter @Simone_Nebbia

[Questa recensione appartiene al Taccuino Critico]

L’Attico, Roma – aprile 2015

VOLA VIA CON ME, DESDEMONA!
Interpreti Maria Chiara Augenti, Francesco Biscione, Giuseppe Bisogno, Mauro Racanati.
di Elsa Agalbato e Fabio Sargentini

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Simone Nebbia
Simone Nebbia
Professore di scuola media e scrittore. Animatore di Teatro e Critica fin dai primi mesi, collabora con Radio Onda Rossa e ha fatto parte parte della redazione de "I Quaderni del Teatro di Roma", periodico mensile diretto da Attilio Scarpellini. Nel 2013 è co-autore del volume "Il declino del teatro di regia" (Editoria & Spettacolo, di Franco Cordelli, a cura di Andrea Cortellessa); ha collaborato con il programma di "Rai Scuola Terza Pagina". Uscito a dicembre 2013 per l'editore Titivillus il volume "Teatro Studio Krypton. Trent'anni di solitudine". Suoi testi sono apparsi su numerosi periodici e raccolte saggistiche. È, quando può, un cantautore. Nel 2021 ha pubblicato il romanzo Rosso Antico (Giulio Perrone Editore)

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