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Alice disambientata nei pugni di Ilaria Dalle Donne

Alice disambientata di Gianni Celati riproposto in scena da Ilaria Dalle Donne al Teatro Due. Recensione in Taccuino critico.

 

Foto Giancarlo Ceccon
Foto Giancarlo Ceccon

Torniamo all’anno 1977: l’Università di Bologna è occupata e anche il DAMS lo è. Lo storico critico e traduttore Gianni Celati sta tenendo un seminario su Lewis Carrol e la sua creatura Alice;  attraverso questo personaggio il professore spinge gli studenti, già carichi di invettive rivoluzionarie, a riflettere sulla condizione politica e sociale di quel particolare momento, incontri che saranno poi raccolti nel testo Alice disambientata, pubblicato l’anno seguente. Oggi quella mancanza di luogo  – l’essere fuori, dentro, al di sopra o al di sotto, grandi e piccoli, con e senza – viene reinterpretata nell’omonimo spettacolo di e con Ilaria Dalle Donne finalista al Premio Scenario 2013, che chiude la rassegna A Roma! A Roma! al Teatro Due.  La lotta di quegli, ma anche di questi, anni è traslata metaforicamente in quella fisica condotta sulla difensiva dalla nostra Alice, la quale, abbandonati gli abiti da fanciulla borghese, indossa adesso tuta, felpa, top e scarpe da ginnastica. Nel ring riproposto scenicamente con quattro luci piazzate ai rispettivi angoli, Alice prende a pugni  la vita in otto round dalla durata di circa due minuti ciascuno. Una sorta di “lotta di formazione” prorompente, energica, sudata e inquietante. Il tempo è come un orologio diviso a metà: da una parte scorre, quand’è incarnato dal coniglio vivo e vegeto che si aggira per la scena col suo candore opposto al rosso sanguigno degli occhi; nell’altra è invece bloccato nelle membra inermi di un secondo coniglio imbalsamato e legato alla schiena dell’attrice. La forma di questo lavoro è disarmante, concentrata in una fisicità tonica, convulsa e agitata in uno stato di continuo eccitamento, sinonimo di sfida e quindi di instancabile ricerca. Visibile è l’impronta di Babilonia Teatri, compagnia con la quale l’attrice lavora dal 2005 non solo come performer ma anche collaborando nell’organizzazione degli spettacoli. Tutto è muscoli, nervi, saliva, sudore e respiro, lasciamoci allora animare e scuotere da cotanta carnalità e speriamo in una possibile rivalsa e vittoria della nostra eroina, se non qui almeno in un altrove fatto di casine di cartone illuminate da calde e avvolgenti luci.

Lucia Medri
Twitter @LuciaMedri

Questa recensione breve appartiene a un Taccuino Critico, leggi le altre

visto al Teatro Due-marzo 2015

ALICE DISAMBIENTATA
di e con Ilaria Dalle Donne
Con la collaborazione di Residenza artistica Anagoor
Con il sostegno di Viva Opera Circus Teatro dell’Angelo
Produzione OperaEstate Festival Bassano.
La Piccionaia
spettacolo finalista del Premio Scenario 2013

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Lucia Medri
Lucia Medri
Giornalista pubblicista iscritta all'ODG della Regione Lazio, laureata al DAMS presso l’Università degli Studi di Roma Tre con una tesi magistrale in Antropologia Sociale. Dopo la formazione editoriale in contesti quali agenzie letterarie e case editrici (Einaudi) si specializza in web editing e social media management svolgendo come freelance attività di redazione, ghostwriting e consulenza presso agenzie di comunicazione, testate giornalistiche, e per realtà promotrici in ambito culturale (Fondazione Cinema per Roma). Nel 2018, vince il Premio Nico Garrone come "critica sensibile al teatro che muta".

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