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HomeArticoliL'Abeliano di Bari. Un nuovo corso del teatro in Puglia

L’Abeliano di Bari. Un nuovo corso del teatro in Puglia

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Il Nuovo Teatro Abeliano di Bari (Teatro di rilevante Interesse Culturale) e l’ultima produzione: Bluebird Bukowski

 

foto Egidio Magnani
foto Egidio Magnani

Proprio stasera debutteranno al Teatro Ringhiera di Milano con il loro ultimo spettacolo di compagnia, Lo splendore dei supplizi, ma i protagonisti del duo barese Fibre Parallelle hanno da poco collaborato anche con il Nuovo Teatro Abeliano, che insieme al Kismet Opera ha dato vita all”istituzione teatrale più importante del capoluogo pugliese, il Teatro di Bari.
Facciamo allora un leggero passo indietro. A Bari è accaduto quello che al Ministero, e non solo, auspicavano, ovvero due soggetti già centrali nella storia e nella geografia culturale cittadina hanno unito le proprie forze e, grazie alla spinta e alla regia di un lungimirante Assessore alla Cultura, ecco il riconoscimento di Tric che in prima battuta ha lasciato molti di stucco viste anche le bocciature eccellenti di Stabili di Innovazione storici e dal lavoro riconosciuto da più parti.

Anche il Kismet è uno stabile di Innovazione, conosciuto e apprezzato “nel giro”, ma questo Teatro Abeliano chi e cosa è? È una domanda che ci siamo posti in tanti dato che si parla di un posto fuori dalla rete di conoscenze creata dai festival, o dalle importanti prime nazionali. Cominciamo a dire che è un teatro nuovissimo, progettato dall’architetto Luca Ruzza e realizzato circa 3 anni fa intervenendo su un rustico di proprietà della parrocchia. A raccontarcelo è Vito Signorile, direttore artistico del Nuovo Teatro Abeliano e ora anche del Teatro di Bari, un omone dai modi tranquilli, lo sguardo e il sorriso sincero, uno che nell’epoca dell’emigrazione è rimasto nel suo sud e col tempo, passo dopo passo, ha messo in piedi quattro strutture teatrali. L’ultima è proprio quella battezzata tre anni fa e centro nevralgico del Tric, l’Abeliano. Trecento posti spioventi, platea che all’occorrenza può essere spostata, visione perfetta, scena spaziosa, foyer accogliente (ci vorrebbe un bar) e ampie vetrate.

Signorile grazie a un accordo con la chiesa ha ottenuto l’usufrutto gratuito in cambio dei lavori, ha speso 1 milione di euro e ha altri 7 anni di debiti. Quando gli abbiamo chiesto per quale motivo lo avesse fatto, semplicemente e senza eccessivo orgoglio ha fatto capire che c’era la volontà di lasciare un segno alla collettività. Già a vederla da quest’anno quella dell’Abeliano porta all’interno di una programmazione territoriale che alterna il commerciale al popolare sprazzi di una visione artistica conosciuta anche fuori Bari, si leggono infatti i nomi di Maniaci d’Amore, Teatro Potlach, Angelo Tanzi. Ma la voglia di rischiare di Signorile arriva anche più lontanto, ecco allora il bisogno di fresche energie produttive e artistiche. E qui torniamo al punto di partenza, a Fibre Parallele. La nuova produzione dell’Abeliano, Bluebird Bukowski,  vede nel cast proprio Riccardo Spagnulo e Licia Lanera, non come compagnia, ma come artisti esterni, il primo in quanto autore e la seconda nel ruolo di regista. Il direttore del teatro, con decenni di lavoro sulle spalle, aveva bisogno di nuova linfa creativa con cui nutrire il proprio mestiere di attore, così dopo anni dedicati anche alla regia (per necessità), eccolo trasformarsi sotto la guida di Lanera in un Bukowski tragicamente ironico e dolente.  Spagnulo ha ricamato su commissione (quella di scrivere un dramma sul celebre poeta) un piccolo e semplice plot che ha permesso allo spettacolo di non essere schiavo dei cliché relativi alla vita dello scrittore. Bukowski si risveglia temporaneamente dalla morte e si chiude nella camera mortuaria con un’infermiera – peccato per la performance di Mary Dipace che lascia a desiderare nei toni, nella timbrica e talvolta anche nella gestione fisica del personaggio. Quello che inizialmente è quasi un rapimento finisce per divenire una confessione e per entrambi la necessità di incontrare l’altro. Ecco che a dominare la scrittura e la scena allora non è solo il binomio sesso e alcol, ma maggiormente l’ombra di una solitudine più angosciante della morte. Tornare alla vita per qualche ora vuol dire avere ancora il tempo di inebriarsi della vita stessa: le birre, l’amore, la scrittura, per l’ultima volta, per scacciare la solitudine e il vuoto pneumatico di un sonno senza aldilà.

Andrea Pocosgnich
Twitter @andreapox

Teatro Abeliano di Bari – Marzo 2015

BLUEBIRD BUKOWSKI
Drammaturgia Riccardo Spagnulo
Regia Licia Lanera
Con Vito Signorile e Mary Dipace
Luci Vincent Longuemare
Realizzazione scene Michele Iannone
Responsabile tecnico Roberto De Bellis

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