Recensione dello spettacolo Il topo nel cortile in scena al Teatro Belli
C’è una scenografia completamente rossa il cui fondale è rappresentato da una lunga cassettiera che occupa gran parte del palco, un tavolo con un paio di sedie e sulla sinistra un divano, al centro una finestra, scena calda come le luci, ambiente mentale più che reale, da incubo borghese; ci sono dei colpi di pistola all’inizio e alla fine dello spettacolo, quasi dei flash che spengono e accendono il palco improvvisamente, ma soprattutto al Teatro Belli c’è uno di quei testi che vorremmo trovare più spesso nei palcoscenici romani che abitualmente si riconoscono nella nuova drammaturgia. Il topo nel cortile scritto e diretto da Daniele Falleri ha la capacità di pungolare lo spettatore innescandone la messa in crisi, forzandolo a prendere una posizione. Come nel dramma borghese al centro del discorso vi sono le scelte degli individui rispetto alla società; ma questo meccanismo si moltiplica all’interno di quel microcosmo che è la famiglia, in questo caso organizzato secondo un disegno matriarcale: madre al comando (fenomenale interprete Elena Russo), marito succube e dalla personalità mite (Emanuele Salce credibile e quasi mai forzato), figlio adolescente avventato e istintivo (Andrea Standardi), figlia sordomuta di sedici anni (Laura Adriani).
La scena si apre con i genitori che hanno da poco scoperto la futura maternità della figlia; la ragazza è incinta e la madre da subito comincia a dettare le regole del gioco, lo farà fino alla fine, anche quando le carte in tavola cambieranno rivelando un disegno doloroso e inaspettato. Il testo è infatti innervato di una divertente comicità che però da un certo momento cammina di pari passo con un senso del tragico decisamente contemporaneo, fatto di silenzi, bugie, ipocrisie e sottomissioni. E allora anche la scenografia con quella grande cassettiera – che sembra fatta appositamente per nascondere segreti – e la spinta cromatica della luce acquisiscono valore simbolico, quasi un presagio rispetto alla scansione cronologica degli eventi.
La ragazza – ottima la giovane Adriani in un personaggio silente, ma capace di urlare con il proprio linguaggio gestuale – si scoprirà incinta, ma non del proprio fidanzato; le mani del fratello si macchieranno di sangue, mentre quelle della madre saranno intente a proteggere l’onore familiare a tutti i costi finanche alla scoperta di una morbosità tutta interna alla famiglia stessa. La negazione dei fatti come unica salvazione possibile e il ribaltamento ipocrita dei valori diventano strumenti necessari.
Ché non è insomma il valore della vita a predominare, ma un cieco e bigotto perbenismo capace di passare sopra tutto. È nel mezzo di questi fatti che deve trovarsi la drammaturgia contemporanea – e il testo di Falleri ci riesce con disinvoltura – facendo del teatro un laboratorio politico ed etico espanso che non cerchi risposte, ma produca domande.
Andrea Pocosgnich
Twitter @andreapox
visto al Teatro Belli in marzo 2014
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IL TOPO NEL CORTILE
scritto e diretto da Daniele Felleri
con Elena Russo, Emanuele Salce, Laura Adriani
e Andrea Standardi
Costumi Alexandra Toesca
Musiche Marco Schiavoni
scene Valerio Cappelletti e Costantino Pellegrino
Aiuto Regia Antonella Ricchiuti
una produzione LDM Comunicazione
Organizzazione Fabrizio Perrone ITS Italia Spettacoli