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Attrice Contro e il «Demone Raffa»

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Recensione di Volevo essere Raffa di Attrice Contro al Teatro Tordinona

Volevo essere Raffa
Foto Laura Pece

«Come è bello far l’amore da Trieste in giù!», celebre strofa di un brano tanto popolare, cantato, suonato, vissuto, la cui importanza sociale e mediatica lo fa assurgere all’Olimpo degli aforismi, delle frasi celebri della letteratura e dei modi di dire. Accanto a “Odi et Amo”, “Il dado è tratto”, o ancora “La donzelletta vien dalla campagna”, c’è lei! A liberare gli istinti soffocati di migliaia di donne e casalinghe italiane, perché rappresentasse il desiderio proibito e impossibile da dichiarare in un’Italia che si voleva e si vuole tuttora casta e pura, addormentata nel suo odore di santità falso e bugiardo. Ecco Raffaella Carrà, donna simbolo di tante rivoluzioni, come quella dell’ombelico scoperto nell’iconico Tuca Tuca o delle sue tante canzoni dal motivetto orecchiabile e ballabile, che celano invece testi dalla forte carica innovativa e addirittura militante, la rivediamo nella nostra storia recente, in un orizzonte italiano protetto e allattato da Mamma Rai ormai diventata «la succursale del Vaticano», come la definì il paroliere Gianni Boncompagni.
Ebbene la “Raffa nazionale” rivive nei panni dell’Attrice ControAlessandra Magrini, nel suo nuovo spettacolo Volevo essere Raffa in scena al Teatro Tordinona fino al 2 marzo. Un lavoro frutto dell’incontro tra la personalità all’avanguardia della Carrà e il teatro militante di Attrice Contro, già nota per i suoi lavori quali Rosso Vivo – La storia di Valerio Verbano, Madama Cie, Musical Ribelle, Se questo è un operaio e Partigiane della Libertà.

Un salto all’indietro negli anni Ottanta che diventano scenografia per lo spettacolo e allo stesso tempo il contesto storico in cui si muove la nostra Raffaella: su una poltrona è seduto Topo Gigio e, da un televisore a tubo catodico posto sulla destra, arrivano immagini di programmi e pubblicità celebri di quei mitici anni. Da una porticina posta sulla sinistra della piccola Sala Strasberg sbuca una figura elegantemente vestita e con un caschetto biondo platino, accolta la sera della prima da solo tre spettatori in sala. All’imbarazzo e dispiacere iniziale l’attrice reagisce con ironia e comicità, comunicandoci che la accompagneremo nel suo monologo musicato dal vivo da Antonio Carboni.

Volevo essere Raffa
Foto Laura Pece

Un flusso di parole e canzoni di circa sessanta minuti che, tramite l’espediente della lettura di un personale “caro diario”, ripercorre ambizioni, aspettative, sogni e primi amori di una ragazzina, affascinata e quasi stregata dal «Demone Raffa», in perenne scontro con la mentalità pudica italiana incarnata da sua madre, che la autorizza a fare «quel palloso teatro» come surrogato di un mondo scintillante dove si balla, si canta e si indossano tutine di latex.
Ed ecco che due ragazzi, spettatori presenti in sala, vestono i panni dei Carramba Boys indossando cappellini da poliziotto e manganelli di plastica attaccati alla cintura, poi è la volta della sottoscritta portata alla ribalta per impersonare il ruolo di una ragazza immagine che deve «accavallare le gambe in modo che si veda il muscolo della coscia intostato», tra l’imbarazzo e la curiosità si diventa così “spettattori” in scena, divertendosi ed animando una sala che da vuota si riempie di risate, applausi e complicità scenica, imprevista e improvvisata.

Alessandra Magrini supera non solo la prova dello spettacolo, la cui composizione drammaturgica è all’insegna della parabola di formazione, in bilico tra l’ideale e l’illusione adolescenziale, ma riesce inoltre a superare l’imbarazzo di una sala vuota coinvolgendo l’esiguo pubblico in un ironico e dissacrante gioco scenico. Indossando una maschera incipriata e patinata dietro alla quale però si nasconde una realtà decadente e goffa, che inciampa e cade in un vestito troppo lungo.

Lucia Medri
Twitter @LuciaMedri

visto al Teatro Tordinona dal 27 febbraio al 2 marzo

Teatro Td IX Tordinona e Compagnia Teatrale Indipendente AttriceContro

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VOLEVO ESSERE RAFFA
di e con Alessandra Magrini
musiche dal vivo Antonio Carboni

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Lucia Medri
Lucia Medri
Giornalista pubblicista iscritta all'ODG della Regione Lazio, laureata al DAMS presso l’Università degli Studi di Roma Tre con una tesi magistrale in Antropologia Sociale. Dopo la formazione editoriale in contesti quali agenzie letterarie e case editrici (Einaudi) si specializza in web editing e social media management svolgendo come freelance attività di redazione, ghostwriting e consulenza presso agenzie di comunicazione, testate giornalistiche, e per realtà promotrici in ambito culturale (Fondazione Cinema per Roma). Nel 2018, vince il Premio Nico Garrone come "critica sensibile al teatro che muta".

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