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Le voci di Fuori: interpretazione, luci e sonorità di Dario Aggioli

La recensione dell'ultimo spettacolo di Teatro Forsennato Le voci di fuori di Dario Aggioli regista di Teatro Forsennato, una delle compagnie appartenenti al consorzio Ubusettete, al quale la Fondazione Romaeuropa ha aperto il proprio spazio per due giorni, è stato partorito anche grazie alle due settimane di residenza creativa che la compagnia ha ottenuto allo Spazio Off di Trento dopo aver raggiunto le semifinale dell'ultimo Premio Scenario.

7 Novembre 2008: l’informazione bestemmiata da Gli Omini

La recensione dello spettacolo in scena 23 e 24 gennaio all'Angelo Mai Sul palchetto di legno costruito nel nuovo Angelo Mai, un capannone che fu di una bocciofila, i quattro (da Gabbato lo santo oltre a Riccardo Goretti, Francesco Rotelli e Luca Zacchini c'è anche Francesca Sarteanesi) cominciano e finiscono con due bandierine americane che spuntano dalle quinte...

Le nuvole di Aristofane e la povera patria di Latella

La recensione dello spettacolo in scena fino al 31 gennaio al Teatro Argentina Inizierò parlandovi del pubblico, inizierò dicendovi che era più numeroso di quello che mi sarei mai aspettato per una pomeridiana, ma c'era Antonio Latella e poi Aristofane ha fatto il resto captando scolaresche in quantità. Inizierò raccontandovi il mio stupore quando durante l'intervallo gruppi di liceali tra loro parlavano dello spettacolo in questi termini: "Si è moderno, ma troppo, lo ha troppo modernizzato"...

Le pulle: al Valle l’avanspettacolo del dolore firmato Emma Dante

La recensione dello spettacolo in scena nello storico teatro romano. E' un'alcova dove nascondersi. E' un sogno proibito. E' un circo di poveri saltimbanchi. E' una casa delle bambole rotte. Tutto questo è l'ultimo spettacolo di Emma Dante, Le pulle, Operetta amorale, in scena fino al 24 di gennaio al Teatro Valle di Roma all'interno della monografia che l'Eti ha dedicato alla regista siciliana.

Feminea: tra video e teatro è l’ultima performance di Teatro Deluxe

La recensione dell'ultimo lavoro di Teatro Deluxe. Al Duncan 3.0 centro polifunzionale di ricerca ed esposizione delle arti visive e performative contemporanee, dove Vera Michela Suprani e Claudio Oliva sono rimasti 4 mesi a creare e provare, il video sovrasta la performer e riempie il fondale della scena. Il piano visivo, determinante già in Pearl, è ora prioritario nella comunicazione di Teatro Deluxe, e si formalizza nella precisa scelta di studiare l'interazione tra la performatività fisica ed eseguita dal vivo e le immagini semoventi...

Primi passi sulla luna: Cosentino e l’ironia come superamento della tragedia

La recensione dello spettacolo in scena fino al 24 di gennaio al Teatro Argot. E' la capacità affabulatoria di Cosentino che si determina lì in quel momento davanti al pubblico, è una corda tesa tra il narratore e i suoi spettatori. Questo canale emozionale grazie al quale l'artista abruzzese ha fagocitato l'attenzione del pubblico durante una prima affollatissima al Teatro Argot non si è mai chiuso....

Senza Lear: per ora solo uno studio di Isola Teatro

Con la sua compagnia, Isola Teatro, la Gilmore affronta Re Lear, o meglio la sua assenza, come in realtà si tratta di Shakespeare senza Shakespeare. Del dramma elisabettiano rimangono le tre sorelle. Marta Gilmore se le immagina in un'anticamera prima dell'incontro con il padre, Lear, onnipresente nella sua assenza. Sono tese, si tengono il diaframma, hanno il riso nervoso.

“Crollo!” al Sala Uno: quando lo spettatore si salva dalla catastrofe

La recensione dello spettacolo con la regia di Giulio Stasi. La realtà della crisi finanziaria che in breve tempo nel il sud est asiatico generò una vera e propria catastrofe umanitaria, la violenza del regime di Suharto in Indonesia, la pulizia etnica sulle ragazze e le donne di origine cinese, come rendere palpabile tutto questo in scena? Riuscito è ad esempio il lavoro sul coro di broker, incarnano il male, ma in maniera buffonesca, sono un'astrazione. Ma appena il pathos comincia a muovere i suoi primi passi sulla scena capiamo che quel meccanismo con il quale lo spettatore accetta la finzione della scena rompe. Sia la recitazione che la scansione del ritmo con cui la crudeltà del reale cerca di trovare un proprio spazio nel momento teatrale lasciano perplessi.

Antonio Rezza in 7 14 21 28: paradossi fisici e verbali per non raccontare

La recensione dell'ultimo lavoro firmato Rezza-Mastrella. In questo 7 14 21 28 , in scena al Vascello fino al 3 gennaio, come nei suoi spettacoli passati, non c'è una trama, una storia certa a cui aggrapparsi, ma uno studio sfaccettato su alcuni esemplari di umanità. Rezza presta voce e corpo, Flavia Mastrella crea “l'habitat”.

Anima: Triangolo Scaleno Teatro alla ricerca di Brecht

L'atmosfera visiva creata dalla Nicolai, ovvero gli abiti (che poi cadranno tutti insieme di colpo) illuminati dal basso e il tappeto sonoro, funziona; come d'altronde è molto interessante una certa interpretazione del testo di Brecht che sposta l'accento sulla relazione uomo-unico Dio, sostituisce la presenza dei tre Dei brechtiani con un conseguente grido a un unico Dio incapace di ascoltare; e poi colpisce anche la disgregazione dei personaggi nella coralità della compagnia, dove, come in una girandola si cambia personaggio ad ogni scena.

Sequestro all’italiana: la crudeltà del reale e la finzione di Teatro Minimo

La recensione dello spettacolo in scena al Teatro Orologio fino al 20 dicembre. In Teatro Minimo, compagnia del vivace panorama teatrale pugliese, nata nel 2001, messa in scena e testualità vanno di pari passo, ed ecco che la regia di Michele Sinisi (protagonista con Vittorio Continelli) visivamente si costruisce sull'astrazione. Nella sala grande del Teatro Orologio è stato ricostruito un pavimento in mattonelle...

Being Hamlet, ovvero follia e coraggio di CK Teatro

Poco mi interessa un impatto drammaturgico, una trama riconoscibile che tanto di sé sappia raccontare, e non mi interessa perché non interessa neanche loro. Per un mio vizio di forma dirò che accostare il dubbio di Adamo di fronte alla mela all’amletismo del famoso monologo è scelta che ho apprezzato molto; dirò del testo di Carvelli, assetato, scritto interamente in sesta rima; dirò dell’uso estremo del video in una sala di teatro, come oscurità travestita da rivelazione, e per questo la dirò più pura...

Ascanio Celestini: Il razzismo è una brutta storia

La recensione dell'ultimo lavoro di Ascanio Celestini. Sul suo teatro si è detto molto. La sua voce fatta di cadenze ritmiche e quasi rimiche, la sua misurata complicità con la fantasia, mai debordante ma di rara incisività, poi la tecnica strutturale a cellula concentrica, cui stavolta concede qualche apertura in più nella scansione di solito estremamente puntuale, qualche lucido inciampo in cui far passare, dall’esterno, la musica che lo accompagna.

Babilonia Teatri “Pornobboy” : siamo schiavi di un’informazione di plastica

La recensione dello spettacolo in scena fino al 29 novembre al Teatro India Si attaccano manifesti del proprio spettacolo, megalomania, senso della grandezza, moltiplicazione del proprio ego e della propria immagine. L'importante è esserci, non fa niente se il manifesto è messo per storto, non dipende dal motivo o dal movente...

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Recensione. Al Piccolo Teatro Strehler di Milano, all’interno della rassegna Milano Porta Europa con cui il Piccolo rinnova l’intento di aprirsi al dialogo e...