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HomeCordelia - le RecensioniSPORT (di Salvo Lombardo)

SPORT (di Salvo Lombardo)

Questa recensione fa parte di Cordelia di novembre 23

«Ojos and bouche brûlés / So sweet la nuit on body sold» è uno dei versi sincretici di hiver di Iosonouncane, fatti di lingue giustapposte, in cui, con densità semantica, potrebbe essere sintetizzato Sport di Salvo Lombardo, ultima traccia della trilogia L’esemplare capovolto che, dopo Gran Ballo Excelsior (1881) e Amor (1886), stavolta desitua coreograficamente Sport ballo in otto quadri del coreografo Manzotti che debuttò alla Scala nel 1897. Sul tatami bianco al centro della sala B del Teatro India, con ai lati il pubblico, avanti e indietro, con lo sguardo fisso e implacabile, si srotolano le capriole di Chiara Ameglio, Jaskaran Anand, Daria Greco, Fabritia D’Intino; il gesto è prestante ma isolato, lo sguardo è dritto, in parallelo, come le righe delle tute indossate. La luce al neon è radiante, sembra che le gelatine apposte davanti ai fari par siano rigate, a graduare lo spettro luminoso in diverse intensità. Le Reebok bianche affondano dolcemente, il suono dei corpi e dei passi sul tappeto è ovattato, confortevole. Abbandonando i “binari” solipsistici della partitura iniziale, i corpi si trovano inclusi ma anche contrapposti gli uni agli altri, prima attraverso carezze conoscitive poi con il prendere le misure, prevaricandosi: le mani si stringono ai polsi, le gambe si tendono, le teste si avvicinano. Il contrasto serioso scivola nella risata complice, l’annientamento cede al piacere della caduta, che passa dalla morbidezza al tonfo; la musica sale e i colpi dei corpi si trasformano in frastuono di bombe. Tregua: la guerra si scioglie fiacca nella pace delle note del concerto per pianoforte e orchestra n. 23 di Mozart. La levità di Greco e D’Intino, la fermezza di Ameglio e l’imprevedibilità di Anand sono dei vettori espressivi delle corporeità non imbrigliate nella performance agonistica ma animate nella loro diversità che prevale sul codice. È ineffabile: l’umanità riscrive la storia non più attraverso la prestanza, fisica, dei corpi ma tramite la loro presenza, emotiva (Lucia Medri).

Visto al Teatro India: di Salvo Lombardo con Chiara Ameglio, Jaskaran Anand, Daria Greco, Fabritia D’Intino, disegno luci, spazio e direzione tecnica Maria Elena Fusacchia e Alessio Troya disegno del suono Fabrizio Alviti styling Ettore Lombardi consulenza teorica Alessandro Tollari foto di Carolina Farina produzione Chiasma coproduzione FESTIVAL MILANoLTRE, Fattoria Vittadini con il contributo di MIC – Ministero della Cultura e Regione Lazio con il sostegno di Lavanderia a Vapore, Teatro di Roma – Teatro Nazionale, Scenario Pubblico / Centro di Rilevante Interesse Nazionale per la Danza, C.L.A.P.Spettacolo dal vivo, CapoTrave / Kilowatt, Ostudio in collaborazione con Università degli Studi di Torino | Dipartimento di Studi Umanistici grazie a CUS Torino, A.S.D Lotta Brescia e Lotta Club Jonio Salvo Lombardo è artista associato della Lavanderia a Vapore e di MILANoLTRE

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Lucia Medri
Lucia Medri
Laureata al DAMS presso l’Università degli Studi di Roma Tre con una tesi magistrale in Antropologia Sociale, sceglie di dedicarsi alla scrittura critica partecipando a workshop e seminari presso la Fondazione Romaeuropa. Dal 2013 è redattrice presso la testata online Teatro e Critica e approfondisce parallelamente la sua formazione editoriale in contesti quali agenzie letterarie e case editrici (Einaudi). Negli ultimi anni si specializza in web editing prendendo parte a master e stage dedicati al Social Media Management presso aziende operanti nel settore culturale (Fondazione Cinema per Roma). Nel 2018 riceve il Premio Garrone «al critico più sensibile nel leggere il teatro che muta».

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