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Bukowski nel Labirinto. Il teatro dei nati nei ’90

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Al Teatro Furio Camillo il Gruppo della Creta, a meno di un anno dalla sua formazione, presenta il festival Labirinto. Abbiamo visto Per sei dollari l’ora e li abbiamo conosciuti. Recensione

Per sei dollari l'ora_Labirinto Festival (35)«In fondo cos’è un nome?» Il Charles Bukowski di Pulp. Una storia del XX secolo (romanzo e testamento spirituale che accompagna l’alter ego di Chinaski alla sua ultima bevuta) avrebbe eluso così le presentazioni della compagnia che in questi giorni sta esordendo con il festival Labirinto al Teatro Furio Camillo. Eppure, se nel quartiere Appio va in scena un festival organizzato e autoprodotto da un collettivo di under 27 come spazio per le proprie produzioni e collaborazioni, la curiosità e la voglia di tastare il polso di una Roma teatrale ventenne ti portano a vedere Per sei dollari l’ora, adattamento del romanzo di cui sopra con la regia di Alessandro Di Murro – classe 1992 – e a chiederti da dove arrivi il Gruppo della Creta e il loro nome. «Ci siamo conosciuti e diplomati nella Nuova Accademia Internazionale di ArteDrammatica del Teatro Quirinetta di Roma. Durante un workshop intensivo Luca Lazzareschi, allievo di Vittorio Gassman, si presentò con un grosso cubo di creta: l’obiettivo dell’esercizio era di impiegare tutta la forza per modellare questo cubo recitando un monologo. Gradualmente le parole prendevano corpo, si caricavano di una tensione drammatica e di una forma plastica che prima non avevano, e a noi studenti colpì molto vedere come la forza fisica potesse riempire le parole di un testo. Da questo siamo partiti poi come immagine per darci un nome che descrivesse la volontà del gruppo: siamo ancora davvero all’inizio, vogliamo modellarci e fare in modo di uscire dal teatro cambiati, noi e il pubblico, anche se di pochissimo». È Cristiano Demurtas, classe 1993 e tra i fondatori della compagnia, a rispondere dopo lo spettacolo inserito nel primo dei quattro percorsi proposti dal festival – Nuove Regie, Percorso Pasolini, Teatro Ragazzi e Monografia sulla guerra – sviluppati dal giovedì alla domenica dal 4 al 21 febbraio.

Per sei dollari l'ora_Labirinto Festival (1)Per sei dollari l’ora è uno spettacolo sulle avventure di Nicky Belane, detective privato immerso in una Los Angeles squattrinata, in un ultimo e per certi versi atipico Bukowski nel quale il tasso alcolemico delle ambientazioni è reso introspettivo e lucido dalla necessità di sbeffeggiare quella Signora Morte che lo attendeva, in una fusione simbiotica tra l’autore e il protagonista: «hai una copia firmata di Mentre morivo di Faulkner?». Appassionati o meno dello scrittore, Pulp è la cartina tornasole della sua ironia e del suo cinismo, un romanzo in cui le invenzioni narrative trascinano con sé il lato più grottesco. Linea narrativa colta dall’adattamento di Silvio Bambagiotti che consegna alla regia un testo teatrale bilanciato e ben costruito nel quale Di Murro immerge gli attori, come se le pagine volgessero improvvisamente in quinte. L’assurdo e il surreale del plot sono enfatizzati da alcune trovate registiche su una scena che è contemporaneamente studio del detective, casa, bancone di un bar, strade di Hollywood, forse il mondo intero. Tra personaggi che si animano dall’ombra, il detective dovrà risolvere i suoi quattro incarichi tra i quali trovare Louis Ferdinand Céline ancora vivo su richiesta di uno strano cliente, la Signora Morte, che alla fine chiederà il suo conto.

foto ufficio stampa
foto ufficio stampa

Alessio Esposito – interprete di Nicky Belane – è chiaramente lontano dal physique du rôle del detective alcolizzato e appesantito da una pancia ingombrante, ma ciononostante riesce a restituire il ghigno e lo spirito bukowskiano, regalando al pubblico la spassosa filosofia da lucido beone. Tra telefonate, amanti, risse, linee erotiche e donne aliene, la commedia balla a braccetto con la morte e con il demone del sesso sulle note della colonna sonora di Enea Chisci, mentre il chitarrista Amedeo Monda suona dal vivo versando drink dal bancone. Dunque teatro, musica, letteratura e, nel foyer, l’arte visiva. Una suggestione o una volontà di riportare il teatro tra le altre arti? «Riportare il teatro tra le altre arti, e anche il contrario. Abbiamo ancora la folle idea che il teatro possa risultare – per dirlo in gergo – “fico”. E oggi una proposta culturale che piaccia e che funzioni deve essere un po’ più totalizzante. Da qui, l’idea del bando Minotauro (all’interno del Labirinto) con Artemisia Lab e l’esposizione ogni sera di uno dei finalisti, o gli incontri letterari frutto della collaborazione con la libreria Einaudi di via Labicana: teatro e letteratura tematicamente collegati con quello che avviene in scena».

foto ufficio stampa
foto ufficio stampa

Su quella scena gli interpreti riescono, seppur ancora desiderosi di maturare la freschezza in consapevolezza piena, a imprimere quella forza della quale parlava Cristiano Demurtas con il cubo di creta. La ricerca estetica di questo gruppo, che per ora senza stravolgere gli schemi riesce però a non farsi schiacciare, parte dunque dalla scelta e dalla resa felice di un testo, e soprattutto dal coraggio di “sperimentarsi” in un festival. Ma cos’è per un ventenne oggi il teatro? «Per me il teatro resta un rito. Quello che posso dire vivendo a Roma da quattro anni è che in generale la comunità dei ventenni è un po’ pigra, difficilmente si riesce a portare a teatro. C‘è da dire anche che non ci sono molte agevolazioni: noi siamo universitari, o lavoriamo nei ristoranti, e i biglietti costano. Però in compenso c’è una resistenza di ragazzi che vogliono fare e a teatro ci vogliono andare. Noi crediamo che, citando l’esempio Per sei dollari l’ora, sia ancora possibile fare qualcosa di appassionante per cui riuscire ad avvicinare i giovani a questa arte. E questo è anche il nostro obiettivo».

Luca Lòtano

 

PER SEI DOLLARI L’ORA
Tratto da testi e pensieri di C.Bukowski
regia di Alessandro Di Murro
testo di Silvio Bambagiotti
con: Laura Pannia, Alessio Esposito, Lorenzo Garufo, Bruna Sdao, Amedeo Monda, Jacopo Cinque
musiche di Enea Chisci
assistente alla regia Cristiano Demurtas
scenografia: Benedetta Petrilli
costumi: Ginevra Angiuli
tecnico del suono: Samuele Ravenna

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Luca Lòtano
Luca Lòtano
Luca Lòtano è giornalista pubblicista e laureato in giurisprudenza con tesi sul giornalismo e sul diritto d’autore nel digitale. Si avvicina al teatro come attore e autore, concedendosi poi la costruzione di uno sguardo critico sulla scena contemporanea. Insegnante di italiano per stranieri (Università per Stranieri di Siena e di Perugia), lavora come docente di italiano L2 in centri di accoglienza per richiedenti asilo politico, all'interno dei quali sviluppa il progetto di sguardo critico e cittadinanza Spettatori Migranti/Attori Sociali; è impegnato in progetti di formazione e creazione scenica per migranti. Dal 2015 fa parte del progetto Radio Ghetto e sempre dal 2015 è redattore presso la testata online Teatro e Critica.

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