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HomeVISIONIRecensioniLirismo e fisicità nel Woyzeck di Balletto Civile

Lirismo e fisicità nel Woyzeck di Balletto Civile

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foto di Marco Caselli Nirmal

Dramma complesso e aperto già nella versione letteraria, la cui incompiutezza pone editori e registi di fronte a non indifferenti problemi drammaturgici, il Woyzeck di Georg Büchner è da sempre un puzzle, una storia liquida che si solidifica quando l’ultimo autore – che sia cinematografico, operistico o teatrale – ne fissa i punti nel proprio personale percorso. Una materia che insomma può prestarsi alle più irrequiete ricerche artistiche, per non parlare poi della densità del contenuto. Nonostante le poche pagine che ci sono arrivate, l’opera scritta nel 1836 è un affresco, grottesco e filosofico al contempo, dell’animo umano, attraversato da momenti di commovente lirismo. Facile insomma che ogni volta ci si trovi di fronte a “un” Woyzeck. Pure nel caso della compagnia Balletto Civile, protagonista di alcune recenti repliche all’Angelo Mai di Roma, il materiale di Büchner diventa un trampolino. L’approdo è Woyzeck – ricavato dal vuoto, con la messinscena di Michela Lucenti e un gruppo (“nomade e collettivo” come amano definirsi) di straordinari e infaticabili performer.

foto di Marco Caselli Nirmal

La scena è un’arena che reca, a ognuno dei due lati opposti, quattro piccole sedie di legno da asilo, all’apparenza così inadatte a quei corpi allenati; davanti a ciascuna seduta una scatola di cereali, unico alimento di Woyzeck, come i piselli che nel testo lo stralunato dottore quotidianamente gli fa ingurgitare per i suoi esperimenti. Sembrano due fazioni avverse, due opposte compagini costrette a guardarsi. L’azione del dramma scaturirà dall’incontro dei corpi, tra le fratture dei gesti, quando i respiri con naturalezza muteranno in parole. Ma prima un soliloquio, performance vocale e intimista che Michela Lucenti crea in un angolo, seduta di fronte ai mixer con i quali tesserà una complessa tela sonora composta da alcune delle più significative immagini di Büchner: «Guardi che bel cielo, è così fermo e grigio che verrebbe voglia di piantarci un gancio per impiccarsi, solo per quel trattino fra sì e no – sì e no. Sì e no signor capitano? È il no che dipende dal sì o il sì che dipende dal no?». In un continuo dialogo con se stessa, Lucenti ricama con il loop di quei vocalizzi il tappeto sonoro su cui far scontrare qualcosa di diametralmente opposto rispetto all’ineffabile voce: la carne dei corpi. Sono i momenti più alti della scrittura, nei quali il dramma si assolutizza per sfuggire dalla morsa dell’intreccio e congelare l’azione in una riflessione universale, non a caso Balletto Civile li utilizzerà come cornice dello spettacolo, ad aprire e chiudere un cerchio, al cui centro altro non v’è che l’uomo di fronte al nulla, al vuoto appunto. Nell’occhio del ciclone un soldato che per sbarcare il lunario presta il proprio corpo a bizzarri esperimenti scientifici e una donna che ben presto lo tradirà mettendolo di fronte alla propria tragedia, un’interrogazione continua su cosa sia la virtù e quale la differenza tra l’uomo e la bestia.

Per questo Woyzeck contemporaneo, “ambientato” al giorno d’oggi dall’agile traduzione di Alessandro Berti, l’ensemble – attualmente in residenza artistica presso la Fondazione Teatro Due di Parma – lavora su un’alternanza di pieni e vuoti scenici, utilizzando la parola con parsimonia e sottraendola quando a dire tutto sono già i corpi. Sembra non abbiano neanche bisogno di danzare, in un’eterna lotta che si fa fisica e dialettica al tempo stesso; trovano anche il tempo e i modi per l’ironia – emblematica la scena della coreografia dei babbo natale oppure la parodia del pianista Giovanni Allevi -, ma tutto è a servizio del grottesco, seppur con qualche scivolone rischioso come la forzatura del personaggio di Andres, commilitone di Woyzeck mostrato qui en travesti, ammiccante dall’altro di tacchi a spillo.

Andrea Pocosgnich

28 – 30 marzo 2012
Angelo Mai
Roma

WOYZECK – ricavato dal vuoto
da Georg Büchner
traduzione Alessandro Berti
con Maurizio Camilli, Andrea Capaldi, Andrea Coppone, Francesco Gabrielli, Raffaele Gangale, Filippo Gessi, Michela Lucenti, Carlo Massari, Gianluca Pezzino, Emanuela Serra
musiche originali Mauro Montalbetti
luci Stefano Mazzanti
ideazione, scrittura fisica e messa in scena Michela Lucenti
produzione Fondazione Teatro Due – Balletto Civile

Prossime Date Tournée Woyzeck – ricavato dal vuoto

dal 5 al 10 giugno – Milano, Teatro Elfo Puccini

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Andrea Pocosgnich
Andrea Pocosgnichhttp://www.poxmediacult.com
Andrea Pocosgnich è laureato in Storia del Teatro presso l’Università Tor Vergata di Roma con una tesi su Tadeusz Kantor. Ha frequentato il master dell’Accademia Silvio D’Amico dedicato alla critica giornalistica. Nel 2009 fonda Teatro e Critica, punto di riferimento nazionale per l’informazione e la critica teatrale, di cui attualmente è il direttore e uno degli animatori. Come critico teatrale e redattore culturale ha collaborato anche con Quaderni del Teatro di Roma, Doppiozero, Metromorfosi, To be, Hystrio, Il Garantista. Da alcuni anni insieme agli altri componenti della redazione di Teatro e Critica organizza una serie di attività formative rivolte al pubblico del teatro: workshop di visione, incontri, lezioni all’interno di festival, scuole, accademie, università e stagioni teatrali.   È docente di storia del teatro, drammaturgia, educazione alla visione e critica presso accademie e scuole.

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