Bando internazionale di drammaturgia femminile “La Escritura de las diferencias” X...
Promuovere scenari favorevoli alla creazione femminile: in ogni paese, stimoliamo la partecipazione di artiste teatrali del luogo, dando visibilità alla produzione artistica di donne del teatro di 13 paesi iberoamericani: Argentina, Brasile, Centro America Zona Nord (El Salvador, Guatemala, Honduras), Cile, Cuba, Ecuador, Perù, Repubblica Dominicana e Uruguay, ed europei: Spagna e Italia. Scade il 5 maggio 2025
Omissis – Premio nazionale di drammaturgia. Online il bando della 3°...
Il bando di concorso del Premio di drammaturgia Omissis è rivolto ad autori e autrici under 35. Il bando avrà validità a partire dal 16 aprile 2025 con scadenza il giorno 30 giugno 2025.
Biennale Teatro: bando L’Enciclopedia delle Emozioni
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Selezione per i partecipanti al laboratorio “L’Enciclopedia delle Emozioni”. Nell’ambito delle attività teatrali da lui dirette, Willem Dafoe presenta un laboratorio intensivo, denominato L’Enciclopedia delle Emozioni, condotto dal regista Davide Iodice, che si terrà dal 29 maggio al 2 giugno 2025. Le candidature devono essere inviate entro il 4 maggio 2025
Concorso per monologhi “Parla con me” 2025
Il premio per il vincitore della sezione monologhi lunghi è di 250 euro, oltre all’alloggio per la serata della premiazione. La data di scadenza del Premio è fissata al 31 agosto 2025.
Formazione gratuita alla scuola Iolanda Gazzerro. Drammaturgie: Danza e scritture. Masterclass...
Masterclass con Marco D’Agostin, Lo strumento principale è il workshop pratico, strutturato secondo precise scansioni di tempi e contenuti, sottoposto a una continua verifica critica a cura dell’artista che guida il corso. I corsi di Alta formazione di ERT vogliono essere un luogo di didattica applicata, tra pedagogia e sperimentazione teatrale. Il bando di selezione scade il 29 maggio.
Intervista a Gianni Forte. Il teatro nel suo passaggio di testimone
Intervista a Gianni Forte, drammaturgo, regista e traduttore con una carriera articolata tra teatro, scrittura e formazione. Fondatore nel 2006, insieme a Stefano Ricci,...
Seminario per attori/drammaturghi con Berardi/Casolari (Premio Ubu 2018). 12-16 maggio. #sponsor
Piccola Università Teatrale
presenta
L'UOMO E LA SUA OMBRA
Seminario per attori e drammaturghi con Berardi/Casolari
12-16 Maggio 2025
Milano, Spazio Lambrate
Il laboratorio “L’uomo e la sua ombra” condotto...
Canile Drammatico festival – Call per due workshop gratuiti con Babilonia...
Nell’ambito della seconda edizione di Canile Drammatico che si svolgerà a Parma dal 15 al 18 maggio, promosso dalla Fondazione Federico Cornoni ETS, nata...
Bestiario Fantastico e altri Racconti – workshop di creazione e ricerca....
Bestiario Fantastico e altri Racconti è il nuovo percorso di ricerca artistica e performativa della compagnia PaZo Teatro. L'obiettivo finale del processo è realizzare un...
Il gelo di Borrelli nel gelo di Eduardo
Claudio Meldolesi sostiene che i teatranti si riconoscono nei teatranti. Nel tempo lungo, anche a distanza di decenni. È «la grande corrente sottostante del...
Instabili Vaganti lancia il suo Archivio Digitale: un nuovo modello di...
Instabili Vaganti lancia il suo Archivio Digitale: un nuovo modello di teatro tra memoria e innovazione
Bologna, 15 aprile 2025
La compagnia teatrale Instabili Vaganti apre...
SECONDO LEI (di Caterina Guzzanti)
Sul palco della sala Petrassi c’è una pedana con uno sfondo bianco opaco: il palchetto servirà, attraverso una botola, a far cadere la protagonista in una sorta di piano inferiore, quello dell’inconscio; la tenda opaca avrà il compito di fare da schermo per qualche gioco d’ombre. Una giovane donna, vestita di rosso è seduta, appoggiata alla pedana: spiega come prima fosse una donna viva. «Ho la sindrome del cane pastore», così parla della sua tendenza ad organizzare le serate con gli amici. Poi arriva lui: «ci siamo innamorati spostando sedie e unendo tavoli», un’immagine che poi diventerà anche una canzone alla Myss Keta. Chi fosse venuto a teatro per ritrovare le maschere comiche, quelle politiche più graffianti con le quali Caterina Guzzanti ha rinnovato (insieme ai suoi fratelli la comicità televisiva dalla fine dei ‘90) ha forse sbagliato epoca. E aggiungiamo, per fortuna, perché altrimenti non avremmo avuto la macchina teatrale di precisione andata in scena all’Auditorium. Un lavoro che non si appesantisce di inutili orpelli, sia dal punto di vista scenico che drammaturgico: la scrittura della stessa attrice (un debutto registico e drammaturgico) è infatti un efficace meccanismo che fa riflettere su un argomento tabù come l’impotenza maschile, ma è anche ammantata di una poetica leggerezza, «io la notte vengo esclusa dal respiro del mondo», afferma la donna quando ormai la crisi è conclamata. Federico Vigorito è una spalla perfetta non solo per innescare le trovate comiche di Guzzanti ma anche per impersonare la maschera di un uomo tragicamente immobile. I due non riescono a fare sesso, lui si intesta tutto il problema ma non si impegna per risolverlo, non ha il coraggio di chiedere un aiuto esterno e così la relazione si trascina nei mesi, addirittura negli anni senza riuscire mai a cominciare davvero. Eppure i due si amano, anzi proprio per questo lei cerca di non dare troppo fastidio; «io ho bisogno che tu abbia bisogno di me» afferma lui palesando così la figura fragile di un’uomo che non è in grado di vivere con una donna libera e autonoma. Ma il sesso forse è solo la parte per il tutto, ci sono paure che pietrificano e impediscono che la vita possa sbocciare. (Andrea Pocosgnich)
Visto all'Auditorium Parco della Musica Scritto e diretto da Caterina Guzzanti, con Caterina Guzzanti e Federico Vigorito. Prossima data: 19 giugno 2025 Campania Teatro Festival
PERLE SPARSE (Vashish Soobah)
Ci sono spettacoli che non si guardano soltanto, ma che si devono attraversare perché richiedono di abitare uno spazio altro, sospeso, in cui i frammenti della memoria riattivano una narrazione collettiva e si insinuano sottopelle. Perle sparse di Vashish Soobah è un racconto dell’attraversamento, un rituale di ricomposizione affettiva. In scena, un sistema di segni ripercorre le geografie e le acque oceaniche, intrecciando le isole della memoria con quelle della migrazione. Qui, c’è una mappa silenziosa che si compone gradualmente, fatta di fili tesi, tappeti stesi al suolo, video proiettati – che sono frame di terra acqua e radici - appunti visivi di un archivio personale. Ci sono oggetti che assumono un valore simbolico preciso: i sarees appesi al soffitto sono presenze liturgiche legate alla figura materna, tessuti sospesi in una fragranza di incenso che avvolge ogni cosa segnando una cesura con il mondo fuori. Il lavoro, presentato alla Triennale di Milano per il festival FOG e sostenuto da FONDO, network per la creatività emergente promosso dal Santarcangelo Festival insieme ad altri partner culturali, nasce da un’urgenza profondamente autobiografica: Soobah, nato a Catania nel 1994 da genitori mauriziani, parte da sé per riflettere sull’identità diasporica, sulla trasmissione intergenerazionale, sull’eredità coloniale che attraversa i corpi e le biografie. Ma il filo conduttore è quello della memoria, che si fa gesto, ricerca di un archivio orale e visivo, legame parentale: «Lavoro spesso con mia madre - racconta Soobah - perché è la figura di mezzo che mi trasmette le radici». È questa complicità familiare, che costituisce a tutti gli effetti l’asse portante dello spettacolo, che si muove tra i canti séga trasportati in Italia come bagaglio invisibile e l’immagine nitida di un campo di canna da zucchero, simbolo stratificato di colonialismo e resistenza. C’è una delicatezza tutta intima, una cura artigianale, seppur ancora embrionale, nel modo in cui questi frammenti si compongono, in un retro del palco che diventa il luogo ideale per accogliere e riscoprire storie marginali. «Finisco così per riscoprire un po’ come vivevano i miei genitori quando avevano la mia età, come si adattavano in un paese che non era il loro, mentre ora hanno interiorizzato il linguaggio di qui. Perché il cambiamento avviene anche su di loro, non solo su di me». (Andrea Gardenghi)
Visto alla Triennale di Milano. Crediti: di Vashish Soobah, supporto drammaturgico Muna Mussie. Progetto sostenuto da: FONDO Network per la creatività emergente sviluppato da Santarcangelo Festival con AMAT Associazione Marchigiana Attività Teatrali, Centrale Fies, Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale, Fondazione Fabbrica Europa per le arti contemporanee, Fondazione I Teatri – Reggio Emilia, Fuorimargine / Centro di produzione della danza in Sardegna, L’arboreto – Teatro Dimora di Mondaino / Centro di Residenza Emilia-Romagna, Lavanderia a Vapore / Fondazione Piemonte dal Vivo, OperaEstate Festival Veneto / CSC Centro per la Scena Contemporanea, Ravenna Teatro, SCARTI Centro di Produzione Teatrale d’Innovazione della Liguria, Teatro Pubblico Campano, Teatro Pubblico Pugliese – Consorzio Regionale per le Arti e la Cultura, Teatro Stabile dell’Umbria, Triennale Milano Teatro
ISLANDS (di Carolyn Carlson Company)
Ritorna a Genova la Carolyn Carlson Company con un programma di tre assoli che indagano l’animo umano istintuale, la dimensione rituale e la memoria. In The seventh Man, Riccardo Meneghini attraversa lo stadio della nudità infantile, del trionfo dell’istinto e poi, riluttante come un adolescente ribelle, indossa una camicia rossa, lasciandola aperta sul davanti. Il suo corpo luccica, madido di un sudore che penetra fin dentro il tessuto, la sua fronte è imperlata e gocce cadono copiose infrangendosi sul telo bianco sopra cui danza. Distende al suolo tre camicie, sopra cui cammina ripetutamente, esprimendo forse uno sprezzo per quelle catene sociali che vogliono rivestire di strati il suo corpo nudo e vivo. Le età della vita scorrono di fronte agli occhi degli spettatori come istanze autonome, quasi esistenze a parte, separate l’una dall’altra. A deal with instinct viene presentato in prima nazionale e vede come suo interprete unico e principale Yutaka Nakata. Il controllo del movimento si scontra con il crescendo della tensione musicale, in un eterno contrasto tra l’esercizio dell’equilibrio della mente, placida spiaggia, e il maremoto dell’istinto, pronto a infrangersi sul lido e a trascinare via con sé gli ultimi rimasugli di autocontrollo. Room 7, interpretato da Tero Saarinen, affronta il tema della memoria che, come lo strascico del suo costume, ci si trascina inevitabilmente dietro. Tero gioca con i fantasmi delle persone che abitano quella stanza e che fanno tutte parte di un frammento di ricordo, fino al distacco definitivo. Lo strascico cala sul tavolo e sulle sedie, e Tero prende posto in disparte, sotto una lampadina appesa a un filo, rivendicando la possibilità di lasciarsi il passato alle spalle e sancire, così, un nuovo inizio. Grazie alle musiche evocative e alla cura dell’apparato illuminotecnico, prende vita una dimensione altra in cui ci è permesso sbirciare, spiando quelle pulsioni e quei meccanismi segreti che ribollono sotto la superficie. Carolyn Carlson denuda l’animo umano e ci piazza di fronte a uno specchio. Siamo noi a scegliere di guardare nel riflesso. (Letizia Chiarlone)
Visto al Teatro della Tosse. Visto al Teatro della Tosse. Crediti completi