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Tra i resti di una festa rivoluzionaria: Orazi e Curiazi di Brecht secondo Arcuri

Una festa in casa, alcolici musica e festoni per una nottata straordinaria. Ma durante la festa nessuno pensa mai a quel che rimarrà dopo, nel salotto di tutti i giorni: quello ch'è stato il salotto della festa rimane un luogo deturpato dall'incauto attraversamento, dalla facile inclinazione alla baldoria. Così che nel silenzio spento di un giorno successivo, un gruppo di ricercatori in tenuta di alto rischio contaminazione e inquinamento dell'analisi...

I Punti di vista per ritrovarsi: le cecità di Enrique Vargas da Roma a Varsavia

Uno spettacolo performance ideato da Enrique Vargas per il Centro Teatro Ateneo de La Sapienza Università di Roma, dal titolo emblematico Punti di vista. Il modo migliore per incontrarsi è perdersi, realizzato in rapporto con lo spazio della percezione sensibile, guidati da attori ipovedenti (in parte) in un percorso che, da titolo, procede verso di sé. Il progetto, che nasce come laboratorio universitario per gli studenti non vedenti de La Sapienza...

Lia Lapini 2011: impressioni e riflessioni di un cronista giurato

Dopo aver visto-vissuto-respirato il lavoro di Vincenzo Schino, registrando una certa curiosità e aspettativa palpabili in tutta la platea, mi avvicino a un collega giurato il quale mi confida il suo apprezzamento per la discontinuità del lavoro di Effetto Larsen proprio rispetto all'immaginario teatrale di Opera, forse ha ragione. Di sicuro il progetto della compagnia milanese guidata da Matteo Lanfranchi è il più concettuale dei lavori visti in concorso...

Quadriennale di Praga: il primo giorno di una critica che si muove

"Praga Magica" era il titolo di un libro di Ripellino cui devi molto della tua passione per il teatro, uno di quei volumi che non possono mancare nello scaffale di chi vuole raccontare il teatro. E ora che ti ritrovi a godere proprio dell'aria di questa capitale europea capisci da dove venga quell'esplosione di creatività. Comune a tutte le città che ospitano grossi festival internazionali è quell'atmosfera di festa, in un certo senso di anarchia, un'aria più libera...

Il Don Chisciotte di Latella, poema sul dormiveglia della ragione

La recensione dello spettacolo in scena al Teatro India fino al 12 giugno. Hai sempre pensato che tra il teatro e l'arte culinaria ci fosse un collegamento primordiale. Ché tutto quel disseminare segni in giro per la scena somiglia così tanto al fondersi degli ingredienti in una buona ricetta. Per una volta sembra che tu non sia il solo a pensarlo. Così recita una battuta del Don Chisciotte di Antonio Latella, andato in scena al Teatro India...

Fuori dai margini ci si addentra nel bosco, Morganti e Biagini: ultimo giorno a Castiglioncello

Un tormento mi coglie da domenica, prima della serata conclusiva di Ai margini del bosco, a Castiglioncello. Avevo da poco pubblicato l'articolo della serata di sabato alle Spiagge Bianche di Rosignano, quando un quasi anonimo commento mi ricordava una colpevole dimenticanza, ossia che quella bianchezza di rena è dovuta ai veleni del bicarbonato Solvay, che intossica poco lontano...

Teatro e non: Roberto Latini e Patrizia Cavalli sulle Spiagge Bianche di Castiglioncello

È ancora pomeriggio e un collega marinaio, nato da questi luoghi, mi dice che se le rondini inizieranno a girare in tondo e puntare verso l'alto, vorrà dire che il tempo non terrà e verrà pioggia, tanta da impedire la poesia della sera, sul greto delle Spiagge Bianche. Ma le rondini, stavolta, hanno fatto il loro giro lontano da qui...

Scaccia le tenebre il fuoco della poesia: Iaia Forte e Mariangela Gualtieri Ai margini del bosco

È già quasi sera, quando Iaia Forte intona il suo omaggio a tre donne straordinarie, diverse per epoca e geografie, unite dalla parola significante e vera: Saffo, Dickinson, Morante, nella prima sera della sua voce è al verso contrario, dall'ombra alla pace, dalle tenebre alla luce, il viaggio della poesia. Inizia dalla diversità, questo Festival di Poesia di Castiglioncello, Ai margini del bosco sul confine della naturalità la sottrazione del corpo...

Schegge dai Teatri di Vetro: riflessioni postume di un diarista all’ultimo giorno

Gli amici con il cappotto già indosso, sulla porta di casa, dispensano gli ultimi sorrisi prima di infilarsi per le strade che li porteranno alle loro case, nelle loro vite, qualcuno si intrattiene per una battuta di più, qualcuno s'era già addormentato sul divano un'ora fa, sulla tavola in salotto, sotto le luci accese dei faretti incastonati nel soffitto e per le pareti, restano muti e inerti, avanzi e stoviglie da lavare...

Sette giorni di Vetro, i teatri del corpo che cambia

Teatri di Vetro 5, giorno numero sette. Sette in punto è anche l'orario che ti ha visto in piedi. Una giornata calda ti ha accompagnato avanti e indietro per Roma al punto che quando, dodici ore più tardi, raggiungi il Palladium, Garbatella ha le sembianze di una vasca di tranquillità. Ti concedi due chiacchiere al desk accrediti, prima di entrare in sala. Ad aprire la serata è Paola Bianchi, danzatrice e coreografa indipendente alla ricerca di sempre nuove connessioni tra la danza contemporanea e le arti che la sottendono, dalla musica alla multimedialità. Il suo Duplica è uno studio sul doppio e sulla solitudine di chi si va cercando dentro un codice per auto-interpretarsi. La danza è fisica e netta ed è semplice ma efficace il rapporto dialogico intrattenuto con il velatino, dietro al quale il corpo può sparire e riapparire come ombra, come illusione ottica, come immagine dipinta su una grotta...

Sesto giorno a Teatri di Vetro: il corpo sacrale, torna ad essere corpo

Per la strada ne parlo, sento che mi sto avvicinando, non mi capita quasi mai di sentire il passo scandito dell'arrivo in teatro, ma questa volta ne dico anche troppo, prima di vederlo, trascino con me qualche collega, qualche appassionato che si fida, sassi lungo il corso di un fiume in piena: lei attende sul palco, in un angolo, unico luogo da cui una storia può cominciare, il centro lo guadagnerà col tempo, e con il movimento. La suggestione è di una potenza esclusiva, il quadro si alimenta della presenza della danzatrice, l'animazione della forma pittorica diventa vera e propria esplorazione dell'immaginifico, un fiore rosso dell'anima perduta le ruota attorno, il segno della vita ch'è stata pian piano si fa sostituire dai fiori bianchi, della vita abbandonata...

Il tonfo della caduta e il colpo di teatro: quinto giorno a Teatri di Vetro

Tutto inizia dai maestri, decisi a presentare un libro alla stessa ora dello stesso giorno. Ma un libro diverso in un luogo diverso. Così mentre Attilio Scarpellini (impegnato invece da oggi nel convegno CORE sulla danza all'Opificio Telecom Italia) è a presentare il romanzo di Raffaella Battaglini (L'aria di casa, per Fandango), Antonio Audino apre questa seconda settimana di Teatri di Vetro introducendo la raccolta di conversazioni con dieci drammaturghi cui Silvana Matarazzo ha dato titolo La parola e la scena. Ad ascoltare «drammaturgia» salto in piedi e mi presento a La Villetta, poco lontano dal Palladium, per ascoltare Chiti, Manfridi, Santanelli e Tarantino discorrere del grande rimosso del teatro contemporaneo: la parola, da capire invece il suo rapporto con la scena...

Giro di boa sotto la pioggia, nel quarto giorno di Teatri di Vetro

Giro di boa. Il quarto giorno a Teatri di Vetro coincide con la fine della prima settimana: è domenica e tutti sono andati al mare a prendere acqua da sopra invece che da sotto, la stessa acqua temporalesca che induce a restarsene chiusi in casa, poi domani è lunedì e si lavora di nuovo, in più oggi è domenica di maggio e c'è l'ultima di campionato in serale e se non per la partita dopo una giornata in giro ad imprecare nel traffico del ritorno, davvero a chi va di uscire? Questo devono aver pensato tutti quelli che invece della Garbatella, stasera hanno scelto altre zone, presumibilmente quelle dei loro quartieri dentro le loro case, a giudicare dalla desolante carenza di pubblico – strana per il festival – da dover annotare. Ed è un vero peccato perché l'auspicio era dei migliori, proponendo due tra i lavori sulla carta più interessanti dell'intera programmazione...

Interiors: Lenton e il grande freddo dell’anima

La recensione di Interiors di Matthew Lenton andato in scena al Teatro Eliseo di Roma. Arriva a Roma al Teatro Eliseo una riuscita e fortunata creazione del collettivo scozzese Vanishing Point. Interiors prende le mosse da un testo del 1895 firmato da Maurice Maeterlinck, naturalista e letterato inscrivibile in quella copiosa corrente simbolista che invase il Nord-Europa al giro del secolo scorso...

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Il contemporaneo è ancora il futuro

Un viaggio nel festival dedicato alle nuove generazioni diretto da Fabrizio Pallara e programmato dal Teatro di Roma negli spazi di Torlonia e India. IL...