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APPUNTI PER IL SOLE (di Daniele Albanese)

Questa recensione fa parte di Cordelia di luglio-agosto 25

Prima ha messo alla prova i fusibili della Chiesa di San Giovanni (quella con la monumentale facciata neo-palladiana che versa su Piazza Libertà, a Bassano, e libera mille visioni di santi tutti bianchi) dove ha performato, facendo accendere e spegnere dagli stessi performer le luci a più riprese dell’intero edificio, come per non scendere mai a patti con la luce. Poi ha messo alla prova i due corpi degli interpreti, bravissimi pur diversissimi, con un lavoro di forte intensità e presenza ma quasi sempre sur place, in una stasi febbrile e inquieta, come per mettere a nudo la stabilità, forse il bisogno di sicurezza che tanto conforta chi guarda. E per di più in una tenuta asimmetria gestica dei due danzatori, Fabio Pronestì e Diego Spiga, in modo che non fosse mai possibile assimilarli né metterli in relazione così, solo per mera evidenza. Il responsabile di quanto descritto è il coreografo Daniele Albanese che a Operaestate ha portato questi primi suoi Appunti sul sole. Mica all’aperto, magari in pieno giorno, in un atto performativo ecocritico: macché. A contrasto, invece, in questa bellissima chiesa, che sullo sfondo dell’altare centrale, un poco nascosta, ha pure una pietà (forse lignea) tutta nera. Il sole, allora, è un concetto più sottile, va inseguito nell’interiore: è rincorso qui dentro, in questi corpi e in questa danza, come se fosse qualcosa scomparso, che è andato a nascondersi (come la pietà nera). Ma che si può ritrovare nel momento del suo ritorno: la temporalità qui è infatti circolare, mentre il movimento è dato per intensità, per concentrazione e frequenza, perfettamente conforme e sintonico con le intense vibrazioni sonore di Simon Balestrazzi. Una danza fatta di danza nello spazio e nel tempo dell’ascolto, anche danza aleatoria per sfuggire alle attese più consolidate e ai luoghi comuni più resistenti (e verrebbe da dire: finalmente! dopo tutte le spacconate sceniche, le debolezze dei vocabolari, la pochezza dei princìpi compositivi che abbiamo digerito fin qui, in questa difficile estate…). (Stefano Tomassini)

Visto alla Chiesa di San Giovanni con: Fabio Pronestì, Diego Spiga Coreografia: Daniele Albanese Musica: Simon Balestrazzi Produzione: Fuorimargine – Centro di Produzione di Danza e Arti Performative della Sardegna Coproduzione: Insulae Lab, L’Altra Associazione Con il sostegno di: Europa Teatri

Cordelia, luglio-agosto 2025

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Stefano Tomassini
Stefano Tomassini
Insegna studi di danza e coreografici presso l’Università Iuav di Venezia. Nel 2008-2009 è stato Fulbright-Schuman Research Scholar (NYC); nel 2010 Scholar-in-Residence presso l’Archivio del Jacob’s Pillow Dance Festival (Lee, Mass.) e nel 2011, Associate Research Scholar presso l’Italian Academy for Advanced Studies in America, Columbia University (NYC). Dal 2021 è membro onorario dell’Associazione Danzare Cecchetti ANCEC Italia. Nel 2018 ha pubblicato la monografia Tempo fermo. Danza e performance alla prova dell’impossibile (Scalpendi) e, più di recente, con lo stesso editore, Tempo perso. Danza e coreografia dello stare fermi.

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