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QUI A PEUR (di Davide-Christelle Sanveea)

Questa recensione fa parte di Cordelia di luglio-agosto 25

Chi siamo nello spazio pubblico, di cosa abbiamo paura? Ci è mai capitato di sentire gli sguardi delle altre persone, indagatori, durissimi, persino violenti? Il Teatro Petrella di Longiano viene ripensato come luogo site specific dal duo Davide-Christelle Sanvee, il pubblico viene fatto accomodare su piccoli sgabelli, non c’è linea di demarcazione tra platea (in assenza delle poltrone) e scena. Due enormi pali ospitano dei fari e delle telecamere, solo successivamente capiremo di essere sotto controllo. Sanvee entra bendata, una voce off la guida tra gli spettatori. “Certe persone hanno paura del mio odore”, recita in francese, chi ne ha bisogno deve cercare i due alti schermi per leggere la traduzione. Al centro della narrazione c’è proprio lo sguardo, quello delle persone bianche europee su quella bambina nera appena arrivata a scuola, in Svizzera. Chi ha paura dell’uomo nero? Personaggio da ninna nanna, protagonista di filastrocche che si incidono nelle menti dei bambini. Le vicende personali si incrociano con quelle storiche: James Baldwin e la sua permanenza in Svizzera, Claudette Colvin e Rosa Parks le due attiviste che hanno rifiutato l’apartheid sui mezzi pubblici in Alabama e poi il controllo sociale: “vi abbiamo osservato per tutta la settimana” recita la voce fuori campo mentre il pubblico inquadrato appare proiettato in alcuni punti del teatro. Lo spettacolo nonostante l’idea di partenza non convince a causa della frammentata tessitura drammaturgica e di un allestimento che vorrebbe essere immersivo, ma non riesce a farci sentire davvero in pericolo e anzi certe scelte risultano un po’ grottesche: la mazza agitata dall’artista tra gli spettatori, le porte che sbattono, l’altro performer (Steven Schoch) che arriva saltando da un palchetto. Con chi parlano questi artifici posticci? Con chi è già d’accordo, con una bolla culturale che non ha bisogno di essere spaventata (anche solo per gioco); suggestiva invece la scelta di far apparire figure di spettatori neri dietro a velatini prontamente illuminati; ci guardano, tranne una persona sono gli unici spettatori neri in sala. (Andrea Pocosgnich)

VIsto al Teatro Petrella di Longiano, Santarcangelo Festival. Ideazione, direzione artistica Davide-Christelle Sanvee con Steven Schoch, Davide-Christelle Sanvee assistente alla direzione artistica Dîlan Kîliç sculture Florian Bach suono Baptiste Le Chapelain luci, direzione di scena Luis Henkes in alternanza con Florian Bach responsabile video Dîlan Kîliç costume Marie Schaller montaggio video Raphaël Piguet produzione sculture Cedric Bach – CEN.Construction amministrazione Ars Longa coproduzione Le Grütli centre de production et de diffusion des Arts Vivants, L’Arsenic – Lausanne con il supporto di Fondation Ernst Göhner, Fondation pour les interprètes suisses (SIS), Loterie Romande progetto realizzato con il supporto di Fondazione svizzera per la cultura Pro Helvetia

Cordelia, luglio-agosto 2025

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Andrea Pocosgnich
Andrea Pocosgnichhttp://www.poxmediacult.com
Andrea Pocosgnich è laureato in Storia del Teatro presso l’Università Tor Vergata di Roma con una tesi su Tadeusz Kantor. Ha frequentato il master dell’Accademia Silvio D’Amico dedicato alla critica giornalistica. Nel 2009 fonda Teatro e Critica, punto di riferimento nazionale per l’informazione e la critica teatrale, di cui attualmente è il direttore e uno degli animatori. Come critico teatrale e redattore culturale ha collaborato anche con Quaderni del Teatro di Roma, Doppiozero, Metromorfosi, To be, Hystrio, Il Garantista. Da alcuni anni insieme agli altri componenti della redazione di Teatro e Critica organizza una serie di attività formative rivolte al pubblico del teatro: workshop di visione, incontri, lezioni all’interno di festival, scuole, accademie, università e stagioni teatrali.   È docente di storia del teatro, drammaturgia, educazione alla visione e critica presso accademie e scuole.

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