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HomeCordelia - le RecensioniFELICIA (di Stefania Ventura e Quinzio Quiescenti)

FELICIA (di Stefania Ventura e Quinzio Quiescenti)

Questa recensione fa parte di Cordelia di ottobre 23

Il Mercurio Festival, curato da Giuseppe Provinzano, è giunto alla sua quinta edizione. Come in passato, le artiste e gli artisti coinvolti sono stati selezionati da quelli presenti l’anno precedente, secondo il meccanismo democratico e partecipato che rappresenta lo specifico del festival. Nel corso della penultima serata abbiamo assistito a Felicia, di Stefania Ventura e Quinzio Quiscenti. Fingendo di avere poco più di sei anni, ci siamo confuse in una folla vociante di piccoli individui e genitori appena storditi. A differenza dei grandi, bambini e bambine sanno esattamente dove si trovano e per quale motivo: è tutta loro la storia che sta per iniziare. Protagonista ne è Felicia, strega colpevole – secondo gli abitanti del bosco – di minare la serenità di chi vive tra alberi e fronde. L’equilibrio dell’habitat è in pericolo, sospeso nel vuoto come la delicata piuma con la quale il Tasso (Stefania Ventura) danza ondeggiando sulla scena, all’inizio del racconto. Fiaba dolce e amara, Felicia è immersa nel buio di un’ombra densa come la notte, così scura da non permettere di conoscere l’altro e riconoscersi in esso. A rischiararla è una duplice speranza: quella che vive nella voce di Ventura, nei suoi occhi spalancati a sondare cosa si celi oltre il pregiudizio; quella che anima le bellissime luci di Gabriele Gugliara, affilate come se filtrassero attraverso chiome di alberi. Fra questi si consuma, inevitabile, l’incontro. Dapprima è lotta, animata da una poeticità rupestre e dura. Tra versi ferini, il tasso-umano e la strega-marionetta (bellissima creatura di Giorgia Goldoni, sembra uscire dall’universo di Miyazaki) costituiscono un’entità inscindibile. Il corpo di Ventura, abitato dal suo personaggio e dalla marionetta, ne esce duplice; duplici diventano gesti e voce, sostenuti da una delicatezza tenera ma decisa. L’epilogo è lieto, ma non troppo. Come nella vita, anche nel bosco l’amicizia è un rischio: perdersi nell’alterità. Con fiducia. (Tiziana Bonsignore)

Visto al Mercurio Festival, Spazio Franco, Palermo. Crediti: di Stefania Ventura e Quinzio Quiescenti con Stefania Ventura trainer Quinzio Quiescenti compagnia Quintoequilibrio marionetta ibrida Giorgia Goldoni luci Gabriele Gugliara collaborazione alla messa a punto della drammaturgia Simona Gambaro scene Quinzio Quiescenti Produzione Quintoequilibrio e Teatro Evento con il sostegno di Spazio Franco (PA), Piccolo teatro Patafisico (PA), Chapitô Danisinni (PA), Giallomare Minimal Teatro (FI) Progetto vincitore del Bando Cura 2022, residenze artistiche/enti sostenitori: Mirabilia Festival Europeo/Performing Lands 2.0 (CN), Arti e Spettacolo L’Aquila (AQ), Compagnia Dracma – Centro Sperimentale d’Arti Sceniche (RC)

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