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Premio Internazionale Gramsci per il Teatro in Carcere. #sponsor

Nell’ambito del ventunesimo convegno internazionale (edizione speciale a distanza) promosso dalla Rivista “Catarsi, Teatri delle Diversità”

A Zishan Ugurlu, attrice e regista turca residente a New York, la quinta edizione del Premio internazionale Gramsci per il teatro in carcere

Urbania/Pesaro.

La cerimonia della quinta edizione del Premio internazionale Gramsci per il teatro in carcere si è tenuta nell’ambito del XXI convegno su “I teatri delle diversità”, quest’anno dedicato al tema “Dialoghi tra pedagogia, teatro e carcere”. L’evento, organizzato on line con un vero e proprio studio di regia allestito a Pesaro per la sessione di lavoro prevista in diretta tramite piattaforma Zoom nella mattinata di sabato 31 ottobre, ha visto la partecipazione di 100 iscritti da Italia, Spagna, Portogallo, Stati Uniti, Brasile (programma su https://www.teatridellediversita.it/).

Il riconoscimento è stato attribuito a Zishan Ugurlu che dal 1995 lavora come artista teatrale a New York (Stati Uniti) e in ambito internazionale. È attrice e regista residente al La MaMa Theatre e membro della Great Jones Repertory Company. Si è esibita con il suo gruppo in numerose produzioni teatrali internazionali, tra cui Panorama diretto dalla compagnia italiana Motus. Ha interpretato Carmen nel pluripremiato Godard-Distant and Right di Robert Wooduff.

Sotto la direzione di Ellen Stewart si è esibita in Draupadi, Edipo Rex e Yunus. Tra le altre esibizioni soliste anche la Bibbia dei contadini di Dario Fo e Antigone di Jose Watanabe.

Ha partecipato anche ad alcuni film, tra i quali The Letter, presentato al Festival di Cannes e al cortometraggio Dog Race presentato agli International Film Festival.

Recentemente ha diretto Fragments, Lists and Lacunae scritto da Alexandra Chasin, con la partecipazione della filosofa Judith Butler. Come regista ha realizzato anche diversi monologhi presentati allo United Solo Festival di New York.

È la direttrice artistica e fondatrice di “Actors Without Borders-ITONY”, una compagnia teatrale che si impegna a presentare al pubblico americano drammaturghi nazionali e internazionali ben noti e apprezzati, ma raramente prodotti. Si è laureata presso la Columbia University e ha conseguito un dottorato di ricerca. Attualmente insegna all’Eugene Lang College alla New School for Liberal Arts come professore associato.

Coinvolgendo ripetutamente i propri studenti, dal 2008 ha sviluppato diverse sperimentazioni di formazione teatrale negli istituti penitenziari statunitensi, vivendo un’esperienza ravvicinata e intima con il fenomeno dell’incarcerazione di massa in America.

Dall’Arthur Kill Correctional Facility di Staten Island, al carcere di massima sicurezza di Sing Sing ad Ossing (New York), inaugurando attività laboratoriali anche al Metropolitan Correctional Center di Manhattan. Si è specializzata in programmi di ricerca su “Creating a Solo Perfomance” o “Intro Direction” con sperimentazioni inedite di insegnamento di regia, dando l’opportunità a diverse persone di raccontare le loro storie in un ambiente intimo attraverso l’accettazione della vulnerabilità, con analisi dettagliate del comportamento umano e della natura del processo di scelta.

Significativa la sua recente performance da Not About Nightingales di Tennessee Williams, realizzata con ex detenuti e studenti del Lang College al fine di generare consapevolezza e pensiero critico sul problema dell’incarcerazione di massa e sul rapporto di quest’ultima con la giustizia razziale.

Raggiunta a Instanbul, da dove collegata in remoto con New York, insegna ai propri studenti e dirige teatralmente il proprio gruppo, Zishan Ugurlu, ha dichiarato: “Questo riconoscimento rappresenta per me un grande privilegio. Sono onorata di aver ricevuto questo premio in relazione alla mia esperienza come regista teatrale ed educatrice. Fin dal principio, le mie convinzioni sulla giustizia sono state parte integrante del mio lavoro; il solo fatto di essere stata scelta in virtù di ciò rappresenta un opportuno richiamo alla nostra comune passione e all’urgenza con cui dobbiamo portarla avanti. Il pubblico ministero durante il processo a Gramsci disse ‘per vent’anni dobbiamo impedire a questo cervello di funzionare’. La forza di questa citazione sta nella rivelazione della profonda paura che è propria di coloro che vorrebbero estirpare i germogli del progresso umano. È un tema ricorrente nella storia; in quanto artisti esistiamo e il nostro lavoro creativo nasce in un contesto di speranza affinché si realizzi la nostra visione di un presente e di un futuro migliori. Per questo motivo, credo nell’intersezione tra teatro, pedagogia e carcere. Essendo una delle istituzioni più corrotte, obsolete e opprimenti del mondo moderno, non c’è simbolo migliore del carcere per rappresentare la paura della liberazione delle persone. È assolutamente vitale che i nostri mondi convergano – non solo per il bene dell’insegnamento, ma per il bene dell’insegnare e dell’ ‘essere insegnati’. Solo allora potremo plasmare un mondo migliore e più giusto che ci libererà da catene sia letterali che figurate”.

Il Premio Internazionale Gramsci per il teatro in carcere è stato istituito nel 2016 dalla Rivista europea “Catarsi, Teatri delle diversità”, fondata all’Università di Urbino nel 1996 da Vito Minoia ed Emilio Pozzi, in collaborazione con l’Associazione Casa Natale Gramsci di Ales, l’ Associazione Nazionale Critici di Teatro (ANCT), l’International Network Theatre in Prison (INTiP)- organismo partner dell’International Theatre Institute (ITI-Unesco).

La giuria del Premio è composta da Giulio Baffi (presidente dell’Associazione Nazionale dei Critici di Teatro), Alejandro Finzi (drammaturgo, Università Nazionale del Comahue/Argentina), Valeria Ottolenghi (critico teatrale, membro del Coordinamento Nazionale Teatro in Carcere), Mariano Dolci (burattinaio, già docente di Teatro di animazione all’Università di Urbino).

Valeria Ottolenghi ha ricordato a tutti i partecipanti al convegno quanto sia importante ogni anno il dialogo e la cooperazione internazionale che il convegno riesce a esprimere (significativa l’esperienza presentata quest’anno da Giovanna Donia con due progetti teatrali per la Giustizia penale minorile a El Salvador) e Vito Minoia (direttore della Rivista Europea”Catarsi-Teatri delle diversità all’Università di Urbino), in collegamento con gli amici dell’Associazione Casa Natale Antonio Gramsci di Ales, conferma “quanto sia importante il lavoro teatrale in carcere come esercizio di emancipazione dalla subalternità”.

Il Convegno si è reso possibile nell’ambito di Destini incrociati – Progetto Nazionale di Teatro in Carcere a cura del Teatro Universitario Aenigma e del Coordinamento Nazionale Teatro in Carcere, con il sostegno del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo/Direzione Generale dello Spettacolo e della Regione Marche – Assessorato alla Cultura.

Patrocinio di: Comune di Urbania, Ministero della Giustizia, Università degli Studi di Urbino Carlo Bo, International Network Theatre in Prison (I.N.T.i.P.), International Theatre Institute (I.T.I.-Unesco), International University Theatre, Association (A.I.T.U.-I.U.T.A.), Associazione Nazionale Critici di Teatro (A.N.C.T.), Associazione Antigone.

In collaborazione con: Direzione Casa Circondariale di Pesaro Provveditorato di Giustizia Emilia Romagna e Marche Coordinamento Regionale Teatro in Carcere Marche Ambito Territoriale Sociale 1 di Pesaro.

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