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I complessi, i fantasmi e le ombre nella psicologia di Pirandello

Quinta di Copertina. Discesa nell’inferno familiare – angosce e ossessioni nel teatro di Pirandello è l’ultimo volume di Roberto Alonge sul drammaturgo siciliano edito da UTET. Recensione

foto di Marianna Masselli
foto di Marianna Masselli

La drammaturgia pirandelliana, come ben noto, è uno dei cardini delle scritture del Novecento, per il teatro italiano così come per quello internazionale ha segnato un momento, un modo, di scandalo e rottura o di accoglienza prima, di canonizzazione fra le schiere della storia poi, con le influenze, gli influssi, le riprese e le abiure che competono nel bene o nel male a produzioni di simile caratura. La figura dell’autore di Girgenti, tra i Nobel italiani per la letteratura, ha assiepato intorno a sé nel tempo analisi, interpretazioni e interpolazioni più o meno astringenti, senza sconfessare mai quel genere di ambiguità caleidoscopica che si apre al tempo come un libro la cui lettura potrebbe non aver mai fine.

Il metateatro, gli aneddoti e il clamore delle prime messinscena, la problematica vicinanza al regime del Ventennio, la moglie, i figli, il rapporto con Marta Abba, le prime e le ultime produzioni e poi gli allestimenti della Compagnia dei Giovani, … tutto è già stato detto, tutto potenzialmente può essere considerato ancora e ancora. «D’altra parte, si sa (o si dovrebbe sapere…), la scrittura è un procedimento complesso, che ha due strati: uno, superficiale, più apparente, che comunica alcune informazioni; ma anche uno strato profondo, più segreto, dove l’autore dice (meglio: sussurra) altre cose, più emozionanti, più ineffabili […]», così Roberto Alonge, docente di Letterature Comparate presso l’Università degli Studi di Torino e direttore della rivista “Il castello di Elsinore”, precisa nella premessa del volume edito da UTET Discesa nell’inferno familiare – angosce e ossessioni nel teatro di Pirandello.

Il processo di indagine è suddiviso in nove capitoli per altrettanti poli tematici come prospettive di lettura, in una sorta di parallelo dichiarato che rimanda all’idea dell’inferno dantesco. La concezione del desiderio, del piacere, la donna madre senza più pulsioni o adultera, l’uomo isolato e immaturo, quello forse fintamente à la page, succube o artefice, senza salvare le venature di pedofilia, di omofobia: l’opera teatrale pirandelliana viene smembrata e ricostruita di continuo, passando in rassegna i personaggi femminili e quelli maschili, le vicende e gli episodi specifici, i passi rappresentativi o i paralleli che contrassegnano le pièce dei vari periodi. In una mistura funzionale e funzionante tra approccio scientifico, un certo sarcasmo e profondità analitica, tra cronaca e critica, tra conoscenza filologica e speculazione concettuale, gli elementi drammaturgici (personaggi, episodi narrativi) sembrano acclararsi quali rifrazioni psicologiche del profilo più profondo dell’autore, di cui restituire un’immagine completa e complessa, pure inclemente ove necessario. Sei personaggi in cerca d’autore e Il giuoco delle parti sono i due principali riferimenti da cui distaccarsi per tornarvi più volte, non smettendo tuttavia di attingere al resto della produzione del nostro senza distinzioni di sorta, da Il piacere dell’onestà a Enrico IV fino La morsa, Questa sera si recita a soggetto, solo per citarne alcuni.

L’insieme di immaginari, nodi, il computo dei complessi e delle figure che animano le scritture per la scena di Luigi Pirandello si offrono allo sguardo come uno scaglione imprescindibile per chi al teatro si avvicini, da spettatore più o meno esperto, più o meno appassionato, da studioso o osservatore e infine da fautore delle più varie tipologie. Scaglione  propedeutico in alcuni casi, terminale o mediano in altri. «Voglio dire, fuor di metafora, che – leggendo i testi cerco di vedere quello che nessuno ha veduto, e di questo mi appago, umilmente ben consapevole che, per il resto, l’esploratore apre delle piste (quando pur ci riesce) ma non controlla e non governa l’intero territorio».

Marianna Masselli

Discesa nell’inferno familiare – angosce e ossessioni nel teatro di Pirandello
di Roberto Alonge
editore UTET
anno di pubblicazione 2018
188 pagine
prezzo 16 euro
ISBN 978-88-6008-546-7

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Marianna Masselli
Marianna Masselli
Marianna Masselli, cresciuta in Puglia, terminato dopo anni lo studio del pianoforte e conseguita la maturità classica, si trasferisce a Roma per coltivare l’interesse e gli studi teatrali. Qui ha modo di frequentare diversi seminari e partecipare a progetti collaterali all’avanzamento del percorso accademico. Consegue la laurea magistrale con una tesi sullo spettacolo Ci ragiono e canto (di Dario Fo e Nuovo Canzoniere Italiano) e sul teatro politico degli anni '60 e ’70. Dal luglio del 2012 scrive e collabora in qualità di redattrice con la testata di informazione e approfondimento «Teatro e Critica». Negli ultimi anni ha avuto modo di prendere parte e confrontarsi con ulteriori esperienze o realtà redazionali (v. «Quaderni del Teatro di Roma», «La tempesta», foglio quotidiano della Biennale Teatro 2013).

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