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Einstein on the Beach di Bob Wilson. L’avanguardia si fa storia

Einstein on the Beach, Metropolitan Opera, 1976. fonte: prelectur.stanford.edu

Opera dirompente, provocatoria, affascinante; il capolavoro della neo-avanguardia, l’inizio e la fine di tanto teatro, il mito, il simbolo, lo spettacolo che sfugge alle classificazioni, l’enciclopedia delle arti e l’opera organica, il risultato di una delle più felici collaborazioni artistiche del secondo Novecento: Einstein on the Beach, che nacque nel 1976 dall’incontro tra il compositore Philip Glass e l’artista di scena Robert Wilson, debuttò in Francia ad Avignone, più di trentacinque anni fa, che alcuni di noi non erano ancora nati.

Certamente ne abbiamo sentito parlare, forse abbiamo visto qualche immagine, letto qualcosa, soprattutto chi ha avuto la fortuna di frequentare qualche corso in un’università estera – dalle nostre parti, niente paura, l’ultimo esempio di teatro contemporaneo è Jerzy Grotowski, esclusi rari casi che non a caso vengono definite: eccezioni. Dunque se abbiamo googlato o letto con sofisticheria e curiosità, o se il vicino della porta affianco ce ne ha parlato con entusiasmo, anche noi abbiamo passato “quei giorni in cui” ci siamo chiesti: ma cosa è stato Einstein on the Beach?

A trentasei anni dal debutto un team internazionale ha prodotto e commissionato agli artisti originari, inclusa la coreografa americana Lucinda Childs, il revival dell’opera. Le realtà che soddisfano, con gran stupore di quanti non avrebbero mai sperato di poter assistere allo spettacolo dal vivo, questo desiderio morboso (per alcuni), sincero (per molti) sono: The Barbican/London, Cal Performances University of California/Berkeley, Luminato/Toronto Festival of Arts and Creativity, De Nederlandse Opera/The Amsterdam Music Theatre, Opéra et Orchestre National de Montpellier Languedoc-Rousillon e the University Musical Society of the University of Michigan – le ho riportate tutte non per quel sadismo nei confronti dei lettori che a volte si acquisisce ma per rendere giustizia allo sforzo economico e organizzativo che l’operazione ha richiesto.
Va detto che l’entusiasmo attorno a questo mastodonte di cinque ore, durante le quali gli spettatori possono muoversi liberamente all’interno dello spazio, dipende non solo dalla rottura che ha creato rispetto ai canoni del genere opera, ma anche dal significato storico ed estetico che legittimamente o meno gli abbiamo attribuito.

Il musicista americano Philip Glass crea per Einstein una partitura per soli sintetizzatori, voci e legni, la sua orchestra (che non ha nulla a che vedere con l’orchestra classicamente intesa) crea suoni melodici e minimali – fu il capostipite del minimalismo musicale -, seguendo una struttura che egli stesso denomina “a strutture ripetitive”: melodie che si rincorrono, si sviluppano e tornano indietro, si gonfiano e si sgonfiano secondo linee semplici, come rette nello spazio. Qui a volte si inserisce l’accidente, il caso, il dato che sfugge al calcolo, quello in cui anche Einstein credeva, nonostante fosse uno scienziato.
Una qualità visiva, una certa precisione e ripetitività e il particolare stato di mistero che spesso accompagna tale qualità, è il piano su cui la musica di Philip Glass incontra la peculiare arte registica di Bob Wilson.
Maestro della visione, artefice di quello che fu definito teatro immagine, artista eclettico in grado di spaziare dalle arti visive a quelle performative, dalla regia all’arte attoriale, e di porre tutto insieme in un’opera organica, Bob Wilson ci ha regalato quelle tra le più affascinanti ed innovative performance del secondo Novecento.

Philip Glass e Robert Wilson, 1976 foto di Robert Maplethorpe

Per questa nuova produzione qualche novità: Wilson non sarà più in scena per le danze astratte della coreografa americana, sostituito da giovani attori, molti dei quali non erano ancora nati all’epoca della prima edizione, anche l’apparato scenografico subirà delle lievi trasformazioni grazie all’avanzare della tecnologia soprattutto nel campo dell’illuminotecnica. Un’amante della qualità grafica e materica della luce quale si è sempre dimostrato Robert Wilson saprà sicuramente come sfruttare le nuove potenzialità della luce e delle tecniche diglitali.
Il tour prevede per ora poche date ma diffuse su tutto il territorio internazionale, si parte fra pochi giorni dalla Francia, Montpellier (16-18 Marzo) per una world première che porterà lo spettacolo a Reggio Emilia, teatro Valli per soli due giorni, 24 e 25 Marzo e biglietti che vanno dai 35 ai 70 euro, un appuntamento che chi può farebbe bene a non perdere; da qui si salta direttamente a Maggio, al Barbican di Londra, dove i costi sembrano essere un po’ più contenuti (forse conviene prenotare in anticipo volo e biglietto e con l’occasione fare un giro della capitale inglese) e ancora Toronto, New York, Città del Messico, per finire a Gennaio 2013 ad Amsterdam. Una ri-proposizione appunto, che se da una parte ha l’intento di mostrare ciò a cui in pochi hanno avuto la possibilità di assistere, dall’altra pare essere ad uso e consumo (sia economico che d’immagine), di chi ha avuto la forza di produrre il revival dello spettacolo più famoso di questo secolo passato.

John Rockwell, critico del New York times scrive: «pare che l’inafferrabilità che emana in abbondanza sia simile a quella che emanano certe stelle brune i cui effetti si possono solo percepire con i sensi. La sinergia tra parole e musica sembra perfetta». E ancora: «Einstein on the Beach, forse proprio come Einstein stesso, trascende il tempo».
Un’opera seminale di cui conosciamo i frutti, ma la pianta che li ha disseminati con così grande generosità è stata finora ignota alla maggior parte di noi. E ora, anche se a posteriori, abbiamo modo di capire da dove tutto ciò ebbe origine.

Chiara Pirri

ascolta Philip Glass / Robert Wilson – Knee Play 1 (Einstein On The Beach)
http://www.youtube.com/watch?v=q1zG5u9i5Bc

 

Leggi la recensione di Roberto Giambrone

EINSTEIN ON THE BEACH: TOUR

GENNAIO 20-22, 2012 (Previews)
Presented by: University Musical Society of the University of Michigan
Venue: The Power Center
ANN ARBOR, MI

MARZO 16-18, 2012 (World Premiere)
Presented by: Opéra et Orchestre National de Montpellier Languedoc-Roussillon
Venue: Opera Berlioz Le Corum
MONTPELLIER, FRANCE

MARZO 24-25, 2012
Presented by: Fondazione I TEATRI di Reggio Emilia
Venue: Teatro Valli
REGGIO EMILIA, ITALY

MAGGIO 4-6, 9-13, 2012
Presented by: The Barbican
Venue: The Barbican Theatre
LONDON, ENGLAND

GIUGNO 8-10, 2012
Presented by: Luminato, Toronto Festival of Arts and Creativity
Venue: Sony Centre for the Performing Arts
TORONTO, CANADA

SETTEMBRE 14-16, 19-23, 2012
Presented by: Brooklyn Academy of Music (BAM)
Venue: Opera House
BROOKLYN, NY

OTTOBRE 26-28, 2012
Presented by: Cal Performances University of California
Venue: Zellerbach Hall
BERKELEY, CA

NOVEMBRE 9-11, 2012
Presented by: Orly Beigel Productions
Venue: Teatro del Palacio de Bellas Artes
MEXICO CITY, MEXICO

GENNAIO 5-7, 10-12, 2013
Presented by: De Nederlandse Opera/The Amsterdam Music Theatre
Venue: Het Muziektheater
AMSTERDAM, NETHERLANDS

Le date sono soggette a possibili cambiamenti visitare anche: www.pomegranatearts.com/project-einstein/tour.html

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