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Scenario Festival. Dov’è finito il mondo?

Per Scenario Festival la Manifattura delle Arti/DamsLab di Bologna ha ospitato le finali del Premio Scenario 2025. Qualche riflessione sulle proposte e sul meccanismo del più importante premio italiano per il teatro del futuro. 

L’isola dei ciccioni felici – Ph Malì Erotico

La tensione più forte che il presente incarna nel suo essere (o esserci) è covare in sé il seme del futuro, ossia quella natura certo ipotetica ma che manifesta il segnale di ciò che sarà dopo, così da tranquillizzare il prima che si sente, in tal modo, ancora vivo e durevole. Scenario Festival, a Bologna all’inizio di settembre, fornisce in ogni edizione – questa l’ottava, ma il premio ne ha già venti – l’immagine in trasparenza di elementi cardinali che evidenziano lo stato delle cose; ciò è vero sia nel merito delle pratiche teatrali (o della danza, della performance), con attenzione alle condizioni di lavoro e al riverbero che queste hanno poi nella composizione scenica e drammaturgica, per meglio dire, il teatro immaginato che si specchia nel teatro realizzato, sia per il mondo che si vede attraverso l’offerta artistica, le paure e i desideri, il cuore di discorsi fatti ovunque o non fatti ancora, il riflesso della società nell’arte che la rappresenta. Dodici i gruppi di artiste e artisti che hanno presentato i propri progetti, ciascuno di 20 minuti, nel distretto creativo Manifattura delle Arti del DamsLab/Teatro di Bologna, diretto da Cristina Valenti, anima e storia del Premio Scenario. Dodici anime artistiche, dunque, dodici squarci sul panorama teatrale che definiscono vizi e virtù di ciò che vedremo (forse, considerando la presenza poco consistente dei teatri finanziati in questa iniziativa) nelle sale di tutta Italia.

Tartaruga – Ph Malì Erotico

In primo luogo occorre però giornalisticamente dare la notizia: il Premio Scenario 2025 – assegnato dai giurati Cristina Valenti e Jacopo Maj per Scenario, Fabio Biondi de L’arboreto – Teatro Dimora, Angela Fumarola di Armunia e il presidente Ermanno Pingitore della compagnia Usine Baug – va a Infinita Bellezza dei milanesi Fondamenta zero, che si aggiudica un premio produttivo di €8000, stessa cifra che sostiene il Premio Scenario Periferie, il bolognese Andrea Mattei con L’isola dei ciccioni felici; a completare la Generazione Scenario, il cui debutto avverrà allo Spazio Diamante di Roma il 24-25 gennaio 2026, saranno gli altri premiati, entrambi con la cifra di €2000: Concerto per uno sconosciuto di Progetto Kungsleden (di Lomazzo, Como), che vince il Premio Alessandra Belledi per la sfida artistica e il gruppo padovano BumBumFritz che con Dad or Alive vince il Premio Stefano Cipiciani per il dispositivo scenico; menzione speciale, infine, per Lieve, indicibile di Guidotti / Mezzopalco / Longuemare (Bologna) e Tartaruga di Slap-Scratch (San Giovanni Lupatoto, VR).

Dad or alive – Ph Malì Erotico

Ma volendo rimescolare di nuovo le carte, riportando i premiati nel novero del gruppo finalista, ad emergere è una sostanziale necessità manifestata dalle artiste e gli artisti presenti: la ricerca di un ascolto su tematiche generazionali o comunque individuali, dunque raramente inquadrata in un assoluto per cui, forse, non si sente di avere ancora la forza; ed è strano perché, se si pensa a quanto il tempo attuale spinga a esprimere opinioni sul mondo, in special modo attraverso l’uso delle piattaforme di social media, in questo spaccato di proposte a mancare è proprio una visione di mondo che possa dare conto dei rivolgimenti epocali e della condizione geopolitica mai così urgente. Ma proprio il social media sembra allo stesso tempo anche la manifestazione della stessa, opposta, tendenza: questa concavità che porta la visione a ridursi in basso verso l’uno, verso l’individuo, inquadra il punto critico di una generazione che osserva principalmente sé stessa, quasi mai per manifestare la propria distanza o differenza dal passato, quindi magari per una rivendicazione di forza, ma per evidenziare invece il proprio malessere e una diffusa debolezza annegata di psicofarmaci. E dunque, là dove l’attivismo sta producendo segnali di protesta e una partecipazione crescente alle “cose del mondo”, l’arte scenica manifesta qui un rallentamento a volerle rappresentare.

Infinita bellezza – Ph Malì Erotico

Calandoci ancor più nel dettaglio, in una panoramica rapida si potrebbe evidenziare che: in Boys will be boys de Il turno di notte un gruppo di amici si trova coinvolto in un imprevisto femminicidio giovanile, in Mor di Lucia Raffaella Mariani si estende uno sguardo sulla figura materna attraverso tre generazioni, in Concerto per uno sconosciuto di Progetto Kungsleden il tema del viaggio come esplorazione del mondo e di sé stessi, in Processo all’esistenza di Emanuele D’Errico il rapporto conflittuale con la figura materna, in L’isola dei ciccioni felici di Andrea Mattei una ironica riflessione sull’obesità e sulla percezione altrui, in Infinita bellezza di Fondamenta zero una acuta indagine sul razzismo espresso o latente, in Tartare Generation del collettivo imperfettostato l’ansia perenne di una generazione giovane e già avvilita, in Sulphur di La Gattuta/Rinaldi arriva un buon esempio di teatro civile con una storia di morte in miniera, in Dad or alive di BumBumFritz una intelligente e divertente analisi sulla genitorialità improduttiva, in Lieve, indicibile di Guidotti / Mezzopalco / Longuemare emerge ancora l’ansia individuale e l’inadeguatezza sociale, in Mio padre è Sylvester Stallone di Compagnia A.D.D.A. una storia familiare nel mondo della lotta libera che diventa esempio di vita, a concludere in Tartaruga di Slap-Scratch emerge la solitudine sconvolta da una inattesa presenza, ma soprattutto arriva finalmente un’apertura verso il grottesco e la danza, con qualche linea di clownerie che rende il progetto molto interessante.

Concerto per uno sconosciuto – Ph Malì Erotico

La scelta intimista, su cui convergono molte delle proposte, viene veicolata attraverso una scelta strutturale piuttosto scarna sul piano degli elementi scenici – pochi sono gli oggetti presenti, ad esempio – mentre nutrita è la contaminazione con altri linguaggi artistici, come la musica ben presente (tre dei premiati o segnalati hanno ad esempio musica live) e, più di rado, il video. Allo stesso modo una simile essenzialità riguarda la presenza in scena di attrici e attori: più frequentemente si tratta di monologhi singoli, talvolta un duo, soltanto in quattro dei progetti un trio (anche se, appunto, spesso in virtù della presenza musicale). Si potrebbe – e chiaramente si deve – imputare queste scelte non tanto a una volontà quanto a una necessità di limitare costi in un momento storico produttivo che non è certo dei più rosei, ma alcune compagnie mostrano come si possa, con la compresenza di pochi elementi, offrire una qualità compositiva più sviluppata e ricca.

Lieve, indicibile – Ph Malì Erotico

Sulla decisione della giuria non ci sentiamo di esprimere giudizio ulteriore, perché una giuria è chiamata a fare delle scelte che vanno rispettate. Tuttavia occorre segnalare un paio di questioni fondamentali. In primo luogo la distinzione a priori dei candidati (sei su dodici) per il Premio Scenario Periferie non sembra molto comprensibile, riducendo all’interno della categoria proposte di spettacoli non tanto dissimili da quelle invece comprese nella categoria generale; sembrerebbe più opportuno lasciare libertà alla giuria di assegnare il premio senza un’etichetta imposta in origine. In secondo luogo una questione di carattere economico: il premio per il dispositivo scenico, cui vanno €2000 rispetto agli €8000 dei premi principali (soprattutto il “periferie”), richiederebbe per sua natura un investimento maggiore perché il dispositivo possa arricchirsi e perché gli artisti possano raggiungere, in vista del debutto, una piena competenza tecnologica. In ultimo lasciamo qui anche una speranza, richiamandoci soprattutto agli sviluppi delle edizioni precedenti: la caratura raggiunta da Scenario Festival in quanto tale – cioè la presentazione davanti a operatori e operatrici del progetto di 20 minuti – fa sì che questa dimensione ridotta sia lavorata come un prodotto pressoché finito, così che l’evoluzione, fino alla resa conclusiva del debutto, rischia nel tempo di insabbiarsi o rallentare, rispettando con difficoltà le attese di questa fase. Quali di questi quattro spettacoli, da gennaio in poi, sarà nelle stagioni dei teatri italiani? La vera sfida, per Scenario e il sistema teatrale, resta questa.

Simone Nebbia

Bologna, Settembre 2025

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Simone Nebbia
Simone Nebbia
Professore di scuola media e scrittore. Animatore di Teatro e Critica fin dai primi mesi, collabora con Radio Onda Rossa e ha fatto parte parte della redazione de "I Quaderni del Teatro di Roma", periodico mensile diretto da Attilio Scarpellini. Nel 2013 è co-autore del volume "Il declino del teatro di regia" (Editoria & Spettacolo, di Franco Cordelli, a cura di Andrea Cortellessa); ha collaborato con il programma di "Rai Scuola Terza Pagina". Uscito a dicembre 2013 per l'editore Titivillus il volume "Teatro Studio Krypton. Trent'anni di solitudine". Suoi testi sono apparsi su numerosi periodici e raccolte saggistiche. È, quando può, un cantautore. Nel 2021 ha pubblicato il romanzo Rosso Antico (Giulio Perrone Editore)

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