Questa recensione fa parte di Cordelia di settembre 25
È un nuovo festival ma già nella sede sua più giusta: a Soverato, sul mare ionico, IRA (già acronimo, ora sostantivo che allude alla presente necessità di reazione anche con uno dei sette vizî capitali) si propone in mille spazî di questa cittadina calabrese che altrimenti non sarebbero visibili, dilagando con la performance come una pacifica (nonmeno inquieta) occupazione del tempo del mare. L’ultimo dei quattro giorni di programmazione curata da Settimio Pisano, ha proposto alcune performance di vero interesse, credo legate da un possibile filo rosso (poi dipanato in modi diversi): quello del disincanto. Ad esempio That’s twisted, un assolo del giovane danzatore francese, ma residente a Ginevra, Baptiste Cazaux, è una reazione al furto di futuro di questa generazione. La performance combina memorie di musiche pop d’infanzia e una gestica da social ma il tutto frullato in una psichedelica nostalgia («nuda malinconia» la chiama), in una temporalità che però non riesce mai regressiva. A muso duro, e come rannuvolato (lui si vorrebbe ‘dissociato’ come «una modalità di resistenza»), Cazaux attraversa più volte lo spazio, il piccolo auditorium dell’Istituto Santa Maria Ausiliatrice di Soverato, sventolando magliette e intonando nel corpo sequenze di movimento (spesso di spalle) che spaziano dalla street dance ai balli di sala, su sostenuti bordoni musicali di Nelson Schaub (anch’egli in proprio performer multimediale). Una frenesia ma intermittente, che anche scruta e osserva prima di ogni ripartenza: una continua distorsione dei materiali per ricomporre i frammenti del presente nell’accadere del tempo (e mi sembrerebbe senza inutili rivendicazioni di essere qualcosa o qualcos’altro, solo il momento di accadere, di divenire realtà al di fuori di ogni cattura del memorabile). In mezzo al pubblico anche alcune suore, le ospitanti di casa convenute però solerti e plaudenti, pronte a dire anche la loro: ed è tutta una meraviglia sulla esemplare umanità di tanto danzare, su come il divino parli attraverso l’arte, nell’evidente bellezza nei corpi dei performer di tutto il creato. (Stefano Tomassini)
Istituto Santa Maria Ausiliatrice, Ira festival Coreografia e performance: Baptiste Cazaux Musica: Nelson Schaub Drammaturgia: Johanna Hilari Occhio esterno: Samir Kennedy Orecchio esterno: Sandar Tun Tun Luci: Justine Bouillet Suono: Gaspard Perdrisat Produzione, amministrazione e distribuzione per il circuito svizzero: Yamina Pilli – oh la la performing art production Distribuzione internazionale: Quentin Legrand – Rue Branly Produzione: HONEYHONEYDANCEDANCE Coproduzione: Pavillon ADC – association pour la danse contemporaine (Ginevra), Kaserne (Basilea) Spettacolo creato nella cornice del programma (AC)COMPAGNONS della Pavillon ADC con il sostegno della Fondazione Leenards That’s twisted è realizzato con il sostegno di RESO – fondi di programmazione 2025