Questa recensione fa parte di Cordelia di settembre 25
Un duo alterno di voci che ripassano le leggi di Keplero sul moto dei pianeti. Una memoria di quando lui vide per la prima volta lei danzare. Un coincidere creativo e drammatico di data, il 1982, che segnò per lei il clamoroso lancio di Fase. Four Movements to the Music of Steve Reich e per lui l’assistere a Beirut al bouquet notturno delle bombe luminose dell’esercito israeliano orientanti il micidiale massacro di Sabra e Shatila inflitto dai falangisti a un campo profughi palestinese. Non ignorando tutti gli altri soli performativi, sonori, rivaleggianti e simmetrici, ecco la scaletta fatta di teatro, musica e posture nello spazio all’interno della Sala Oceano di India, di A Little Bit of the Moon (con intimo richiamo a The Dark Side of the Moon dei Pink Floyd), con idee e condivisioni fisiche della coreografa belga Anne Teresa De Keersmaeker, splendida 65enne, e dell’attore artista visivo libanese (ora berlinese) Rabih Mroué, coriaceo 58enne. Un lavoro proposto in giusta consonanza dal Romaeuropa Festival e da Short Theatre. Lo spettacolo è stato generato da un’amicizia, da un progetto di dieci mesi, e da un gesto politico. Il risultato è estremamente lirico, ha un po’ il format di una lecture-performance con frammenti di testi e gesti, e partendo da un prologo scientifico va diritto a una storia di persone che si affrontano imbracciando e suonando flauti traversi, si raccontano e si interrogano occupando i due ovali a terra dei riflettori, percorrendone i bordi, affrontando sfide circolari di piedi, passaggi di respiri lunghi, fasi di colpi alle pareti, e confronti anche a estrema distanza tra l’alta tribuna del pubblico e il confine opposto della platea. Naturalmente è a De Keersmaeker che sono riservate le esercitazioni dinamiche più architettoniche, i voli simulati, i movimenti striscianti. Ma Mroué coi suoi contributi epocali, col suo spirito narrativo, con la sua sapienza sorridente (ricambiata) non è da meno. Il finale è una festa ballata col pubblico, dopo un raro incontro con artisti che hanno condiviso una conoscenza, una rivelazione biografica, un atto speculare di arte vissuta, di arte nobile, mentre ricorre un’era di ignobili offese umane. (Rodolfo di Giammarco)
Visto al Teatro India, Romaeuropa Festival, Short Theatre ideazione, regia, interpretazione: Anna Teresa De Keersmaeker e Rabih Mroué direzione tecnica, suono e luci: Thomas Köppel