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ILLUSIONI (di I. Vyrypaev, regia V. Marchioni)

Questa recensione fa parte di Cordelia di luglio-agosto 25

Mittelfest 2025 – Teatrro – Illusini – Vyrypaev / Marchioni

Quattro persone, un divano, un salotto eccentrico. Una sigla iniziale, con tanto di stacchetto. Due aste in proscenio. Per mettere in scena il testo verbosissimo e stratificato del drammaturgo russo Ivan Vyrypaev, Vinicio Marchioni sceglie di rifarsi ironicamente all’immaginario patinato della sit-com à la Friends e della stand up comedy americana. Si parla di relazioni, si parla d’amore, il tema borghese per eccellenza. Vyrypaev costruisce una drammaturgia coerente con il titolo fin nella forma: la parola – portata nella nostra lingua da Teodoro Bonci del Bene – è lineare, quotidiana, asciutta. Ma si affastella in ridondanze, rimbalza tra un punto di vista e l’altro, lasciando ai non detti, allo spazio tra le righe, la sua carica esplosiva. Sotto l’apparenza dei buoni sentimenti di due coppie di anziani, giunti al bilancio finale di una vita passata insieme, emergono ipocrisie, tradimenti, il sentore di una vita agra, dell’insignificanza, della solitudine. I quattro attori in scena (Ivna Bruck, Serena Ferraiuolo, Mirko Soldano, Andrea Tich della compagnia stabile del Dramma Italiano di Fiume) si prestano al personaggio, mai aderendovi ma standogli accanto. Questa posizione, negando ogni forma di rappresentazione, spinge drammaturgicamente su uno straniamento programmatico. Bonci del Bene, regista e traduttore cui si deve in gran parte l’introduzione del drammaturgo russo in Italia, racconta come in Russia, quando ancora gli era permesso di mettere in scena le sue opere, Vyrypaev era accolto come una rockstar. L’effetto di Illusioni in una società che nega ogni devianza, nasconde sotto al tappeto la corruzione di uomini e sentimenti, deve essere stato quello del tornado che scompiglia, denuda, libera. Cambiando il contesto di destinazione, la regia di Marchioni, pur costruita con coerenza d’intenti, sembra disinnescare il potenziale rivelatorio e catartico dell’opera, delegandolo completamente al testo e ad alcune trovate registiche volte ad una leggerezza che, senza il contrappeso giusto, aleggia sulla platea e velocemente evapora. (S. Fasanella)

Visto al teatro Ristori di Cividale del Friuli – Mittelfest 25. Di Ivan Vyrypaev traduzione Teodoro Bonci del Bene regia Vinicio Marchioni con Ivna Bruck, Serena Ferraiuolo, Mirko Soldano, Andrea Tich scene e costumi Ivan Botički disegno luci Ivan Bauk assistente alla regia Giuseppe Nicodemo direttore di scena Andrea Slama produzione HNK Ivan Zajc – Dramma Italiano di Fiume e Mittelfest2025

Cordelia, luglio-agosto 2025

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