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FALLEN ANGELS (di Michael Incarbone)

Questa recensione fa parte di Cordelia di luglio-agosto 25

Dense volute di fumo avvolgono il corpo di Erica Bravini, che emerge in contrasto chiaroscurale rispetto allo sfondo nero. C’è solo una fonte di illuminazione sul palcoscenico, un faretto appeso che proietta un cono di luce violaceo sul tappeto, disegnando un cerchio circoscritto. La danzatrice entra in contatto con quel cerchio, una sorta di occhio che scruta e con il quale sembra intrecciare un rapporto contrastato: ai momenti in cui la performer si lascia illuminare a pieno dalla luce che si riverbera sugli strass della sua maglietta se ne affiancano altri in cui si muove sul bordo, al confine periferico di quello sguardo dall’alto. L’angelo caduto non è più in grazia presso Dio, il cui occhio comincia a farsi distante, giudicante, nei confronti di quel figlio che non può far meno che vorticare rovinosamente intorno a un centro che ha perso il senso di esistere. L’andamento ondivago della performer si incastona sulle note della composizione di Edoardo Maria Bellucci, instaurandosi su una musicalità fortemente ispirata dalla trap. La percezione è che l’opera sia separata in tre parti, ognuna articolata secondo la costruzione sapiente di un climax, di cui la terza sezione presenta uno stacco netto rispetto alle prime due. La musica si fa più frenetica, mentre Bravini articola la sua danza in passi di breakdance che si susseguono rapidamente uno dietro l’altro. L’articolazione sincopata delle luci, curata da Michael Incarbone, crea una partitura elaborata che immortala la performer in scatti di istantanee, diapositive che si susseguono imprimendo il movimento in un’apparente fissità. Il flusso della coreografia viene così scarnificato al dettaglio, nella singola componente. Le luci si spengono, gli applausi cominciano a fioccare, e così le invettive. Incarbone denuncia le ripercussioni sul mondo dello spettacolo del decreto FNSV. Come l’angelo caduto dalla grazia divina si ribella all’ingiustizia, così performer e autori si preparano a lottare per assicurarsi un sostegno. Ci si augura solo che, levando alta la voce, le preghiere vengano ascoltate. (Letizia Chiarlone)

Visto a Terreni Creativi regia, coreografia e luci Michael Incarbone performance e collaborazione alla drammaturgia Erica Bravini musiche originali Edoardo Maria Bellucci live set Gabriele Corti produzione PinDoc co produzione ALDES, Teatri di Vetro/Triangolo Scaleno con il contributo di MIC e Regione Siciliana con il sostegno di Giacimenti-rete nazionale per l’emersione dei giovani talenti – Da.re. Dance Research, Kinkaleri – Spazio K, Diacronie Lab, Foto Luca Del Pia.

Cordelia, luglio-agosto 2025

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Letizia Chiarlone
Letizia Chiarlone
Classe 2001, è studentessa di Lettere, indirizzo Musica e Spettacolo, presso l'Università di Genova. Comincia ad avvicinarsi alla critica teatrale nel 2023, accolta nell'aia dell'Oca Critica. Nel giugno 2024 partecipa al laboratorio di critica teatrale diretto da Andrea Porcheddu con Roberta Ferraresi presso la Biennale Teatro. Nell'agosto dello stesso anno prende parte al workshop di critica teatrale di Teatro e Critica condotto da Andrea Pocosgnich nel contesto del Festival Orizzonti di Chiusi. Collabora con Teatro e Critica da ottobre 2024.

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