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Una nuova direzione. Ecco il PolverigiFest 2025

Dal 9 al 19 luglio 2025 a Polverigi prenderà vita il PolverigiFest 2025, ancora organizzato in consorzio tra il Comune della cittadina marchigiana, l’Associazione Inteatro e l’ente regionale Marche Teatro. Una nuova direzione artistica, affidata a Viola Graziosi, compie scelte con intenzioni precise e definite. Articolo in media partnership.

Alessia Cristofanilli – Da qui non è mai uscito nessuno

Polverigi è un comune italiano in provincia di Ancona, nella regione delle Marche. Ma per il teatro italiano da ormai 48 anni Polverigi è uno dei più importanti centri di diffusione dell’arte scenica, un festival attraverso cui il Comune di Polverigi e l’Associazione Inteatro, uniti in consorzio con Marche Teatro, offrono alla popolazione locale e agli osservatori il meglio del panorama nazionale nel teatro, nella danza, ma con uno sguardo profondo anche sulla musica e sul circo. Quest’anno c’è un nuovo direttore per Marche Teatro, Giuseppe Dipasquale, pertanto saranno molti anche i cambiamenti del festival che – primo fra tutti – cambia anche nome: Inteatro, la denominazione avuta nelle edizioni precedenti, torna alle origini e recupera il nome del paese come primario (lo stesso era già nelle prime edizioni), presentando per quest’anno 2025 il PolverigiFest. A differenza degli anni precedenti, la cui cura artistica era stata di Velia Papa che dirigeva anche l’ente marchigiano, il nuovo direttore Dipasquale, in virtù di un cambio di regime istituzionale che non permette la contemporanea direzione artistica del festival, ha deciso di affidare le scelte teatrali all’attrice Viola Graziosi (la danza invece resta in carico a Marche Teatro).

D’Erasmo/Galli – Sconfinamenti

Vasto il programma che spazia tra proposte eterogenee, orientato sia verso la nuova creatività sia verso esperienze artistiche più solide e radicate; il festival si avvia il 9 luglio e prosegue fino al 19, dieci giorni di spettacoli e performance che porteranno sul palco ben 15 compagnie italiane, donando dunque al pubblico l’apertura su un largo spaccato di offerta artistica contemporanea. Anche gli spazi di rappresentazione saranno piuttosto vari, perché oltre al centro propulsivo storico del festival, quella Villa Nappi ormai identitaria di cui l’ente Marche Teatro ha la gestione lungo l’anno intero, gli spettacoli saranno messi in scena anche nel parco secolare e al Teatro della Luna.

Baffoni/Perugini – Algos

Si comincia con un appuntamento che andrà avanti lungo tutto il festival: un cocktail show (9-19 luglio) di Daniele Vagnozzi dal titolo Emozioni da bere, un aperi-viaggio interiore interattivo attraverso la creazione di cocktail che hanno origine dalle varie emozioni; due invece le proposte più strettamente da palco per i primissimi giorni: il primo studio coreografico e musicale di Elisa Spina e Alessandro Baro, Le ali non si sottraggono, che rintraccia l’antico nel presente (9-10 luglio) e il lavoro firmato da Filippo Paolasini per Asini Bardasci, Ciao amore ciao, un’inchiesta su Luigi Tenco (9-10 luglio), dedicato al grande cantautore genovese prematuramente scomparso; continua la musica protagonista di una ricerca nella sonorità di tradizione con Prima del tempo ancora di Baro (11-13 luglio), mentre Nicholas Baffoni e Camilla Perugini affondano nel dolore provocato dall’alluvione del 2022 a Senigallia con Algos – 400 millimetri dopo (11-12 luglio).

Biagio Caravano – Human

Una regia di Manuela Mandracchia, uno studio sul testo di Sergio Pierattini Bartali all’inferno, porta il grande ciclista eroico Gino Bartali sul palco esterno di Villa Nappi (12-13 luglio), evidenziando la sua attività partigiana negli anni della guerra, mentre Biagio Caravano presenterà il suo progetto video e modular system live, Human (12 luglio), scavando nel flusso caotico che dà ordine agli eventi. Ancora un incontro tra musica e danza (13 luglio) con gli Sconfinamenti di Rodrigo D’Erasmo e Nicola Galli, ma arriva infine anche il Circo Bipolar con Café Rouge (15-16 luglio), incontro tra terra e aria nel teatro di strada di Shay Wapniaz e Costanza Bernotti. Settembre non arriverà mai, dice Noemi Piva (16-18 luglio) in merito al rapporto con i luoghi e le informazioni del passato, impigliate nella memoria con una forma tutta loro ma chissà se corrispondente alla realtà; mentre Alessia Cristofanilli, con Giulia Mombelli in scena, dice – scrive e dirige – che Da qui non è mai uscito nessuno (16-17 luglio), un monologo ironico e bizzarro sulla stranezza della quotidianità.

Ultimi giorni spazio a due lavori che hanno in comune una sensibilità verso la condizione femminile, prima con Hellove di Iole La Sala (17-18 luglio) che indaga l’amore e l’esperienza traumatica a partire dalla psicologia femminile, poi con Marilù Oliva che scrive questo Odissea delle donne (18-19 luglio), con la regia di Cinzia Maccagnano, una riscrittura del poema omerico narrato attraverso le sue figure femminili. Dopo aver apprezzato la mise en lecture La Firma, dal testo di Claudio Fava Non ti fidare, con Ninni Bruschetta e Federica De Benedittis (19 luglio), un uomo e una donna che nel parlatorio di un carcere fanno riemergere segreti del passato, il gran finale a seguire è affidato alla musica e al circo, con il concerto del Riciclato Circo Musicale che utilizza strumenti musicali costruiti utilizzando unicamente materiali di recupero.

Elisa Spina – Le ali non si sottraggono

Nella selezione di Viola Graziosi emerge prima di tutto questa intenzione multidisciplinare, che aprirà il palcoscenico ad artiste e artisti capaci di una solida connessione tra la materia trattata e il proprio pubblico. Se, come dichiarato dal direttore Dipasquale, “la qualità dell’offerta artistica e culturale si sostanzia nella necessità, non solo di soddisfare la maggioranza del pubblico, ma di educare all’ascolto e alla scelta culturale, diffondendo e promuovendo modelli elevati di confronto e possibilità di fruizione differenziata di esperienze culturali”, allora l’approccio emozionale alla scena che Graziosi sostanzia con le sue scelte mette in nuova luce quella necessità di relazione unica con l’arte scenica, una pluralità di sensazioni che riguarda allo stesso tempo attori e spettatori, la certezza – come dichiarato dalla stessa attrice – che “il corpo e la voce, il rischio e l’ascolto, appartengono a un unico territorio creativo”.

Redazione

Info: https://www.marcheteatro.it/polverigifest-2025-dal-9-al-19-luglio/

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