Questa recensione fa parte di Cordelia di maggio 25
C’è un artista nel panorama italiano che da anni porta avanti una ricerca radicale sulla comicità teatrale intesa come rapporto senza rete di protezione con gli spettatori: parliamo di Andrea Cosentino, un comico che gioca senza quarta parete ma non fa stand up comedy e la sua metateatralità non è di maniera. Quello che è stato presentato in anteprima a Carozzerie Not è frutto di una ricerca ossessiva sulle capacità di chat gpt, e proprio per le fluttuazioni date dal tema del lavoro – ovvero il rapporto artistico con l’intelligenza artificiale – anche ogni replica ha il valore di un pezzo della ricerca stessa. Cosentino abita una scena vuota con un computer e un fondale per le proiezioni (dove appariranno le creazioni “letterarie” firmate dal software), l’idea è quella di spingere al massimo delle potenzialità teatrali dell’I.A.. Cosentino ne racconta il funzionamento, ci dialoga tentando imbarazzanti duetti comici in cui le chiede di rispondere a tono a freddure e gag con un’improbabile intonazione abbruzzese. Il risultato è esilarante perché gioca proprio sull’effetto comico disatteso e sulla risposta mimica dell’attore, inoltre questa spalla comica digitale non può uscire dai confini di una ironia di plastica, inclusiva a tutti i costi, e si prende troppo sul serio, ci crede senza avere talento e addirittura si autocelebra spiegando l’efficacia della propria battuta. A ragione dunque l’artista a un certo punto annuncia la “bullizzazione diadattica” dell’attore virtuale, ma questo non si scompone rimanendo tristemente calmo. Il meccanismo è simile anche nella seconda parte dello spettacolo quando viene alzata l’asticella con l’obiettivo di far scrivere a chat gpt le scene di uno strampalato spettacolo distopico con tanto di emergenza climatica e proprio un’intelligenza artificiale da combattere. È incredibile la mediocrità con cui vengono inventate le trame e i toni della scrittura, ma sono incredibili anche la velocità di risposta e le possibilità future di apprendimento. Sarà interessante tornare a vedere questo spettacolo (proprio per l’interrogazione dal vivo dello strumento) tra qualche mese o anno, il futuro è domani. (Andrea Pocosgnich)
Visto a Carrozzie Not Di e con Andrea Cosentino assistente alla regia e collaborazione alla drammaturgia Andrea Milano consulenza artistica Margherita Masè light designer Massimo Galardini coordinamento tecnico dell’allestimento Marco Serafino Cecchi assistente all’allestimento Giulia Giardi cura della produzione Camilla Borraccino e Francesca Bettalli ufficio stampa Cristina Roncucci comunicazione Francesco Marini produzione Teatro Metastasio di Prato