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Polonia tra cinema e teatro: la rassegna Teatroteka

Dal 28 al 30 aprile 2022 al Cinema Farnese di Roma verrà presentata la rassegna Teatroteka dedicata a cinema e teatro polacchi contemporanei, con 11 film tratti da testi teatrali di promettenti autori e autrici. Contenuto creato in Media Partnership.

La valigia

Se è vero che gli studi teatrali in Italia hanno riconosciuto il magistero di artisti come Jerzy Grotowsky o Tadeusz Kantor, troppo poco sappiamo della scena artistica polacca contemporanea: sarebbe utile una Teatroteka. Discorso non molto dissimile per quanto riguarda il cinema polacco, per cui tra i nomi più noti ci si ferma a Lee Strasberg, Krzysztof Kieslowski, Roman Polański; anche in questo caso, potrebbe essere d’aiuto Teatroteka.

L’affaire Rita G.

La rassegna per la prima volta in Italia presenta 11 film dal 28 al 30 aprile a Roma, ed è frutto dell’attività degli Studi Cinematografici e documentari WFDiF  di Varsavia, in sinergia con l’Istituto Polacco di Roma, il Cinema Farnese, le università RUFA e Sapienza. L’intera iniziativa, dal 2013 ha incentivato oltre 60 produzioni cinematografiche nate a partire da alcuni tra i più interessanti testi drammaturgici polacchi contemporanei (alcuni dei quali già presentati con successo nei teatri, altri creati per l’occasione) e portati su schermo da registe e registi emergenti. Ma questa operazione non si ferma a considerare il testo teatrale come base di partenza per la sceneggiatura né a utilizzare il cinema come semplice mezzo per riprendere uno spettacolo.

La casetta storta

Nei film presentati – tra cui anche uno in matinée il 30 aprile appartenente al ciclo Teatroteka per i ragazzi – la sensazione è quella di trovarsi di fronte a un’operazione che vive delle forze congiunte di cinema e teatro. Ci si trova davanti a una molteplicità di luoghi concreti, chiusi o aperti, ma spesso questi cedono il passo a inquadrature essenziali che avvolgono il personaggio, isolandolo dal resto, oppure in piani-sequenza dalla temporalità estesa. Così vale per i linguaggi che legano quotidianità e assurdo, lirismo e grottesco, dialogicità e straniamento, indagine aperta e introspezione personale, ricostruzioni mediatiche e meta (e pluri) linguistiche, figure del reale e fantasmatiche, personaggi ambigui e umanissimi.

Alice nel mondo degli orrori

Le storie narrate spesso ruotano attorno alla ricerca della verità, come il film inaugurale di giovedì che ci traghetta in un viaggio  nel passato guidato dalla necessità di non relegare la memoria dell’Olocausto (il film inaugurale La valigia, testo M. Sikorska-Miszczuk, regia W. Kostrzewski, 2015). Ma è ancora un ragionamento su ciò che è vero e sulle conseguenze di una condanna ingiusta il secondo film della prima serata (Sopra, testo e regia M. Bieliński, 2015). 

L’uomo che sedeva di spalle

Le complesse relazioni tra alterità distanti sembrano essere una traccia possibile per i tre film di venerdì: nella coloratissima ricostruzione delle vicende di una tra le più celebri criminali della Polonia anni ‘30 (L’affaire Rita G., testo di J. Janiczak, regia A. Smoczyńska, 2017); nel confronto con l’imponenza della natura a partire dalla morte di uno scalatore (Vostra altezza, testo A. Wakulik, regia A. Smoczyńska  2015), o nella speranza di tirare fuori qualcuno da una condizione alienata (L’uomo che sedeva di spalle, testo K. Lemański, regia M. Wiktor, 2019, venerdì).

NOn lasciamoci le penne

Sabato giornata dedicata fin dalla mattina, in una carrellata di film che sembrano partire, ciascuno a proprio modo, da un elemento “anomalo” che indaga le possibili vie di ricerca della felicità. Ne è esemplare il primo, dedicato alle giovani generazioni, basato sulle vicende  di un’oca che, perso il senso della vita sembra essere disposta perfino a far da pasto a una volpe pur di ritrovarlo (Non lasciamoci le penne!, testo M. Guśniowska, regia J. Zdrada, 2019, sabato mattina doppia replica). 

Vostra altezza

E ancora una condizione fuori norma  quella che spinge un uomo a ritornare nel proprio paese di origine e fare i conti con i fantasmi, reali e onirici del proprio passato in un lungo viaggio in treno (La visita, testo R. Paczocha, regia A. Maskovic, 2015). Avete mai pensato di trovarvi di fronte a una sorta di “ispettore generale” segreto, un cliente proteiforme incaricato per controllare il rendimento dei propri impiegati, siano essi di un negozio, di una banca di un ristorante, di una scuola di danza? (Il cliente segreto, testo I. Gorzkowski, regia W. Pitala, 2016). O ancora, avreste mai pensato di rapire qualcuno pur di salvarlo e cambiare così il corso delle vite di entrambi? (Portami via, testo R. Urbański, regia M. Szcześniak, 2017). E se invece la condizione di rapimento fosse alla base dell’infelicità di una ragazza, ma che, negli anni diventasse l’occasione distorta e però osannata di ricchezza e notorietà, alla base della sua incompresa tragedia? (Alice nel paese degli orrori, testo e regia P. Domalewski, 2018). Ultimo titolo di questa edizione è un film a tesi, incentrato sulle diverse sfaccettature della maternità, affrontate da due sorelle, i rispettivi partner e la presenza assenza, ingombrante della madre delle due (La casetta storta, testo A. Wakulik, regia A. Wieczur-Bluszcz, 2016). 

Al termine di ogni serata, i cui eventi sono gratuiti e prenotabili sul sito www.bookeo.com/farneselive, saremo presenti per moderare una serie di incontri con gli artisti, per poter innescare un dibattito e aprire le ante di questa Teatroteka.

Redazione

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