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HomeMedia partnershipCorpo e virtualità. Un laboratorio con Lino Strangis

Corpo e virtualità. Un laboratorio con Lino Strangis

Lino Strangis presenterà al Todi Off 2020, dal 3 al 6 settembre 2020, un laboratorio di formazione su scrittura scenica e intermedialità nel teatro performativo italiano. Iscrizioni fino al 24 agosto 2020. Materiali creati in Media Partnership.

Qual è il valore che ha per te la trasmissione delle pratiche teatrali?

Io vengo da un percorso – ad esempio con Carlo Quartucci che coinvolgeva interi paesi – per cui le pratiche teatrali e performative sono sempre state un veicolo di interpretazione del mondo; quindi il legame tra la didattica e la condivisione prescinde a volte dal professionismo, suggerendo magari la scoperta delle possibilità del proprio corpo e dello spazio in generale. Questo per me fa parte anche di un momento creativo, ad esempio nel mio ultimo lavoro sul fondale era proiettato quel che la performer vedeva, ma un istante dopo la stessa diventava una sorta di sacerdotessa che accompagna gli spettatori a fare la stessa esperienza; quindi le persone che sono lì tra il pubblico entrano a far parte della videografia in diretta.

Quali sono gli aspetti su cui vorresti soffermarti e quali ne saranno gli strumenti?

Abbiamo pensato a un laboratorio che sia una scena aperta, in cui poter esporre direttamente l’esperimento che le persone potranno fare; pertanto non arriverò con tutte le idee già definite, ma cercherò di raccogliere anche ciò che saprà offrire il contatto diretto. Ho però in mente alcuni esperimenti attorno a cui muoverci, ognuno dei quali diventerà un piccolo sketch: sicuramente, venendo da attività di scenografia in 3D, mi occuperò di usare la realtà virtuale, sfruttando il suo aspetto di condivisione per andare più in là della fruizione classica in base alla quale c’è spesso un individuo che, attraverso questa esperienza, va in altri mondi; già da tempo sto cercando di indagare proprio questo settore, attraverso una tecnica di motion capture che permette la creazione immediata di un avatar che si muove esattamente come il danzatore o l’attore, ossia sviluppando quindi la possibilità di stare in un corpo diverso dal proprio ma mosso dalla persona stessa.

Lo stesso software permette anche di muovere degli avatar come delle marionette e vorrei lavorare con la musica sulla scena, come già faccio nei miei spettacoli, per innescare e proiettare sul fondale il movimento delle marionette virtuali che altre persone potranno in tempo reale replicare, così da recuperare la carnalità dell’esperienza virtuale e conservare nella resa scenica anche i tentativi di conoscere lo spazio con il corpo, perché ritengo affascinante indagare come il corpo umano riesca a simulare ciò che viene espresso proprio da un simulatore, quindi, per concludere, se il digitale simula la natura, interessante è capire se anche la natura riesce a risimulare il digitale.

Sappiamo che durante il laboratorio è stato pensato anche un incontro teorico sul tema…

Questo appuntamento nasce dall’esigenza di incontrare alcuni degli esperti più importanti per quanto riguarda le connessioni tra lo spettacolo performativo e le nuove tecnologie; abbiamo chiesto di intervenire per esempio ad Andrea Balzola, Anna Maria Monteverdi, Pier Luigi Capucci, nomi di rilievo del panorama accademico che hanno dedicato attenzione a questo settore fino dalla metà degli anni Novanta, ossia dal periodo in cui il dibattito era agli albori. L’intenzione è quella di rendere chiara, attraverso le voci di chi da anni ne studia l’evoluzione, questa pratica che ha smesso di essere di nicchia e oggi è usata in molti ambiti artistici, in un’epoca in cui il digitale è ormai parte del nostro immaginario quotidiano.

Potessi pronunciare una frase per convincere un potenziale partecipante al laboratorio cosa diresti?

Direi che questa esperienza, per professionisti o solo per chi voglia tentare di mettersi in gioco, è utile per prendere confidenza con un territorio ancora non del tutto esplorato, soprattutto in Italia. Tra l’altro sarà l’occasione proprio per toccare con mano certi software, mettersi dentro a queste nuove possibilità di fare scena per trovare nuove ispirazioni al proprio percorso artistico, che si tratti di danzatori o attori, ognuno secondo la propria sensibilità.

Redazione

La masterclass avrà luogo dal 3 al 6 settembre 2020. Qui tutte le info

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