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Stagione 2011 – 2012 Teatro Gobetti (Stabile di Torino)

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15 – 20 novembre 2011 | prima nazionale
Italoamericana
di Francesco Durante drammaturgia di Francesco Durante, Davide Livermore, Gabriella Bordin con Sax Nicosia, Ariella Reggio
regia Davide Livermore
musiche di Andrea Chenna Associazione Baretti/Alma Teatro/Teatro La Contrada Trieste/D-Wok
in collaborazione con la Fondazione del Teatro Stabile di Torino
Pueblo, Colorado. Un carcere di inizio Novecento e in una delle sue celle un uomo, Bernardino Ciambelli, il maggiore scrittore italoamericano, autore di fluviali romanzi venduti nelle Little Italies d’America. È lui l’Omero originario che ha raccontato in diretta l’esperienza dei migranti italiani, che li ha ritratti nel difficile momento della prima ambientazione, che li ha seguiti mentre connazionali senza scrupoli li sfruttavano in tutti i modi possibili… Ed è anche quello che ha descritto la nascita della modernità nelle metropoli USA: metropolitane scavate nelle viscere della terra, grattacieli, ferrovie sopraelevate, insomma la poesia epica dei lavoratori della pala e del piccone, ma anche il nascente melting pot così tipicamente statunitense. Un Omero prigioniero… Italoamericana è uno spettacolo sulla precarietà che oggi riguarda milioni di persone in tutto il mondo. Gli attori canteranno storie con una recitazione cruda, violenta, diretta, dialettale, popolare, unita ad una musicalità che restituisce al pubblico quell’universo sonoro, dove le esperienze della monodia folklorica, dell’Opera e della canzone italiana si fondono, come allora, nella neo cultura americana, per evocare la poesia struggente di un’esperienza umana straordinaria, quella di migranti italiani. Lo spettacolo è inserito nella rassegna Fare gli italiani – Teatro.

13 – 18 dicembre 2011
Garibaldi fufferito
una spedizione teatrale nelle terre dell’italia
un progetto di Titino Carrara e Mauro Piombo drammaturgia Michela Marelli e Titino Carrara con Titino Carrara, Fabio Bisogni, Cecilia Bozzolini, Costanza Maria Frola, Valentina Pollani, Fulvia Romeo regia Titino Carrara Santibriganti Teatro/Asti Teatro in collaborazione con La Piccionaia – I Carrara TSI (Vicenza) spettacolo realizzato con il sostegno della Regione Piemonte/Bando Italia 150 Città di Settimo Torinese/FondazionECM
Un progetto teatrale sulla spedizione dei Mille: un palcoscenico da piazza, una macchina che possa ricordare uno dei vapori della spedizione, una piattaforma con pennoni, sartiame e verricelli da cui issare vele, vessilli, elevare altri elementi o porzioni di pavimento in una continua trasformazione degli ambienti, questo è Garibaldi Fufferito, una Spedizione Teatrale nelle Terre dell’Italia, progetto di Titino Carrara e Mauro Piombo. «Non uno spettacolo di pura rievocazione storica – scrive la compagnia -, ma un evento di Teatro Popolare Contemporaneo, capace di arrivare allo spettatore di ogni ordine e grado, mescolando le lingue, i dialetti, le musiche e le tradizioni di tanti brandelli di un’Italia disunita. Storia e tradizione, realtà e mito impastati in una sorta di musicalità linguistica là dove non esiste neppure una unità d’Italia: i dialetti per raccontare, cantare e vivere le storie di tanti piccoli eroi che si confrontano con la grandezza del racconto.
Una immagine viva di ieri per una scommessa teatrale di oggi. Un modo nuovo quanto antico di ricreare un’occasione appassionante, sui toni di uno spettacolo dove tradizione e innovazione si coniugano sul “terreno della Piazza”: luogo da sempre di incontro-scontro fra teatro e il suo pubblico, da sempre antagonista-protagonista della storia».

10 – 15 gennaio 2012
Boston marriage
di David Mamet con Argia Coppola, Valentina Picello, Costanza Bellingeri regia di Maria Paola Casorelli Associazione Giro d’Arte
Un interno fine Ottocento, due signore, una cameriera. Piccoli elementi che mostrano subito come la signorilità delle dame sia solo una facciata. L’Associazione Giro d’Arte porta in scena un testo ironico e divertito del drammaturgo statunitense David Mamet: Boston Marriage. «Boston Marriage – scrive la compagnia – non è uno spettacolo ma un meccanismo da salotto, un ingranaggio accurato in cui Anna e Claire si ritrovano, si sfidano a duello con le parole, cadono nella rete di misteri che loro stesse hanno costruito l’una per l’altra, e fino alla fine si sorprendono. Catherine, la cameriera, guida dall’alto le loro mosse e costruisce abilmente il ponte tra la storia e il pubblico, invitato d’eccezione nel salotto dove l’azione si ripete ogni volta nel “qui e ora”, senza finzione, senza sipario, senza palcoscenico». La pièce è interpretata da Argia Coppola, Valentina Picello e Costanza Bellingeri. La regia è affidata a Maria Paola Casorelli.

17 – 22 gennaio 2012
novecento
di Alessandro Baricco sulla base dello spettacolo di Gabriele Vacis, Lucio Diana e Roberto Tarasco con Eugenio Allegri Società Cooperativa ArtQuarium
Novecento è uno dei lavori di maggior successo degli ultimi anni: dopo il debutto ad Asti Teatro 16 ha girato in tournée per sette anni, è stato applaudito da 120.000 spettatori, ha totalizzato 315 repliche in Italia e Europa ed è stato tradotto e messo in scena in numerose lingue. Nel 1998 Giuseppe Tornatore ne ha realizzato la versione cinematografica, La leggenda del pianista sull’oceano, interpretata da Tim Roth e dieci anni più tardi la storia di Danny Boodman T.D. Lemon Novecento è diventata un fumetto con protagonisti Topolino e Pippo.
Eugenio Allegri è l’attore per cui Alessandro Baricco ha scritto questo testo, e perché fosse diretto da Gabriele Vacis. Novecento torna al pubblico che lo ha acclamato presentandosi in una nuova versione che mantiene gli stessi andamenti sinfonici della recitazione, gli improbabili gesti surreali e le implacabili evocazioni che lo resero apprezzato dalla critica e dal grande pubblico.

24 – 29 gennaio 2012
Lo zoo di vetro
di Tennessee Williams traduzione di Gerardo Guerrieri con Jurij Ferrini, Alessandra Frabetti, Aurora Peres regia Jurij Ferrini Progetto U.R.T. – Compagnia Jurij Ferrini Lo zoo di vetro viene presentato per gentile concessione della University of the South, Sewance, Tennessee
Con questo dramma di matrice autobiografica Tennessee Williams raggiunge il successo nel 1944, trasformando in uno dei propri cavalli di battaglia un tema fino ad allora poco trattato dalla drammaturgia americana: il contrasto tra le realtà e l’illusione, ma soprattutto la consapevolezza che un’esistenza basata su sogni e speranze porta alla frustrazione e alla solitudine. Dotato di una trama estremamente semplice, Lo zoo di vetro mette a nudo la solitudine degli esseri umani, l’incapacità di comprensione e di comunicazione che è la vera condanna di ogni individuo. Nessun giudizio morale aleggia sui protagonisti, ma la loro degradazione è un accadimento che si svolge lentamente sotto gli occhi del pubblico. Scrive il regista Jurij Ferrini: «Il teatro di Williams è intramontabile come ogni classico. Le sue storie si possono ascoltare, vedere o leggere più e più volte e ad ogni passaggio si noteranno sfumature e significati che non si erano colti in precedenza».

31 gennaio – 12 febbraio 2012 | prima nazionale
mala polvere veleni e antidoti per l’invisibile
un progetto di Laura Curino, Lucio Diana, Alessandro Bigatti, Elisa Zanino
con Laura Curino
liberamente tratto da Mala polvere di Silvana Mossano (Ed. Sonda, 2010)
Fondazione del Teatro Stabile di Torino
L’avvelenamento da amianto: una tragedia fattasi simbolo di uno dei tanti mali a cui ci si espone senza saperlo. Casale Monferrato è la città simbolo di una strage silenziosa, ma è anche una sentinella che può mettere all’erta tutti noi. Lo spettacolo è un canto per quegli uomini e quelle donne che si sono immolati sull’altare di una tragedia del lavoro in nome del benessere delle proprie famiglie, del riscatto sociale dalla povertà, della forza necessaria per uscire dall’indigenza. Un sacrificio importante che potrebbe essere la fine di una storia terribile, e invece deve trasformarsi nel capitolo iniziale di una storia virtuosa. Silvana Mossano ha scritto Mala polvere annotando trent’anni di storie dolorose, di un dolore che è inarrestabile come la polvere sottile di amianto.

21 febbraio – 4 marzo 2012 | prima nazionale
Edipo re
di Sofocle traduzione e adattamento drammaturgico di Marco Isidori
con Marco Isidori, Lauretta Dal Cin, Maria Luisa Abate, Paolo Oricco
regia Marco Isidori
Fondazione del Teatro Stabile di Torino/Marcido Marcidorjs e Famosa Mimosa
«Il quarto appuntamento dei Marcido – scrive la compagnia – con i temi della tragedia attica (Agamennone 1988, I Persiani 1992, Prometeo 1996) consisterà, come è avvenuto per tutte le avventure spettacolari che ci hanno educato al grande mestiere della Scena, in un incontro/scontro con la seduzione tremenda e contraddittoria della scrittura dell’Edipo Re sofocleo. Nella decisione di rappresentare un corpo teatrale così tanto incrostato di suggestioni interpretative, tra loro anche in palese discordanza, ci ha guidato la continuata, amorosa, fedele frequentazione dell’“Edipo il Tiranno” hölderliniano; l’esito del gigantesco lavoro di sonda che il poeta tedesco ha dedicato all’originale dettato greco, ha spiritualmente influenzato, insieme naturalmente alla profonda maestria sofoclea, la “versione marcidoriana” della tragedia».

7 marzo – 1 aprile 2012 | prima nazionale
La bottega del caffè una storia di intrighi e veleni
di Luca Scarlini da La bottega del caffè di Carlo Goldoni con Elia Schilton, Beppe Rosso e cast in via di definizione
regia Beppe Rosso
Fondazione del Teatro Stabile di Torino/ACTI Teatri Indipendenti
Nel 1750 Goldoni compone sedici commedie di carattere, introdotte dalla commedia-manifesto Il teatro comico. Qui i personaggi, in un moderno gioco metateatrale, enunciano le regole che l’autore andrà a mettere in pratica, rivoluzionando il genere teatrale. È qui che compare La bottega del caffè, destinata a diventare uno dei titoli del drammaturgo più famosi e rappresentati in Italia e all’estero. La bottega del caffè è uno dei testi capitali di Carlo Goldoni, che nei tempi ha suscitato riletture complesse, come quella di Rainer Werner Fassbinder. L’idea del progetto è quella di una scrittura nuova, che, senza tradire la scansione, i temi e le “battute” micidiali del testo originale, parli la lingua di un oggi sfuggente e eccessivamente mediatico. Una rilettura per una compagnia di cinque attori: che ripercorrano tutta la commedia, in una scrittura, firmata da Luca Scarlini, per la regia di Beppe Rosso. Gli intrighi e le vicende del testo sono poi, senza forzature o ricerche di un’eccessiva collimazione con la contemporaneità, quelle del gossip che oggi impera tutto schiacciando e distruggendo.

10 – 15 aprile 2012 | prima nazionale
Il funerale
di Olivia Manescalchi con Giancarlo Judica Cordiglia, Olivia Manescalchi, Valentina Virando
regia Giancarlo Judica Cordiglia, Olivia Manescalchi Associazione 114/Associazione Baretti
Pregasi seppellire il più in fretta possibile, così Olivia Manescalchi intitola le note di regia che introducono Il funerale. «Il testo – scrive l’autrice – nasce dalla necessità di ritrovare un modo per rapportarsi alla morte. Non possiamo prescindere da essa. Non possiamo prescindere dalla paura che questa incute. Ma la società cerca di negare, di occultare […]. Il peso del corpo morto. Via. Dimenticare. […] Non credo sia questa la soluzione. Sta invece, forse, proprio nell’immobilità del cadavere, nel suo raffreddarsi e decomporsi e nel rito di passaggio che è la sepoltura. Perché è in quell’attimo di eterno, che c’è nel corpo privo di vita, che si ferma l’universo e se si ha il coraggio di affrontarlo, di viverlo nella sua morte, forse si potrebbe arrivare a una separazione meno dolorosa, più cosciente. Se poi si tratta l’argomento in modo grottesco e parodistico, si supera quello scoglio del finto e borghese rispetto della morte che ci allontana in realtà dalla visione naturale, biologica del morire». Lo spettacolo, prodotto dall’Associazione 114 e dall’Associazione Baretti,
è diretto da Giancarlo Judica Cordiglia e Olivia Manescalchi anche interpreti insieme a Valentina Virando.

24 – 29 aprile 2012
Madama bovary
liberamente ispirato a Madame Bovary di Gustave Flaubert con brani tratti da Guido Gozzano, Cesare Pavese, Jacques Brel e altri autori scritto e interpretato da Lorena Senestro regia Massimo Betti Merlin e Marco Bianchini Teatro della Caduta
Madame Bovary è il romanzo che Gustave Flaubert pubblica nel 1856, salutato dalla critica come una delle più importanti creazioni letterarie del tempo, apripista del naturalismo ma anche artefice della nascita del simbolo di insanabile frustrazione sentimentale: Emma Bovary. Nello spettacolo del Teatro della Caduta la Madame slitta impercettibilmente in Madama, svelando quanto l’universo di Flaubert e il suo personaggio più amato siano prossimi alla bruma che aleggia sui prati della pianura padana e ad una certa piemontesità. Oltre ad estratti del romanzo, il testo si avvale di numerose altre fonti letterarie e poetiche: da Cesare Pavese e Guido Gozzano fino ad autori più moderni, che si confrontano nel mondo generato dall’immaginazione di Emma Bovary. Qui, così come nell’originale flaubertiano, coesistono tematiche di grande attualità: la paura di agire appunto, le false chimere, uguali in ogni tempo, i danni provocati da una cultura che spinge il desiderio in territori aridi e illusori e la dialettica tra città e provincia, tra nuovo e tradizione.

2 – 13 maggio 2012
Shakespeare/Venere e Adone
uno spettacolo di Valter Malosti in scena Valter Malosti e Daniele Trastu Teatro di Dioniso/Fondazione del Teatro Stabile di Torino/Residenza Multidisciplinare di Asti con il sostegno del Sistema Teatro Torino
Venere e Adone non solo fu la prima opera di Shakespeare ad essere stampata, ma fu anche quello che oggi si definirebbe un successo editoriale con le sue sedici edizioni prima del 1640, fu senz’altro l’opera di Shakespeare più popolare ai suoi tempi fra gentiluomini e cortigiani, e in breve divenne una sorta di vademecum dell’amatore, ugualmente presente nella biblioteca, nel boudoir e nel bordello. Scrive Valter Malosti: «Venere è una dea/macchina, dea ex machina ma anche sex machine, macchina barocca che tritura suoni e sputa parole. Una macchina di baci, una macchina schizofrenica di travestimento, una macchina di morte per l’oggetto del suo amore: Adone. E proprio da un improbabile pas de deux prende spunto la partitura fisica dello spettacolo».
Per la regia di Quattro atti profani e Shakespeare/Venere e Adone Valter Malosti ha vinto il Premio dell’Associazione Nazionale dei Critici di Teatro, 2009.

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