HomeCordelia - le RecensioniCINEMA IMPERO (di Muna Mussie)

CINEMA IMPERO (di Muna Mussie)

Questa recensione fa parte di Cordelia di luglio-agosto 25

Foto Pietro Rebora

Ciò che più sorprende, al festival di Santarcangelo, confesso anch’io come già Andrea, è il pubblico. Incredibilmente numeroso anche a metà settimana. Sono andato in giorni “di transito” (infrasettimanali…), e la visita si è trasformata sùbito in festa. Non tanto fra colleghi e amici (che pure ve n’erano), o fra performance ed eventi (da non contarne). Quanto, piuttosto, per il clima affollato, festante, intergenerazionale delle platee e degli spazî, sempre pieni, in una calca sempre feconda. Difficile ipotizzare di penalizzare una programmazione come questa: quanta maggiore impressione politica avrebbero ricavato le istituzioni, invece, premiando. Qui ho visto un lavoro di grande forza progettuale, e di grande scrupolo spettatoriale: Cinema Impero di Muna Mussie. Senz’altro in questa mia due giorni, la performance più potente, e imperdibile. Prende spunto dall’omonimo cinema di Asmara, costruito nel 1937 durante il regime fascista. È per spettatore unico (nessuna generica coscienza collettiva è qui convocata, ma intima e individuale). Infatti, vengo accompagnato in mezzo alla platea, vuota, mentre scorrono le prime immagini dall’archivio storico dell’Istituto Luce (e da quello privato dell’artista), accompagnate dalla voce fredda generata dall’intelligenza artificiale. Ma nel buio della sala intanto la performer mi siede accanto e mi parla in tutt’altro tono, sommessa, in una prossimità, in una confidenza, in una complicità senza distanze che mi questiona sùbito. I piani sono molteplici: cinematografico, IA, archivio storico e personale, memorie sovrapposte di conquista e oppressione, di perdita e di scoperta. Gli effetti metavisivi: il cinema che contiene un cinema, che contiene narrazioni coloniali e di propaganda in parallelo al corpo-memoria della performer che potremmo essere noi. Ma è tutto abbastanza fulmineo, e lo spettatore resta letteralmente senza fiato né direzione perché come immerso fra mille specchi riflettenti. Vorresti trattenerla lì, domandarle, rilanciare questioni, perfezionare la comprensione, gli affondi sull’uso dei materiali, delle immagini, delle memorie, ma lei già non c’è più. Dissolta nel buio. Perché ora i conti con la nostra storia, passata e presente, tocca farceli da soli. (Stefano Tomassini)

Visto al C’entro – Supercinema, Santarcangelo Festival “Cinema Impero” è un progetto scritto e diretto da Muna Mussie con la collaborazione del filmmaker / editing video Luca Mattei, dell’ant(i)ropologo africanista Simao Amista, della curatrice d’arte contemporanea Martina Angelotti, del musicista Matteo Nobile, del sound designer SimonLuca Laitempergher e della traduttrice Susan Zuckerman grazie a Filmon Yemane per la condivisione della tecnologia di intelligenza artificiale dedicata a persone cieche e ipovedenti sostenuto da Passage Festival, IIC Strasburgo coprodotto da Museo delle Civiltà di Roma progetto sostenuto da blOOm network per creazioni one-on-one sviluppato da Fondazione Armunia, Primavera dei Teatri, Santarcangelo Festival, Sardegna Teatro, Triennale Milano Teatro all’interno di LANDING, progetto sostenuto dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale realizzato da Santarcangelo Festival
si ringrazia l’area Export di ATER Fondazione per il prezioso supporto

Cordelia, luglio-agosto 2025

Telegram

Iscriviti gratuitamente al nostro canale Telegram per ricevere articoli come questo

Stefano Tomassini
Stefano Tomassini
Insegna studi di danza e coreografici presso l’Università Iuav di Venezia. Nel 2008-2009 è stato Fulbright-Schuman Research Scholar (NYC); nel 2010 Scholar-in-Residence presso l’Archivio del Jacob’s Pillow Dance Festival (Lee, Mass.) e nel 2011, Associate Research Scholar presso l’Italian Academy for Advanced Studies in America, Columbia University (NYC). Dal 2021 è membro onorario dell’Associazione Danzare Cecchetti ANCEC Italia. Nel 2018 ha pubblicato la monografia Tempo fermo. Danza e performance alla prova dell’impossibile (Scalpendi) e, più di recente, con lo stesso editore, Tempo perso. Danza e coreografia dello stare fermi.

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here

Pubblica i tuoi comunicati

Il tuo comunicato su Teatro e Critica e sui nostri social

ULTIMI ARTICOLI

Bipiani all’Infinito. L’oro di Ponticelli

Ai Bipiani di Ponticelli in scena ancora un movimento del progetto #Foodistribution dal titolo Infinito ∞ / La foglia d’oro, curato da Manovalanza Teatro...