Questa recensione fa parte di Cordelia di luglio-agosto 25
Raggomitolato a centro scena, Marcello aspetta di narrare la sua storia. E ciò è già determinante: questo personaggio delicato, nascosto nella propria fragilità, entra a contatto con il mondo attorno attraverso uno schermo protettivo che tuttavia, invece di preservarlo, lo espone; il contatto con altri umani non può che essere strampalato, preferendo la compagnia di chi rappresenta l’eccezione, mai la norma. Mediato è dunque l’approccio al mondo di Marcello, che vive nel corpo di Tommaso Bianco e nella penna di Tommaso Cheli e Francesca Sarteanesi, che cura anche la regia di questo Un po’ meno fantasma, con Kronoteatro per Il Giardino delle Esperidi Festival. Compresso nel buio attorno, il suo monologo vive nel costume rossoazzurro piumato, istrionico – di Rebecca Ihle – che lo avvolge, è quasi un supereroe di poche minuscole parole, un suberoe, si direbbe; per l’intero racconto se ne resta fermo, immobile a considerare la vita da un angolo di osservazione laterale, il suo punto di vista emerge come considerazione fuori sincrono, spesso fagocitata dalla prepotenza delle idee altrui. Sarteanesi e Cheli confermano una particolare vocazione nel racconto di storie nascoste o, più precisamente, nel racconto delle persone che in quelle storie stanno dentro; il talento di raccogliere piccoli elementi per mettere a fuoco i caratteri di un personaggio ben si accorda con l’interpretazione geometrica e controllata di Bianco, capace di mantenersi dentro Marcello con una cura e un’eleganza sorprendenti. A spezzare quella linearità che potrebbe apparire monotona, lo spettacolo è invece divertente e vivace nel dinamismo dei personaggi incontrati da Marcello, ognuno dei quali consegna, in dialetti sempre diversi, energici consigli che tuttavia il nostro lascia posare; sembra subire le azioni, quando non le reazioni, degli altri, sembra restare fermo mentre attorno le cose continuano a muoversi, ma Marcello sta solo rispettando la propria natura che gli altri non vedono, lo incitano a volare alto ma lui si sottrae, le sue ali sono minute, ma ci vuole talento anche a volare basso. (Simone Nebbia)
Visto a Il Giardino delle Esperidi Festival. Crediti: Terzo capitolo del progetto triennale La libertà dei ciottoli; ideazione Tommaso Cheli; drammaturgia Tommaso Cheli e Francesca Sarteanesi; regia Francesca Sarteanesi; con Tommaso Bianco; scene e costumi Rebecca Ihle; responsabile tecnico Alex Nesti; supervisione progetto Maurizio Sguotti; produzione Kronoteatro; coproduzione Teatro Nazionale di Genova; con il sostegno di PimOff, Spazio ZUT!, L’arboreto/Teatro Dimora, Teatro Moderno di Agliana, Gli Scarti/Fuori Luogo