Questa recensione fa parte di Cordelia di maggio 25
Sei performer, una bambola gonfiabile e un pupazzo per un ventriloquo. I personaggi esasperati di un vaudeville, a tratti deformi e caricaturali, a tratti realistici, danno vita nell’Auditorium di Piazza della Libertà di Bergamo, per il festival Up To You, a tre quadri che con linguaggi diversi naufragano nelle derive contemporanee dell’essere maschio. Il corpo — di carne e plastica — è protagonista e campo di battaglia: desiderante e oggetto del desiderio, strumento di dominio, ma anche vittima in un lavoro che interroga il maschile nella sua declinazione più tossica e inconsapevole. L’uomo incel, vittima autoproclamata del rifiuto, è figura tragicomica che dietro la fragilità coltiva odio, frustrazione e violenza. Tra un pupazzo al suo primo atroce appuntamento, il divano nel quale sprofondano tre amici in raptus di fast food e violenza e il quadro finale che ne restituisce il senso, i sei interpreti incarnano personaggi schifosi e al tempo stesso vittime incapaci di occuparsi della propria intimità finendo per deformare la realtà che li circonda. Poetica la scena finale, quando il respiro umano e la bambola gonfiabile sembrano aspirare a una visione comune: il desiderio (e il terrore?) di essere aria, reclamando il diritto anche a essere nulla. Quando lo spettacolo smette di essere gioco? Cosa è davvero pornografico? Come si passa dal grottesco alla vertigine? In un impianto scenico ancora in fase di ricerca, con il quadro del ventriloquo che non trova a pieno il suo fuoco, Stefano Poeta costruisce una struttura drammaturgica che si prende la responsabilità di aprire questioni e interrogare se stesso e il pubblico. Poeta dirige i compagni di accademia gettando insieme a loro una propria bussola poetica ed estetica; sotto la superficie ridicola e dissacrante si muove qualcosa di profondo, di intimo e umano che svela il bisogno di creare un sistema teatrale nel quale mettere in scena le nostre inquietudini, per vederle uscire da sé e consumare assieme il bisogno di parlarne.
Visto in anteprima a UP TO YOU festival drammaturgia e regia di Stefano Poeta con Giovanni Conti, Andrea De Luca, Gabriele Enrico, Michele Montironi, Gianluca Scaccia, Luca Zaffanella Primo Premio European Young Theatre Group Competition al Festival dei Due Mondi di Spoleto